GLIEROIDELCALCIO.COM (Marco Cianfanelli) – “…Urussu comu u focu da muntagna, l’azzuro comu u cielo e comu u mari, culuri ca mi fanno innamurari. E beddi comu a chisti non i ne…”. In queste poche parole contenute in una delle strofe di un inno del Catania, si ha l’evidenza di cosa rappresentino, per gli appassionati etnei, il rosso e l’azzurro. La scelta di queste tonalità risale alle origini del Catania ed è lo stesso statuto sociale che li stabiliva riferendosi al rosso dell’Etna ed all’azzurro del mare catanese. E questo binomio non ha mai abbandonato, oltre che le maglie della squadra siciliana, anche le relative insegne, i gagliardetti in particolare. Su di essi, nel corso degli anni, ha sempre trovato posto un altro iconico simbolo che la squadra ha mutuato dalle insegne cittadine: l’elefante, uliotru in catanese. Ma quale attinenza ha questo animale con la stupenda cittadina etnea? La leggenda narra che l’area di Catania fosse, nell’era preistorica, dimora di una specie di elefanti nani, inoltre, nel periodo arabo il toponimo cittadino era Balad – al – fil, ovvero Città dell’elefante. Nel 1239, l’illuminato re della Sicilia Federico II di Svevia, dopo una serie di rivolte da parte dei cittadini catanesi, decise di concedere a Catania il rango di “città demaniale”, atto che comportava la possibilità di poter liberamente scegliere anche le proprie insegne. E cosa poteva essere scelto se non l’iconica figura dell’elefante? In effetti i catanesi lo ritenevano un simbolo buono e, soprattutto, un emblema di forza e desiderio di rinascita. Ma non è tutto. L’elefante ha trovato un sentimento di così stretta vicinanza con la popolazione che ancora oggi esiste un motto che etichetta i catanesi veraci come “marca liotru”. A ribadire l’attaccamento cittadino a questo simbolo, nella centralissima Piazza Duomo fà bella mostra di se una stupenda statua, parte dell’opera barocca denominata la Fontana degli Elefanti, con l’iconico animale realizzato in pietra lavica.
La statua con l’elefante al centro di Catania
Passiamo ora a parlare dell’insegne del Catania Calcio con una breve rassegna di alcuni gagliardetti che hanno contraddistinto la storia della squadra etnea. Il primo esemplare è il labaro realizzato nel 1954, non un anno casuale nella storia dei rosso – azzurri. Il Catania, infatti, proprio in quell’anno approda per la prima volta in serie A. Il gagliardetto o per meglio dire il labaro che viene realizzato è pienamente rispondente, per bellezza del ricamo e la finitura dei dettagli, all’importante traguardo sportivo raggiunto. Molto oculata anche la scelta di combinare l’anno di costituzione del Club Catania Calcio (1946) con il 1954 a rappresentare, attraverso, due annate, la storia della squadra. Quella stagione terminò in modo infausto per il Catania che, per effetto di un illecito sportivo, fu costretto ad un’immediata retrocessione nella serie cadetta.
Labaro in uso nella prima stagione dei Catania in A
Schierata una formazione del Catania nella stagione 1954 – 1955
A conferma delle analoghe fattezze dei gagliardetti utilizzati negli anni cinquanta, nel corso dell’amichevole giocata il 16 Dicembre 1956 contro gli ungheresi dell’Honved capitanati dalla leggenda Ferenc Puskàs, venne consegnato un labaro rettangolare abbastanza simile a quello in uso nel 1954. Quella partita era parte della tournée italiana della compagine ungherese che la stampa dell’epoca definiva, non a torto, come la squadra più forte del mondo, fucina del cosiddetto “team d’oro” ungherese che strabiliò il mondo nei mondiali svizzeri del 1954. Per la cronaca l’incontro terminò 9-2 per l’Honved e le cronache dell’epoca riportano di un gol fantastico segnato da Puskàs con un tiro da oltre 50 metri.
