GLIEROIDELCALCIO.COM (Marco Moschini) – Alcuni si conoscono, si scambiano informazioni e favori. Si confrontano. Altri invece sono lupi solitari che a volte si incrociano inconsapevolmente negli aeroporti o nelle mete dei loro viaggi: i tempi del calcio, gli stadi. Credo non sia stato ancora coniato un termine specifico per definirli. A me piace chiamarli “i collezionisti di stadi”, quelli che non riempiono raccoglitori e librerie ma si mettono in viaggio alla ricerca di sensazioni ed emozioni visive. Li immagino meno materialisti e più emotivi. Eroi a loro modo di una sorta di collezionismo che li spinge a volte ad imprese audaci per raggiungere l’obiettivo.
Il mio collezionista di fiducia ha 43 anni e fa parte della schiera di quelli che preferiscono le visite non durante le partite, quando lo stadio è svuotato e tutta l’attenzione è catalizzata al contorno che fa da cornice al gioco del calcio. Non è fondamentale riuscire a mettere piede nel rettangolo verde di gioco. Nel vuoto e nel silenzio che regna anche il minimo dettaglio non sfugge. I tempi sono lenti, ci si può sedere e osservare, chiudere per un istante gli occhi e dare spazio all’immaginazione, captando e memorizzando sensazioni ed emozione. Jordi Quer vive a Calafell, piccola città di mare della Catalogna che si affaccia sulla costa Dorada. Calafell non dista molto da Barcellona e dal Camp Nou, impianto che ama definire “la sua seconda casa”. Se non si era capito Jordi è tifoso blaugrana fin dall’infanzia. Jordi appena può fa la valigia e prende un aereo per recarsi in visita negli impianti d’Europa e del Mondo.
Ma come è nato “il chiodo fisso” di Jordi Quer? Tutto è partito nei primi anni 90 commenta il calciofilo spagnolo, quando inizia a collezionare cartoline raffiguranti gli stadi. L’interesse con il tempo si tramuta nel desiderio di conoscere dal vivo quello che vede stampato sulla carta patinata. Ma non solo, Jordi comincia ad essere attratto dalla storia degli impianti e dei relativi club. Inizia a prestare attenzione all’architettura, ai dettagli di tribune, settori e aree annesse. A partire dall’anno 2015 decide di curare maggiormente il suo “tour degli stadi” che oggi ha raggiunto il ragguardevole numero di 573 visite in 44 paesi e 4 continenti diversi.
La prima partita che ricorda è quando a 8 anni varca l’ingresso del Camp Nou accompagnato da papà e mamma per assistere ai quarti di finale di Coppa dei Campioni 1986. L’avversario è la Juventus di Trapattoni e il Barcellona vince di misura grazie a una rete di Julio Alberto davanti a 120.000 tifosi. La classica partita che ti lascia impresso nella mente e nel cuore ricordi indelebili che non ti abbandonano più. Il primo stadio visitato all’estero è il De Kuip di Rotterdam nel 1991, finale di Coppa delle Coppe Barcellona-Manchester United. Scoprirò il motivo per il quale Jordi nel suo racconto non si è soffermato più di tanto su questo stadio. Gli inglesi alzarono la coppa contro un Barça rimaneggiato.
Jordi_Norrköpings Idrottspark
– Stare fuori da uno stadio e non poter entrare mi fa diventare letteralmente “loco” (pazzo) – esclama Jordi. “Ho fatto di tutto per entrare. Scavalcare muri, intrufolarmi nei giardini privati confinanti, aspettare tanto tempo finché qualcuno esce o arriva aprendo il cancello. Al Flaminio di Roma sono stato rinchiuso da un addetto comunale che ha sentito le mie urla quando era già dentro la macchina per andarsene. Ad Elche in Spagna è riuscito a varcare la soglia del Martínez Valero attraverso la lavanderia. Sono solo alcuni aneddoti legati alla sua grande passione.”
Come si scelgono gli stadi da visitare? Non esiste un target. Si sceglie uno stadio per la sua storia, o per un evento accaduto o una partita disputata entrata negli almanacchi. A volte per pura casualità.
