Gli anni ’80 del calcio italiano iniziano con una delle buone nuove più importanti per un movimento in continua espansione. Si decide di fare quello che venne bloccato nel lontano 1966, aprendo il mercato agli stranieri. Ne arrivano tanti, di tutti i tipi. Assi di primaria grandezza e anche bidoni destinati ad entrare nel mito.
Maradona arriva nel 1984, scappando letteralmente dalla festaiola Barcellona ed accasandosi al Napoli di Ferlaino. Cinque anni prima dell’argentino, però, la Roma del presidentissimo Viola era riuscita ad assicurarsi le prestazioni di un fuoriclasse brasiliano, tale Paulo Roberto Falcao da Xanxere. L’Internacional di Porto Alegre lo aveva potuto ammirare per sei stagioni ed insieme al biondino aveva vinto, per la prima volta, tre importantissimi titoli.
Nella capitale si aspettavano il mitico Zico, ma alla fine si “accontentarono” di questo longilineo centrocampista che giocava come un olandese. E fecero bene. In cinque anni i giallorossi portarono a casa uno scudetto e sfiorarono la Coppa dei Campioni contro il Liverpool.
In quello stesso periodo, un altro verdeoro dai piedi fatati subì il fascino del campionato più bello del mondo. Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, detto Socrates, scelse la Fiorentina della famiglia Pontello, lasciando il Corinthias per 5,3 miliardi. Un amore che sarebbe dovuto durare a lungo e che invece si tramutò, ben presto, in una toccata e fuga. Una sola stagione sulle rive dell’Arno con ventotto presenze e sei gol. Un pò pochino per il mago del colpo di tacco e per un talento spesso considerato infinito.
Due brasiliani, due campioni e due storie che si intrecciano nell’estate del 1985.
Nell’Agosto di 35 anni fa, La Gazzetta dello Sport dedica la prima pagina ad entrambi, in un incrocio di mercato che diventa di pubblico dominio: “Socrates avvelena Firenze”.
La prima pagina de La Gazzetta dello Sport del 21 Agosto 1985
Di seguito la spiegazione all’arcano.
In quell’estate la Roma di Viola aveva deciso di vendere Falcao; un ingaggio troppo oneroso, un infortunio molto serio e l’ombra di Boniek come cause principali. Per Falcao era pronto un futuro nella Fiorentina del grandissimo Antognoni e ancora qualche anno nell’eldorado italiano. Sembrava quasi tutto fatto ma bisognava ancora fare i conti con il dottore. L’intrigo stava per nascere, proprio quando l’ultimo tassello mancante era proprio la firma di Paulo Roberto. Secondo le cronache dell’epoca, infatti, in una telefonata tra i due assi, Socrates mise in guardia il compagno di nazionale: “L’ambiente fiorentino è terribile e durante la mia presenza nel ritiro di Serramazzoni ho capito che quasi tutti i giocatori viola sono contrari al tuo arrivo”.
Dietrofront immediato di Falcao, che riuscì a svincolarsi da una situazione paradossale con diplomazia: “Ormai ho 32 anni, sono stanco di fare il giramondo. Voglio fermarmi”.
Ma perché il silenzioso Socrates aveva deciso di entrare in questa operazione di mercato?
Probabilmente perché i rapporti con la Fiorentina erano già tesi; il giocatore chiedeva 400 mila dollari di compensi arretrati mentre i Pontello lo ritenevano ormai ceduto al Ponte Preta, per via di una dichiarazione liberatoria già firmata.
Entrambi torneranno in Brasile: Falcao andrà al San Paolo con un contratto da 900 milioni a stagione, Socrates si accaserà al Flamengo.
Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto.
Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana.
Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel.
Testata preferita: GLIEROIDELCALCIO.COM"