(ILFATTOQUOTIDIANO.IT di Cristiano Vella – Foto USLECCE)
[…] E il Turul è il principale monumento di una città: Tatabanya, graziosa nel nord dell’Ungheria, dove tira i primi calci Istvan Vincze, ragazzino con la faccia pulita, gambe che lo fanno correre velocissimo e un sinistro potente e preciso. Qualità che lo fanno debuttare a 16 anni come attaccante nella squadra della città, che gioca nel massimo campionato magiaro e l’etichetta del predestinato. Etichetta che nell’estate 1988 gli vale la chiamata della Serie A a soli 21anni: il Lecce neopromosso di Franco Jurlano lo vuole e sborsa una cifra superiore al milione di dollari per accaparrarselo.
[…] La prima stagione però scorre via senza grossi sussulti. […] Ma è giovane […] e la dirigenza decide di puntarci su per un’altra stagione. Neppure nella successiva però l’ungherese impressiona più di tanto: gioca più spesso e neppure malaccio, ma che non sia il crack che ci si aspettava ormai l’hanno capito tutti. Neanche questa stagione per i salentini è negativa: la salvezza è alla portata, e alla 26esima, il 25 febbraio del 1990, passa per un derby. Quello contro il Bari di Salvemini, l’ultimo allo stadio Della Vittoria peraltro prima che i galletti si trasferiscano al San Nicola costruito per i Mondiali.
[…] Sul cross ne nasce un batti e ribatti e la palla arriva a Pasculli defilato in area sulla sinistra: l’argentino invece di tirare l’appoggia morbida fuori, a Vincze, che non ci pensa due volte e la colpisce potente al volo di sinistro infilandola nell’angolino basso. Sarà un gol vittoria.
[…] Ancora oggi dalle parti di Lecce quello di Istvan Vincze è un nome che solletica il cuore e le emozioni.
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