GLIEROIDELCALCIO.COM (Marco Cianfanelli) – Nella città eterna il calcio non è solo Roma e Lazio ma anche la storia di tante Società dilettantistiche che, sebbene non siano giunte ai vertici del calcio nazionale, hanno comunque dato un contributo significativo alla storia di questo sport lanciando giovani promesse ed esprimendo delle realtà che sono arrivate ben oltre i limiti del quartiere che hanno rappresentato. TORPIGNATTARA e S. BASILIO, come vedremo, non sono semplicemente l’anima calcistica di rioni romani ma la vera punta di un iceberg di un movimento che, lontano dai riflettori della ribalta, ha saputo donare tante soddisfazioni ai propri tifosi ma soprattutto trasformare tante giovani promesse in affermati calciatori.
UNIONE SPORTIVA CHINOTTO NERI CASILINA/FEDIT/TEVERE ROMA
Una formazione del Chinotto NERI (fonte WIKIPEDIA)
TORPIGNATTARA è un popoloso periferico quartiere romano che insiste sulla Via Casilina. In questa zona fu eretto il mausoleo di S. Elena, madre dell’imperatore romano Costantino e nota perché a Lei la leggenda attribuisce il ritrovamento, in Terra Santa, della croce su cui fu crocefisso Gesù. In questa zona, che subì non pochi danni nel corso della Seconda Guerra Mondiale, lo sport o meglio il calcio era una vera e propria valvola di sfogo dopo gli infausti eventi del conflitto. Proprio qui, già pochi mesi dopo il termine del conflitto, nacque la Società Sportiva TORPIGNATTARA cui si aggiunse, tempo dopo, un ulteriore club (Arco Juve). Dalla fusione di queste due squadre nacque, nell’estate del 1948, l’US CASILINA che non trovò del tutto convinti gli sportivi locali che vedevano il cambio di denominazione come uno snaturamento delle origini della loro squadra. Con tale nome la squadra disputò il campionato di Promozione nella stagione 1949-1950. All’epoca tale campionato era una categoria di livello interregionale che possiamo assimilare all’attuale Serie D. Il Casilina si trovò a fronteggiare compagini in gran parte laziali e disputò una stagione sicuramente brillante classificandosi al quarto posto, sfiorando la promozione in Serie C. Fu proprio al termine di questa stagione che avvenne la svolta che portò l’ingresso nel club di un noto imprenditore (Pietro Neri), proprietario dell’omonima Società produttrice di bevande tra cui il famoso CHINOTTO NERI. Il cambiamento non si limitò soltanto al nome ma anche ai colori sociali che passarono dal giallo-rosso al giallo-verde del nuovo sodalizio.
Il vecchio TORPIGNATTARA era quindi diventato la Società Sportiva CHINOTTO NERI, squadra che rappresentava una realtà industriale ben nota fermamente intenzionata a fare del calcio un mezzo attraverso cui poter anche diffondere i propri prodotti. L’inizio della storia sportiva del CHINOTTO NERI fu, in effetti, esaltante con la conquista immediata, nella stagione 1950-1951, della promozione in Serie C. Nella successiva stagione, invece, ci fu la retrocessione in IV Serie categoria in cui i giallo-verdi militarono per cinque stagioni consecutive fino a conquistare, dopo uno spareggio con il Marsala, il ritorno in Serie C. Fu, però vana gloria poiché al termine di quella vittoriosa stagione l’azienda proprietaria, soddisfatta oramai della pubblicità ricevuta dal calcio, decise di concludere la propria attività sportiva. Fu pertanto, nell’estate del 1957, effettuata una fusione con un’altra compagine romana la FEDERCONSORZI e il nuovo sodalizio assunse la denominazione di FEDIT che era l’indirizzo telegrafico della citata federazione che associava i consorzi agrari nazionali. Tale club, che vestiva maglie rosso-verdi e disputava le proprie gare al Motovelodromo Appio, ebbe una storia assai breve militando per sole due stagioni in serie D prima di confluire in un’ulteriore compagine capitolina l’AS Tevere Roma.
Manifesto relativo alla partita amichevole Roma – Fedit (fonte sito www.asromaultras.org)
L’Associazione Sportiva Tevere Roma nasce nel 1959, sebbene le sue origini vengano fatte risalire al 1950. Indossando le tradizionali casacche giallo-oro, il sodalizio romano ha onorato il calcio laziale e nazionale disputando, fino al 1973, sei campionati di serie C e otto di serie D. Vera fucina di campioni e per vari anni considerata la terza forza del calcio romano, fece esordire affermati calciatori come Spinosi, Ginulfi, Superchi, nonché Giacomo Losi che, al termine della sua splendida carriera nella Roma, andò a chiudere nella Tevere Roma.
