E’ domenica e torna la rubrica di Marco Cianfanelli oggi dedicata ai “Tre Leoni”
Verrebbe da dire uno stemma, una nazione. Si perché il simbolo dei tre leoni è da sempre l’emblema della monarchia britannica ma forse non molti sanno che “ThreeLions” è anche il titolo di un brano composto per la nazionale inglese in occasione dei campionati europei che furono disputati nel Regno Unito nel 1996. Curiosità nella curiosità il ritornello di questa canzone è “It’scoming home” che, alla stregua di una sorta di “nemesi storica” carducciana, si è ritorta contro i delusissimi sudditi di sua Maestà lo scorso anno al termine della partita che ha laureato gli azzurri campioni d’Europa.
Sic transit gloria mundi direbbero i latini ora che dopo quella fantastica vittoria ci troveremo ad osservare il mondiale dalla poltrona. Ma questa, anche se un’amara pagina, è un’altra storia.
Torniamo pertanto a parlare di gagliardetti traendo spunto da quello che venne consegnato agli “azzurrini” nel corso della partita giocata con i pari età inglesi il 7 maggio 1959. Questo splendido gagliardetto riporta incastonato tra i ricami dei dettagli della partita lo stemma della Federazione calcistica inglese con tre leoni e dieci rose.
Ma quali sono le origini di questo stemma? Dobbiamo risalire al XII secolo quando Riccardo Cuor di Leone decise di fregiarsi di un’insegna in campo rosso con i tre leoni simbolo che però, anni prima, aveva già adottato Enrico I (soprannominato il Leone d’Inghilterra) ed esteso fino a tre leoni a causa della condivisione degli stemmi gentilizi con i casati delle spose dei sovrani inglesi. Tale simbolo fu adottato sulle maglie dei giocatori inglesi sin dalla loro prima partita. Infatti, nella prima apparizione della nazionale britannica, il 30 novembre 1872 contro la Scozia, i Tre leoni erano apposti sulle bianche casacche inglesi.
Ad un certo punto, esattamente nel 1949, subentrò la necessità di distinguere questo stemma da quello della rappresentativa del cricket. Dalla Football Association l’idea fu quella di abbinare un altro simbolo patrio e la scelta ricadde sulla rosa dei Tudor, emblema rappresentativo della riunione dei casati Lancaster (ritratto dal colore rosso) e York (in bianco) al termine della sanguinosa “guerra delle due rose” sancita dal matrimonio tra Enrico VII e Elisabetta di York. Inoltre, per non lasciare nulla d’intentato, la Federazione inglese stabilì anche che le rose dovevano essere dieci, ciascuna rappresentativa delle corrispondenti leghe in cui era articolata la Federazione inglese all’epoca.
La storia sportiva connessa al gagliardetto di questa partita, oltre al fatto che è associata ad un secco 0-3 subito dagli “azzurrini” è che l’incontro venne disputato all’indomani dell’amichevole che la nazionale maggiore disputò a Wembley ottenendo il primo pareggio esterno nella storia dei confronti con le due nazionali.
In quella occasione, sul prato di Wembley, gli azzurri rimontarono l’iniziale svantaggio di 2 – 0 riprendendo con un 2 – 2 i “Maestri” inglesi. Una bella soddisfazione che venne celebrata con tutti i dettagli del caso dal “Calcio Illustrato”.
Originario di Ariccia, nel bel mezzo dei Castelli Romani. Impegnato nel mantenere viva la memoria del calcio studiandone “i colori” che lo contraddistinguono. Studioso di Araldica. Tra i più grandi collezionisti al mondo di gagliardetti. Un sito, www.pennantsmuseum.com , per condividere con i calciofili, italiani ed esteri, il fascino intramontabile dei gagliardetti.