Jens Lehmann, il portierone tedesco che vinse lo scudetto con il Milan nel 1999, pur partendo a Gennaio. ci racconta quell’esperienza Mediapolitika. Ecco un estratto.
[…] E se vi dicessimo che una volta proprio un portiere è stato fra i protagonisti di uno scudetto, ma grazie ai suoi errori? Il protagonista si chiama Jens Lehmann e la storia è quella del titolo tricolore del Milan nel 1999. L’avventura fra Jens Lehmann ed i rossoneri inizia nel maggio del 1997 quando il portiere tedesco che difende i pali dello Schalke 04 si rivela determinante nella finale di Coppa Uefa che la formazione biancoblu strappa all’Inter dopo i calci di rigore.
[…]Sabato 12 settembre 1998 il Milan esordisce in campionato a San Siro contro il Bologna. Il pubblico è inizialmente freddino, il ricordo delle ultime due pessime stagioni autorizza i tifosi ad andarci cauti coi giudizi e con l’entusiasmo, ma già alla fine del primo tempo applaudono convinti la prestazione dei rossoneri che chiudono la frazione in vantaggio per 1-0.
[…] Sabato 26 settembre, però, si consumerà quello che a posteriori verrà definita come una delle svolte nel campionato del Milan. A San Siro, infatti, arriva la Fiorentina di Trapattoni che ha vinto le prime due partite come i rossoneri. […] Di ciò che accade in Milan-Fiorentina si incolperà quasi esclusivamente Jens Lehmann, ma in realtà è un po’ tutta la squadra milanista a commettere errori, sbavature e pastrocchi, a cominciare dal sesto minuto quando Gabriel Batistuta si invola verso la porta rossonera dopo un rinvio sbadato di Costacurta e, appena entrato in area, spara con forza di destro: Lehmann, anche a causa del terreno viscido, si fa sfuggire la palla sotto la pancia e la Fiorentina è in vantaggio. Colpa del portiere, certo, ma anche della difesa che ha lasciato uno come Batistuta libero di colpire. Il primo tempo si chiude così e la ripresa comincia anche peggio per il Milan che dopo una manciata di secondi incassa pure lo 0-2, ancora da Batistuta e ancora a causa di un’incertezza di Lehmann che si fa beffare sul primo palo. Per la squadra di Zaccheroni è un incubo, passano altri 5 minuti e il centravanti argentino completa la tripletta con una bordata su punizione dall’interno dell’area di rigore: 0-3. Sul Milan piove forte e non è soltanto acqua.
[…] Nello spogliatoio, inoltre, gli animi si surriscaldano, i senatori temono un’altra stagione da dimenticare, chiedono al tecnico di affidarsi per il momento a guide sicure, Lehmann sembra aver accusato il colpo ed aver perso certezze, ha paura dell’accoglienza che gli potrà riservare San Siro, non è neanche in perfette condizioni fisiche, meglio allora reinserire Sebastiano Rossi. I casi della vita, si sa, sono imprevedibili, così come i treni che una volta passati non tornano certo in dietro. Fatto sta che una settimana più tardi, in mezzo ad un fiume impetuoso di chiacchiere, il Milan batte in casa per 3-2 la Roma in una gara ricca di polemiche, colpi di scena, ribaltamenti di fronte ed un altro calcio di rigore contro i rossoneri, sventato ancora da Rossi su Totti, col portiere milanista che ne para dunque due in una settimana. L’estremo difensore cesenate offre garanzie, ha la risorsa della rabbia dentro di sé, sembra tornato quello dei tempi migliori e Zaccheroni lo mantiene a guardia della porta, relegando Lehmann in panchina e rispolverandolo solo a fine novembre in Coppa Italia nella sfida Milan-Lazio che terminerà 1-1 sancendo l’eliminazione dei rossoneri dopo l’1-3 incassato all’andata allo stadio Olimpico. E l’avventura di Jens Lehmann a Milano termina qui poiché a gennaio il portiere farà ritorno in Germania trasferendosi al Borussia Dortmund, proprio nei giorni in cui Rossi si buscherà una squalifica lunghissima dopo essere stato espulso nel finale di Milan-Perugia per aver preso per il collo Bucchi in occasione di un calcio di rigore per gli umbri, trasformato dal giapponese Nakata.
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(MEDIAPOLITIKA.COM di Marco Milan)