ESQUIRE.COM – Marco Van Basten, nome italianissimo innestato su un cognome da tulipani arancioni. Uno dei più grandi campioni di sempre, uno dei più grandi rimpianti sul campo per colpa di un talento tanto impressionante quanto minato dalla fragilità fisica, che ne ha interrotto la carriera davvero troppo presto. Una fiammata immensa, Marco Van Basten “il Cigno di Utrecht”, e mai un soprannome avrebbe saputo descrivere più chiaramente l’eleganza potentissima di uno sportivo. Un centravanti spettacolare con caviglie di cristallo fragilissimo. Marco Van Basten ha fatto la storia del Milan grazie a gol memorabili, vincendo tutto con la squadra rossonera ma anche alzando il trofeo di Campione d’Europa con la nazionale olandese nel 1988. Tutto velocissimo: la storia di una carriera finita troppo presto.
Marco Van Basten nasce il 31 ottobre 1964 nella città di Utrecht, in Olanda. Fin da piccolo si appassiona al calcio: a 7 anni giocava in una squadra locale di Utrecht chiamata UVV, che è stata il suo vivaio di crescita e sviluppo. Un rapido passaggio in un altro club della città, l’USV Elinkwijk in cui giocò solo una stagione, e i papaveri dell’Ajax si accorsero di quanto fosse bravo quel ragazzo dalle gambe lunghe in grado di controllare il pallone come pochi altri. All’età di diciassette anni entrò nelle categorie inferiori del club ma il 3 aprile 1982, a 18 anni, Marco Van Basten debuttò in prima squadra contro il NEC Nijmegen, andando a sostituire una leggenda come Johan Cruyff.
Van Basten a Euro 88
Marco Van Basten è stato il capocannoniere della lega olandese per tre anni. I suoi score continui lo hanno portato a guadagnare un posto nella nazionale di calcio dei Paesi Bassi, gli Orange. Nei 10 anni in cui ha vestito la maglia della nazionale, tra il 1983 e il 1993, Marco Van Basten ha segnato 24 gol. Il più importante, e considerato anche uno dei gol più belli della storia (tiro al volo ad incrociare sul secondo palo, da una posizione quasi impossibile), lo segnò contro la allora Unione Sovietica agli Europei 1988. E fu il gol che consegnò alla squadra olandese la vittoria dell’Europeo.
Giocatore dalla classe eccezionale e dotato di senso del gol come pochi altri, Marco Van Basten era il sogno di molti presidenti di club europei. A spuntarla il 5 luglio 1988 fu una squadra italiana, il Milan, guidato dal nuovo presidente Silvio Berlusconi. Si formò così un trio indimenticabile per chiunque abbia seguito il calcio di quegli anni, non solo per i tifosi rossoneri: Marco Van Basten, Ruud Gullit e Frank Rijkaard. Tre giocatori fenomenali (e diversissimi), tutti e tre olandesi. Il palmares di Van Basten nel Milan è stato magistrale: tre campionati italiani (1988, 1992 e 1993), due Coppe dei Campioni (1989 e 1990), due Supercoppe Europeee (1990 e 1991) e due Coppe Intercontinentali (1989 e 1990), per un totale di 147 partite e 90 gol complessivi. Durante la sua carriera in rossonero Marco Van Basten ha vinto anche tre Palloni d’Oro (1988, 1989 e 1992), ed è terzo nella classifica dei più premiati di tutti i tempi dopo Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, al pari con il vecchio collega Johan Cruyff e con Michel Platini.
Marco Van Basten e la caviglia traditrice
La strepitosa carriera del talento incredibile di Marco Van Basten è stata purtroppo ostacolata da problemi fisici. Già nel 1986, dopo un contrasto, fu costretto a operarsi alla caviglia destra in Svizzera. L’anno dopo, da giocatore del Milan di Arrigo Sacchi, si infortunò di nuovo ma alla caviglia sinistra: restò fermo 6 mesi e tornò a giocare direttamente nella partita decisiva contro il Napoli di Maradona, al San Paolo, quando il Milan si laureò campione d’Italia. Nel 1990 fu la volta del menisco, due anni dopo toccò di nuovo alla maledetta caviglia sinistra: Marco Van Basten si operò ancora una volta, ma non fu l’ultima. Lo stop definitivo alla strepitosa carriera del Leonardo da Vinci del calcio, come lo definì Adriano Galliani, arrivò nel 1995, dopo che per due anni Van Basten aveva provato a recuperare dall’ultimo, disperato intervento alla caviglia. A quasi 31 anni, il 17 agosto 1995 Marco Van Basten annunciò il suo ritiro dal calcio.
Dopo aver terminato la sua carriera come calciatore, ha studiato alla Royal Football Federation dei Paesi Bassi e ha avviato una carriera da allenatore. Inizialmente è stato assistente del suo ex compagno di squadra John van’t Schip nella seconda squadra dell’Ajax. Nel 2004 è stato nominato commissario tecnico della nazionale olandese, ottenendo buoni risultati ma nessun trofeo. Successivamente ha allenato Ajax ed Heerenveen, tornando poi all’Ajax ma come dirigente. Non ha mai amato il ruolo di allenatore, che gli ha causato anche dei problemi cardiaci: ebbe a dire di preferire lavori un po’ più nell’ombra. Appassionato di golf, è un giocatore piuttosto bravo, quasi professionista sostengono gli amici. Dal 2016 all’ottobre 2018 ha ricoperto il ruolo di Chief Officer for Technical Development per la FIFA, occupandosi dello sviluppo della tecnologia in campo, specialmente per quel che riguarda l’assistenza arbitrale (come il VAR). Si è dimesso adducendo la necessità di stare vicino alla sua famiglia.
Marco Van Basten, famiglia
Nella sua infanzia, ha sofferto la separazione dai suoi genitori, oltre a una lunga malattia sofferta da sua madre. Era molto legato al padre Joop van Basten, ex giocatore di DOS e HVC morto nel 2014, considerato vero faro personale da parte del calciatore. La moglie di Marco Van Basten è Liesbeth van Capelleveen, con cui si è sposato il 21 giugno 1993 in un castello alla periferia di Utrecht. Hanno avuto tre figli: Rebecca nata nel 1990, Angela arrivata due anni dopo e l’ultimo, Alexander, nato nel 1997. Attualmente Van Basten vive tra Badhoevedorp, vicino Amsterdam, e Monaco, dove possiede una casa.
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