GLIEROIDELCALCIO.COM (Antonio Capotosto) – Campionato 1980-’81, quella della riapertura delle frontiere. Si poteva tesserare solo un giocatore non italiano e alla Pinetina arrivò Herbert Prohaska, che con la Nazionale austriaca aveva disputato il Mondiale in Argentina. Il 1° febbraio di quarant’anni fa siglava il primo gol in Serie A (l’incipit realizzativo in nerazzurro era arrivato il 22 ottobre in Coppa Campioni contro il Nantes). La Beneamata pareggiò 2-2 a San Siro contro il Catanzaro.
L’altra rete dell’Inter la mise a segno Beccalossi. Prohaska rimase due stagioni ad Appiano Gentile, vincendo una Coppa Italia. Nel 1982 si trasferì alla Roma: una sola annata in giallorosso, ma quella dello scudetto. Nella puntata di ‘Sfide’ del febbraio 2001, dedicata a quel tricolore, venne descritto così: “E’ il classico portatore d’acqua. Corre per gli altri. Non fa sognare i tifosi, ma raramente perde la palla. Non gioca di fantasia, ma non sbaglia mai un passaggio. È un giocatore invisibile ma fondamentale”. Nella Capitale l’austriaco condivideva la stanza d’albergo con Agostino Di Bartolomei, anche lui in gol il 1° febbraio 1981.