Doveva essere un trofeo celebrativo per festeggiare i 40 anni della Sampdoria. Diventerà la vetrina perfetta per l’altra regina ligure, quel Genoa tutto forza e carattere guidato da Attilio Perotti.
Nell’estate del 1986, il visionario Berlusconi lancia una manifestazione che ha l’obiettivo principale di consolidarsi nel panorama del calcio estivo. La Columbus Cup, chiamata così in onore del navigatore genovese, voleva essere un punto di incontro sportivo tra i popoli toccati dalle rotte nautiche di 500 anni prima. Una organizzazione impeccabile, con un trofeo in oro raffigurante Colombo e una assegnazione definitiva che sarebbe dovuta avvenire nel 1992.
Alla prima edizione, giocata in quel di Marassi, oltre alle già citate Samp e Genoa, anche il Milan e l’Argentinos Juniors di Borghi e Hugo Maradona. E proprio il fratellino minore del grande Pibe aveva spinto lo stesso Diego a presenziare nella serata inaugurale di quel 12 Agosto. Quel giorno, in un Marassi tutto esaurito, si respirava aria di derby vero. Due rivali che non si sfidavano da più di due anni, da quello 0-0 del Marzo 1984, nella stagione che aveva portato i grifoni alla retrocessione.
Tutti pensavano che i ragazzi di Boskov avrebbero finito per fare un sol boccone dei cugini rossoblu. E invece, dopo 90 minuti giocati intensamente da entrambi, succederà l’inaspettato. Policano, al 19esimo della prima frazione, porterà in vantaggio i grifoni con una punizione potente e angolata, deviata da Paganin. La Sampdoria impiegherà quasi un’ora a trovare il pareggio, grazie al furetto Ganz, abilissimo a farsi assegnare un rigore dopo un fallo di Torrente. Vialli trasformerà dal dischetto.
Si andrà ai supplementari e poi ai rigori. Il Genoa vincerà grazie alle parate di Cervone, lo stesso portierone che permetterà ai calciatori di Perotti di vincere anche la finale contro il Milan.