Emir Kusturica, il regista che dedicò a Maradona il celebre film, ha rilasciato una bella e lunga intervista al settimanale del Corriere della Sera Sette. Di seguito il suo passaggio su Maradona …
“Nello stadio della Stella Rossa nel 1982 per il Barcellona segnò un gol di pallonetto incredibile. Mentre lo rievocava, lo descriveva, era felice, come un architetto che mostra l’edificio che ha costruito e tutti ammirano».
E quale le è sembrato il momento più triste, nella vita di Maradona?
«Quando è caduto nel buco della cocaina, raccontava che tutto gli sfuggiva, si perdeva i compleanni delle figlie… Ecco, Maradona non ha mai smesso di essere umano, esposto alla tentazioni, cui spesso ha ceduto, senza mai assolversi. Con me parlava della sua vita al passato, pieno di nostalgia, come un poeta, uno scrittore. Penso alla sua morte, è morto da solo, lui che riempiva gli stadi di centomila persone, amato da milioni di fan…»
Kusturica racconta che spesso gli è capitato di sognarlo …
«Sogno che eravamo giovani assieme, che lui era un mio compagno di classe, e che poi giocavamo nella stessa mia squadra di Sarajevo. Vede, prima era solo il mio idolo, poi ci siamo conosciuti e confrontando l’infanzia nelle periferie, la famiglia, i successi e le cadute… ho scoperto che è come aver avuto un amico d’infanzia. Sono stato felice di averlo aiutato, con il film presentato a Cannes, a recuperare la sua immagine. A Brasilia, durante i Mondiali, un giornalista serbo gli portò una mia foto e lui la baciò».
Qual è il ricordo più “kusturiciano” del tempo che avete passato assieme?
«Alla casa di incontri di un suo amico libanese, un club di prostitute, c’era una sala con delle tv che mostravano in loop i gol di Maradona. Mi sono ricordato della prima volta nella mia vita in cui ho visto ragazze bellissime e cercavo stratagemmi per rimandare il bacio o altri atti. È stato come entrare in una casa di incontri per la prima volta… Se sono sfuggito a queste ragazze, bellissime e aggressive è grazie ai suoi gol. Dover scegliere tra la bellezza dei gol e quei corpi nudi mi faceva sorridere, e il sorriso mi ha difeso da queste donne».