LODIGIANI/CISCO ROMA – CISCO LODIGIANI/ATLETICO ROMA
La Lodigiani Calcio nasce nel 1972 per opera di Giuseppe MALVICINI, ed era la squadra aziendale della Lodigiani Costruzioni azienda dell’omonima famiglia piacentina. Giocava le proprie partite interne allo stadio Francesca Gianni, nel popoloso quartiere di S. Basilio rione nell’area nord-est di Roma e vestiva i colori bianco-azzurro. Tali colori contraddistinsero la compagine romana solo per un primo periodo poiché in seguito, in segno di onore verso i colori della città natale della famiglia Lodigiani, fu deciso di assumere casacche bianco-rosse.
Dopo l’affiliazione alla FIGC nel 1974 e alla partecipazione ai relativi campionati, la LODIGIANI, inizia un’inesorabile ascesa che la porta, ai primi anni ottanta, ad affermarsi come terza forza del calcio capitolino. L’ascesa si suggella, alla guida di mister ATTARDI, con la promozione in C2, conquistata nel 1983, e la conquista della Coppa Italia dilettanti, affermazioni che lanciarono il club di S. BASILIO sulla ribalta nazionale. La bravura del club però non si ferma soltanto ai titoli conquistati sul campo. Va oltre a questo come dimostra la lungimirante scelta di far giocare nella prima squadra i migliori prodotti del vivaio della Lodigiani o di altre squadre laziali. Nasce un vero e proprio modello di calcio basato sui giovani che diventeranno futuri campioni che si affermano sulle ribalte nazionali. Tanto per fare qualche nome nella Lodigiani hanno giocato, nella parte iniziale della loro carriera, giocatori come Moretti, Firmani, Di Michele, Rosati, Coppola, Liverani, Candreva e Luca Toni, quest’ultimo particolarmente legato al Mister ATTARDI tanto da dedicargli la conquista del mondiale nel 2006. Oltre a questo va anche menzionato un floridissimo vivaio. Un nome su tutti, Francesco TOTTI, ripreso nella foto in basso con la maglia dei Giovanissimi della Lodigiani.
Francesco TOTTI con la maglia dei Giovanissimi della Lodigiani.
Per il campionato del debutto in Serie C2, la Lodigiani trasferì la sede dei propri incontri casalinghi allo Stadio Flaminio. Fu inserita nel girone D con squadre come Reggina, Nocerina e Siracusa, oltre alle laziali Frosinone e Latina. I risultati furono altalenanti ma sempre di tutto rispetto anche considerando il blasone delle avversarie affrontate, alcune con diversi anni di frequentazione dei massimi livelli del calcio nazionale. Il salto di categoria fu conseguito al termine del campionato 1991 – 1992 e portò i romani a confrontarsi, nella successiva stagione, con squadre ancora di maggiore spessore ma senza alcun timore, come dimostrato dalla vittoria all’esordio conseguita contro il favorito Palermo. La stagione 1993-1994 fu quella della consacrazione. Rinforzatasi con giocatori esperti e con il ritorno in panchina di Attardi, la Lodigiani arrivò quarta in campionato riuscendo a disputare i play off, poi persi, per la promozione in Serie B. Crebbe l’interesse verso la squadra che arrivò a raccogliere fino a 1500 abbonati e l’attenzione e la simpatia di migliaia di sportivi romani. Tuttavia, era soltanto un sogno effimero poiché dopo una serie di stagioni altalenanti la Lodigiani retrocesse nel 2002 in C2. Fu la prima retrocessione della sua storia e l’inizio dell’inesorabile declino con l’acquisizione della Società da parte del Gruppo CISCO nel 2004 e l’assunzione della conseguente nuova denominazione di AS Cisco Lodigiani poi mutuata in Cisco Roma dal 2005.
La Cisco Roma abbandonò l’impianto della Borghesiana per stabilire il proprio quartier generale con un ritorno al tanto caro stadio Francesca Gianni a San Basilio. Della vecchia Lodigiani resta soltanto una compagine che, creata da vecchi dirigenti, si occupa del settore giovanile. La Cisco Roma, con Paolo Di Canio nelle sue fila, invece sfiora la promozione in C1 nella stagione 2006-2007 per poi ripetersi con buoni campionati nelle stagioni successive non coronati però dalla promozione. Nell’estate del 2009 avviene la svolta a livello societario con l’acquisto della squadra da parte dei fratelli Ciaccia. Il passaggio di proprietà si rivela subito efficace con la promozione in C1, fino ad arrivare, nella stagione seguente, ad un passo dalla B. L’arrivo dei Ciaccia non porta solo a una promozione, ma anche all’eliminazione del nome aziendale “Cisco” per far posto a un ulteriore da affiancare a “Roma”. Per definirlo viene aperto un sondaggio e i tifosi scelgono la denominazione “Atletico Roma”. Inizia una nuova era per la squadra, che cambia dunque nome, colori sociali (visto che adotta la colorazione bianco-blu). Non fu vera gloria poiché da lì a poco anche l’Atletico Roma finisce le proprie gesta calcistiche. Nel 2011, infatti, la Società è esclusa dai campionati federali e, conseguentemente, messa in liquidazione dalla proprietà. Finisce così un’altra bella realtà del calcio capitolino.
Gagliardetto Atletico Roma (collezione Marco Cianfanelli – www.pennantsmuseum.com)