Gli “old school”, gli stadi di vecchia generazione sono i preferiti di Jordi. E di fatti nella classifica personale dei più belli c’è sul gradino più alto lo stadio Olimpico si Stoccolma rimasto intatto dal lontano 1912 e visitato per ben quattro volte. L’Azteca di Città del Messico al secondo posto. A seguire, nella parte alta della graduatoria: il demolito Vicente Calderón di Madrid, il Luigi Ferraris di Genova, il Maracana di Rio de Janeiro e il Glasgow Celtic Park.
Nel 2010 Jordi si trasferisce in Messico, quale occasione migliore per conoscere il calcio messicano? Nella città di Monterrey hanno sede due delle squadre più importanti del paese. L’idea è come sempre stravagante: staccare un abbonamento per ciascuno dei due club, il Tigres dell’Università pubblica e i “Rayados” del Monterrey FC dell’università privata. E così un sabato è al “TEC” lo stadio Tecnologioco dei “Rayados” e l’altro all’Universitario dei Tigres. Entrambi gli impianti ospitarono il Mondiale del 1986 vinto dall’Argentina di Maradona.
Alla domanda “qual è lo stadio più pericoloso visitato?” Jordi non esita a rispondere il Bosuil di Anversa (Belgio). “Nel 2014 la tribuna era chiusa ma non ho resistito a infrangere il divieto …che pericolo camminare là”.
Jordi_cartolina_stadio_gorizia
Lo stadio di Gorizia
Degli stadi piccoli “ispezionati” il più interessante è il Comunale Baiamonti di Gorizia. Il quarantenne catalano possiede una cartolina degli anni venti della tribuna dell’impianto. Per lui è stato un sogno mettervi piede 100 anni dopo nell’estate del 2017.
In Italia ha visitato 34 stadi. Adora il Filadelfia di Torino per la sua storia e il Romeo Menti di Vicenza “per il suo style molto english”. Bergamo, Foggia e Salerno sono gli obiettivi prossimi, scritti in agenda per l’anno a venire.
Jordi_BOSUIL_ANVERSA
Non solo “turismo da stadio”, negli hobby di Jordi ci sono anche le cartoline raffiguranti stadi. Possiede una collezione con circa 10mila pezzi che viaggiano dal 1898 con diverse rarità e card in bianco e nero. Ma non è la migliore collezione tiene a sottolineare. Non è ai livelli della migliore raccolta, quella di Clino D’Eletto, collezionista di Velletri. Fra i pezzi pregiati: inaugurazione dell’ Adolf Hitler Kampfbahn del 1933 (l’attuale Mercedes-Benz Arena di Stoccarda), diverse cartoline del Sportpark Friedenau di Berlino datate 1899 e 1900, stadio Heysel nella metà degli anni trenta, il primo stadio di Helsinki nel 1924, l’antico stadio di Amsterdam 1920, l’Olimpico di Roma in costruzione e lo stadio di Bologna senza la torre di Maratona.
Nel 2006 Jordi ha collaborato con COLPE (Associazione di collezionisti spagnoli di cartoline) per la redazione di una pubblicazione che ha messo in primo piano le sue 139 cartoline raffiguranti gli stadi sede dei mondiali di Germania.
Jordi OLIMPICO STOCCOLMA
Jordi BUCAREST ARENA
E mentre chiedo altre curiosità, Jordi sta rientrando dal viaggio in Francia. Parc des Princes, St. Denis, Red Star, Auxerre, Dijon, Troyes e Besançon gli stadi battuti senza sosta e in testa i due sogni da realizzare. Scrivere un libro sugli stadi visitati dopo la visita numero 1000 e visitare almeno uno stadio dei 55 stati d’Europa.
Geometra nella vita, appassionato di calcio minore e tifoso nel tempo libero e alla domenica. Cura un blog dedicato al Fiorenzuola Calcio e a tutto quello che vi gravita attorno (passato, presente, etc.): fiorenzuola1922.blogspot.com