Una nazionale costruita da Roberto Mancini e dai suoi stretti collaboratori. Perché il blocco della grande Sampdoria è massiccio all’interno della squadra azzurra. Quotidiano ne elenca i personaggi nel dettaglio. Ecco un estratto.
[…] Chiamiamolo cerchio magico (blucerchiato). […] Chiamiamolo come vogliamo, quello che è certo è che il commissario tecnico azzurro Roberto Mancini ha saputo costruire uno staff tecnico formato da un nucleo di fedelissimi, uniti da un rapporto profondo di amicizia oltre che dalla comune militanza nella Sampdoria.
[…] Gianluca Vialli. […] Capo delegazione. Con Mancini, a cavallo fra gli anni ’80 e ’90, compose la coppia dei “Gemelli del gol” che fece la fortuna della squadra genovese, conducendola a uno storico scudetto nel 1991 e una finale di Coppa dei Campioni persa ai supplementari contro il Barcellona nel 1992.
[…] Alberico Evani. […] Assistente allenatore. […] Con il Diavolo Evani ha vinto praticamente tutto (suo anche un altro gol fondamentale, sempre su punizione, nella finale della Supercoppa europea contro il Barcellona). Nel 1993 passa alla Sampdoria, dove resta per quattro stagioni incrociando – ça va sans dire – Mancini.
[…] Attilio Lombardo. […] Assistente allenatore. Lo chiamavano “Popeye”, Braccio di ferro, per la somiglianza con il popolare personaggio dei fumetti. Ma il buon Attilio non aveva certo bisogno degli spinaci per le sue sgroppate sulla fascia che non disdegnava di concludere con un tiro dopo essersi accentrato (37 reti in serie A per lui). Anche lui compagno di Bobby gol Roberto Mancini nella Sampdoria, anche lui scudettato nel 1991, ritroverà l’attuale commissario tecnico azzurro con la maglia della Lazio a fine carriera.
[…] Giulio Nuciari. […] Assistente allenatore. Figlio d’arte, numero 12 per vocazione, una carriera da secondo portiere a cavallo fra gli anni ’80 e ’90, con le maglie di Milan e Sampdoria come il “compagno” di Nazionale Evani. E’ suo il record di panchine da giocatore in massima serie: 333.
[…] Fausto Salsano. […] Assistente allenatore. […] La Samp gli è rimasta comunque “tatuata” nell’anima, tanto da portarlo a dire: “E’ la mia vita, guardo la curva e mi rivedo giocare” E’ un vero pretoriano per Mancini.
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(QUOTIDIANO.NET di Enrico Camanzi)