Il Genoa della stagione 1956 – 1957, il suo gagliardetto e la leggenda di “El Pardo” Julio Cesar Abbadie. Il giocatore uruguagio che ha vestito la gloriosa maglia rossoblù per quattro anni dal 1956 al 1960.
Ma andiamo per gradi ed iniziamo con una breve descrizione del gagliardetto.
Questo è un esemplare che definirei atipico rispetto agli altri realizzati nello stesso periodo che riportavano la sola annata ed erano di formato triangolare. A differenza di quest’ultima tipologia il gagliardetto, verosimilmente utilizzato dalla stagione 1956 – 1957, cambia il formato e diventa di misure senz’altro più generose. Ma non è tutto. Il valore aggiunto del gagliardetto è nel finissimo ricamo in canottiglia che riporta per esteso gran parte della denominazione del club (anche questo particolare non trascurabile poiché raramente presente sui gagliardetti genoani) nonché lo stemma societario, similare, nelle fattezze, a quello apposto sulle maglie dei calciatori dell’epoca.
Come anticipato il gagliardetto ci porta all’inizio della militanza nel Genoa di “Giulio Cesare” Abbadie. Per l’indimenticato Fabrizio De Andre, El Pardo era l’essenza del Genoa e l’attaccamento verso di lui dei tifosi genoani, che dalle tribune lo acclamavano chiamandolo per nome, era immenso. Di lui la tifoseria genoana ricorda l’entusiasmante vittoria in un derby del 1957 in cui Abbadie salì sugli scudi come protagonista ed autore dei passaggi determinati per i tre gol dei rossoblù. Abbadie ritornò, su invito del club, allo Stadio Marassi – Luigi Ferraris, nel dicembre 2004 in occasione della gara Genoa – Empoli. Trentamila tifosi lo accolsero e lo acclamarono come uno dei più grandi calciatori genoani.
Quando la gloria si conquista sul campo si rimane immemorabili. Nessun genoano, credo, mai dimenticherà le movenze feline del “Pardo” e la gloria che arrecò al Genoa con i suoi gol.
Abbadie in azione (fonte Wikipedia)
La home page del sito del Genoa all’indomani della scomparsa di Abbadie nel 2014
Originario di Ariccia, nel bel mezzo dei Castelli Romani. Impegnato nel mantenere viva la memoria del calcio studiandone “i colori” che lo contraddistinguono. Studioso di Araldica. Tra i più grandi collezionisti al mondo di gagliardetti. Un sito, www.pennantsmuseum.com , per condividere con i calciofili, italiani ed esteri, il fascino intramontabile dei gagliardetti.