Ferenc Puskàs, capitano dell’Honved Budapest, riceve dal capitano catanese Hansen il gagliardetto. Tra di loro un elegantissimo Lo Bello. Foto collezione Cocuzza
Negli anni sessanta i gagliardetti cambiano formato e passano ad una versione triangolare partita nei colori rosso e azzurro. La loro fattura è sempre di grande pregio con il ricamo dello stemma societario compreso tra l’iscrizione Club Catania Calcio ed ai lati l’indicazione della stagione sportiva. Nel 1961 – 1962 il Catania è nuovamente in serie A e conclude il torneo in decima posizione con la grande soddisfazione della vittoria conquistata al Cibali contro i Campioni d’Italia della Juventus.
Il gagliardetto della stagione 1961 – 1962
Una formazione del Catania della stagione 1960 – 1961. Nelle mani del capitano s’intravede il gagliardetto in uso all’epoca
Negli anni settanta, nei labari va a scemare la bellezza ed il fascino traspirante dai fini ricami a mano caratteristici dei labari in uso negli anni cinquanta e sessanta. Infatti i gagliardetti, mantenendo medesimo stemma e colorazione, sono realizzati in versione stampata. Tali insegne accompagnano parte dell’era del “Presidentissimo” Massimino, un’autentica “pietra miliare” nella storia della compagine etnea.
Gagliardetto in uso tra la fine degli anni settanta ed i primi anni ottanta
Negli anni ottanta i gagliardetti confermano gli standard ed i dettagli già utilizzati agli inizi del decennio. In controtendenza un gagliardetto che, nello stesso periodo, viene realizzato utilizzando uno sfondo bianco e con uno stemma del tutto diverso rispetto ai tradizionali canoni.
Gagliardetto realizzato negli anni ottanta
Negli anni novanta, si ritorna invece ai tanto cari colori rosso e azzurro ed all’interno del gagliardetto trova posto anche lo sponsor principale della squadra. E’ questo il caso dei labari in uso a partire dal 1997 in cui compare un logo con le lettere S e P, simbolo dell’azienda SP Energia Siciliana.
Gagliardetto in uso dal 1997 con la presenza dello sponsor SP
Si arriva quindi agli anni duemila e la caratteristica nei gagliardetti di questo periodo è la presenza delle strisce verticali rosse e azzurre in luogo della duplice partizione nelle medesime tonalità nonché il ritorno all’utilizzo a gagliardetti ricamati.
Gagliardetto ricamato realizzato negli anni duemila
Negli anni duemila il Catania realizzò anche gagliardetti, in versione stampata, con le iscrizioni relative al campionato ed in totalità prevalente bianca ed altri nella classica versione partita in rosso e azzurro.
Gagliardetto della stagione 2003 – 2004
Gagliardetto in uso fine anni duemila
Nel 2017, infine si ritorna alla colorazione che in termine araldici viene definita palata con righe verticali rosso e azzurre. Tale labaro durerà solo una stagione poiché nella seguente i gagliardetti catanesi variano nuovamente riportando la novità della fascia orizzontale al di sotto dello stemma.
Gagliardetti in uso nel 2017 e nel 2018
Nel segno dell’elefante e dei colori rosso e azzurro si sono evolute, nel corso degli anni, le insegne della squadra etnea. La speranza è che esse tornino presto ad accompagnare le gesta di una squadra a cui spetterebbero, anche per la passione e l’amore nutrito dai propri tifosi, ben altri e più gloriose ribalte.
I gagliardetti dell’articolo appartengono alla collezione privata di Marco CIANFANELLI (www.pennantsmuseum.com).
Originario di Ariccia, nel bel mezzo dei Castelli Romani. Impegnato nel mantenere viva la memoria del calcio studiandone “i colori” che lo contraddistinguono. Studioso di Araldica. Tra i più grandi collezionisti al mondo di gagliardetti. Un sito, www.pennantsmuseum.com , per condividere con i calciofili, italiani ed esteri, il fascino intramontabile dei gagliardetti.