La Tragedia del Sarrià, 5 Luglio 1982
Nell’impianto catalano, la torcida brasileira offusca lo sparuto tifo italiano.
I ragazzi di Telè Santana sono chiamati a sconfiggere la Nazionale azzurra, l’ultimo grande ostacolo verso il titolo già scritto. Quei ragazzi sono baciati dal dio talento e sono la naturale prosecuzione di quel gruppo incredibile che seppe vincere tre titoli mondiali tra il ’58 ed il ’70. Per alcuni sono ancora più forti.
Una tripletta del mitico Paolo Rossi spegnerà i sogni di un popolo e le speranze di gloria di una generazione. Zico, Socrates e Falcao quel giorno non potranno nulla contro l’improvviso arrivo di Pablito, scartato dalla stampa e resuscitato dal vecchio lupo chiamato Bearzot.
Sulla panchina verdeoro siede Juninho Fonseca, difensore del Ponte Petra. Un nome che a molti potrebbe dire poco ma che, soprattutto in questi giorni, è venuto alla ribalta grazie ad un servizio del canale brasiliano O Globo. Il signor Fonseca, infatti, è il custode di una reliquia calcistica di primaria importanza, quella maglia azzurra numero 20 che Paolo Rossi indossò il giorno di quella finale: “Avevo chiesto ai giocatori dell’Italia di poter scambiare la mia maglia con una delle loro. Non chiesi espressamente quella dell’attaccante. Nella confusione generale, qualcuno della nazionale azzurra mi consegnò una busta. Non ci fu neppure il tempo di aprirla. Solo dopo il mio ritorno in Brasile ho scoperto che si trattava della 20. E’ rimasta chiusa forse per dieci, dodici anni. E poi, più avanti, quando mi sono trasferito a Ribeirão Preto, l’ho ritrovata e ora la tengo su una gruccia”.
Vi proponiamo il video pubblicato dalla testata carioca.
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