La Penna degli Altri

Ivano Bordon: “Bearzot mi chiese scusa”

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(MONZA-NEWS.IT di Gabriele Passoni – Foto WIKIPEDIA)

Riprendiamo un’intervista di Monza-news.it al mitico portiere Ivano Bordon, nella quale si parla della sua vita calcistica raccontata nel suo ultimo libro “In presa alta”.

[…] Bordon, dove è iniziato tutto?

“Già da bambino a 10-11 anni passavo con i miei coetanei le ore dopo la scuola all’oratorio o per strada a giocare. Poi a 11-12 anni andai con mio zio Mirko a Mestre a fare un allenamento con un allenatore che conosceva anche mio padre, Borsetto Elio, che l’anno successivo mi portò ad allenarmi a Mirano. Feci tutto l’anno ad allenarmi con la squadra, i più grandi facevano la serie D, e al compimento del quattordicesimo anno di eta’ giocai le mie partite con gli Allievi. L’anno successivo giocai nella Juventina di Marghera, squadra del mio paese, e da lì dopo un provino ad Appiano passai all’Inter.”

[…] Quanta responsabilità ha sentito addosso essendo stato il portiere dell’Inter per oltre 10 anni?

“Essere il portiere dell’Inter non è stato facile, però oltre a quelle che erano le mie qualità tecniche devo dire che ho avuto la fortuna di crescere con giocatori di grande umanità, come Lido Vieri, Burgnich, Facchetti, Mazzola, Corso e Boninsegna.”

[…] Quali emozioni ha provato vincendo scudetti e un Mondiale da 12esimo?

“Quello è stato l’anno dell’undicesimo scudetto con 9 presenze (1970), e giocando soprattutto nella partita del sorpasso sul Milan, vincendo a Catania 1-0, quindi immaginate che grande gioia e soddisfazione per un giovane come me. Altra grandissima soddisfazione è aver vinto il Mondiale del 1982, una squadra incredibile con diversi giocatori dell’inter. Io avevo davanti un monumento come Dino Zoff, ma cercavo di mantenere sempre la concentrazione.”

[…] Lei è stato terzo portiere nel ’78 e secondo nell’ ’82. Si aspettava di essere il primo nell’ 86?

“Devo sempre ringraziare Bearzot che mi ha convocato e fatto esordire in Nazionale, anche se nell’86 in Messico non mi aspettavo quel suo comportamento nei miei confronti. Seppi di non essere nella lista dei convocati dalla radio, bastava chiamarmi e dirmi: ‘Ivano ho altre idee’. Mi sarebbe dispiaciuto fortemente lo stesso, ma sarebbe stato diverso sentirlo dalla sua voce. Dopo anni nella partita di addio di Cabrini, si avvicinò a me e mi disse: “Sei ancora arrabbiato con me?” Io gli dissi di non preoccuparsi e prima di andarsene guardandomi negli occhi mi chiese scusa.”

[…] Sia all’Inter che in Nazionale è stato sostituito da Zenga. Curioso no?

“Ha fatto un anno il mio dodici, e poi mi ha sostituito all’Inter e, come sapete tutti, ha fatto davvero bene, non ha smentito quello che si dice da sempre che l’inter ha sempre avuto buoni portieri.”

[…] Quali differenti sensazioni ha provato quando ha vinto i mondiali del 82 e quelli del 2006?

“Nel 1982 ero sempre pronto ad entrare e avrei scaricato tutto giocando ma al contempo ero sempre teso e vivevo la partita in un modo collettivo con gli altri giocatori. Da allenatore, ero sempre teso per osservare quello che faceva il portiere che allenavo.”

 

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