Il ricordo di Just Fontaine
Se, nel calcio, dobbiamo identificare un ruolo con i giocatori che lo hanno rappresentato, indubbiamente per quello di attaccante una posizione importante la occupa la figura di Just Fontaine, scomparso in queste ore.
Fontaine aveva nel suo DNA varie radici, nato a Marrakech da padre francese e madre spagnola, soprattutto aveva i geni dello sportivo, essendo stato il padre sia praticante di varie discipline, sia arbitro. L’indole africana sviluppò in lui le caratteristiche tipiche di quel calcio, fatto di individualità, ma presto dovette sublimare le sue capacità al gioco di squadra, anche per avere ragione di avversari che fisicamente, lui era abbastanza piccolo di conformazione, lo sovrastavano.
Unendo le due cose fu naturale sviluppare una innata propensione al dribbling e alla velocità che subito gli valsero una grande capacità realizzativa. Furono proprio queste doti a riportarlo in Francia, coronando un sogno, quando al termine di un’amichevole che la nazionale marocchina giocò contro una formazione B dei transalpini, si mise in luce nonostante la sconfitta e venne immediatamente ingaggiato dall’Olympique Nizza. Qui iniziò la sua avventura transalpina, che si concretizzò anche con la chiamata in nazionale vista la doppia cittadinanza, ma soprattutto gli valse poi il passaggio allo Stade Reims, che allora era la squadra guida di quella nazione.
Nel 1957/1958 centrò il double campionato-coppa, arrivando anche in finale di Coppa Campioni l’anno dopo, arrendendosi solo all’imbattibile Real Madrid di quegli anni, non prima di essere diventato capocannoniere di qull’edizione con dieci reti. Le sue prestazioni gli valsero la convocazione tra i Galletti che avrebbero partecipato al mondiale in programma nel 1958 in Svezia. Fu, quel mondiale, un’edizione spettacolare e passata alla storia soprattutto per l’esordio del diciassettenne Pelé nel Brasile, con O’ Rey che avrebbe portato al trionfo gli auriverde per la prima volta, ma quel mondiale sarebbe stato ricordato anche per le prodezze in serie dello stesso Fontaine.
Nelle file dei Blues Just faceva parte di un quintetto offensivo da sogno che prevedeva la presenza contemporanea di campioni quali Maryan Wisnieski, Raymond Kopa, Jean Vincent, Roger Piantoni, ma lui divenne il terminale micidiale di quella squadra segnando tre gol al Paraguay, due alla Jugoslavia, uno alla Scozia, due all’Irlanda del Nord, uno allo stesso Brasile in semifinale che però non evitò l’eliminazione della Francia, con Fontaine che si consolò con il terzo posto e altri quattro gol alla Germania Ovest.
Complessivamente lo score si sarebbe fermato a tredici gol, un record ineguagliato, e probabilmente ineguagliabile, in una sola edizione, considerando che il record assoluto appartiene al tedesco Miroslav Klose con sedici, ma spalmato in quattro edizioni mondiali. Per anni gli inventori delle grandi manifestazioni sportive calcistiche, mondiali, europei, coppe, hanno potuto avere il vanto di questo piccolo attaccante, per molti versi somigliante ad un altro grande, Gerd Müller, capace di regalare tanti gol in un solo mondiale, prima delle vittorie transalpine del 1998 e del 2018, imperituramente resterà la sua fama di goleador unico nella storia del calcio mondiale.
GLIEROIDELCALCIO.COM (Raffaele Ciccarelli)
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