“Gli spazi per la Nazionale erano già pochi, se ora salta anche questa gara si restringerebbero ulteriormente. Spero sia possibile giocare”
Sono passati 35 anni da un giorno di Gennaio del 1986, un giorno come tanti, designato da un calendario troppo denso come l’ideale per poter vedere da vicino gli “esperimenti” pre-mondiale del vecio Bearzot. Grande stratega lui, abituato a vedere il calcio con l’esperienza di pochi. Troppo riduttivo pensare di puntare al bis mondiale soltanto con il gruppo che fece grande un Paese quattro anni prima. Meglio correre ai ripari e provare qualcosa di innovativo, magari puntando su giovani promettenti e di sicuro futuro.
L’Italia e l’Olanda erano attese allo Stadio Marassi di Genova per una amichevole tra due squadroni con obiettivi diversi; da una parte gli azzurri e la loro voglia di conferma, dall’altra gli orange, buttati fuori dal Messico per un solo gol e vogliosi di testare la propria qualità in prospettiva Europeo ’88.
Anche le convocazioni avevano destato scalpore. Bennhakker non aveva potuto portare molti assi dell’Ajax, per via di uno scontro acceso con mister Cruijff; Bearzot, invece, aveva chiamato a Coverciano un 17enne e fortissimo Paolo Maldini, oltre a De Agostini e Nando De Napoli.
Nazionali sperimentali si chiamavano.
Il test più atteso, quello decisivo che poteva dare certezze ancora troppo labili, era destinato al reparto offensivo. Baldieri e Vialli in attacco, a supporto dell’ariete Serena. Una coppia mai vista prima insieme, bisognosa di affiatamento e di minuti, oltre che di collaudo sul campo. Sembrava l’occasione perfetta per raccogliere l’occasione di una vita. Sembrava, ma non fu.
L’8 Gennaio del 1986, Genova viene colpita da un vento gelido accompagnato da una pioggia intensa. Il terreno diventa ben presto una sorta di acquitrino. Lo sloveno Sostaric, chiamato ad arbitrare quell’incontro, fa un sopralluogo sul campo insieme alle due squadre. La decisione scontata è quella di rimandare tutto al giorno successivo.
Tutto apposto … o quasi. La notte, infatti, la soleggiata capitale della Riviera si scopre improvvisamente quasi montana, coperta com’è da una fitta e densa neve che si poggia ovunque. Non vengono stesi i teloni protettivi per paura del vento e Marassi si ritrova ricoperto da 10 cm di neve, difficile da togliere in tempi record.
La gara è annullata ma i biglietti no… (Collezione Matteo Melodia)
L’amichevole viene annullata definitivamente, con buona pace della Federazione che aveva investito un bel gruzzoletto per organizzare un incontro di cartello. Alla fine la perdita sarà di 300 milioni, tra mancati introiti pubblicitari e rimborsi vari.
“Non nascondo che mi sarebbe piaciuto vedere Vialli e Baldieri insieme. Era la cosa più importante, interessante di quella che doveva essere la panoramica di Marassi. Ma sembra che sia destino che non si riesca a disputare una partita di allenamento che mi permetta di allargare la rosa” (Enzo Bearzot, La Gazzetta dello Sport del 10 Gennaio ’86).
Quella partita passata velocemente nel dimenticatoio, però, diventa l’emblema delle cosiddette “sliding doors”. La partita dei “se”.
Baldieri, premonitore sul futuro, non andrà al Mondiale (“Ci tenevo a disputare questa partita, mi avrebbe aperto le porte della Nazionale maggiore. Era la mia grande occasione. E se non mi si presentasse più?”).
Vialli dovrà aspettare 4 anni per diventare protagonista con quella maglia, rimanendo in disparte nel progetto messicano.
Maldini, che avrebbe dovuto esordire a soli 17 anni, si vide costretto a rimandare l’appuntamento con la storia al 1988, saltando l’opportunità di guadagnarsi le grazie di Bearzot in vista delle convocazioni.
Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto.
Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana.
Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel.
Testata preferita: GLIEROIDELCALCIO.COM"