Se nella storia del calcio la nazionale della Germania Ovest ha davvero scritto pagine indelebili, lo stesso non si può dire dei cugini di Berlino Est, ma nonostante questo punto la storia di questa compagine merita di essere raccontata
Il contesto storico che vede la nascita della nazionale di calcio della Germania Est è da ricercare nella fine della seconda guerra mondiale, cioè quando la Germania, più precisamente Berlino, venne divisa in quattro diverse aree d’influenza che facevano capo alle nazioni che formavano la Grand Alliance (Francia, Inghilterra, Unione Sovietica e Stati Uniti d’America) vincitrice della guerra. La nazionale calcistica nacque nel 1952 che è anche la data del primo confronto internazionale contro la Polonia, altra nazionale di uno Stato membro del Patto di Varsavia e di fatto tutte le prime avversarie della nazionale furono tutte squadre di paesi socialisti. Partiamo da un punto importante, la nazionale non nacque così dal nulla, già nel 1949 nella zona Est venne istituito, dai sovietici, un campionato di calcio a eliminazione diretta (Ostzonenmeisterschaft).
Come primo Ct. della nazionale, in principio la Federazione Calcistica della DDR, voleva Helmut Schon, colui che in seguito diventò allenatore e artefice dei successi della Germania Ovest. Questa operazione non si concretizzò mai perché sopraggiunse un ostacolo sulla strada, cioè la Federazione di calcio della DDR venne ammessa alla FIFA con ritardo e Schon varcò il confine per sedersi sulla panchina dei cugini dell’Ovest. Come ho accennato all’inizio, questa nazionale non raccolse molti successi, rispetto ai cugini della parte Ovest, riuscendo a fallire molte qualificazioni ai campionati Europei e centrando solo una qualificazione ai mondiali del 1974, ironia della sorte disputati proprio in Germania Ovest. Proprio in questa edizione, si disputò lo storico derby tra le due compagini che ovviamente assunse delle valenze di scontro politico tra il blocco Occidentale contro quello Orientale. Oltre all’incipit politico questa partita passò alla storia come l’unico scontro tra le due nazionali, che in quell’occasione, vide il successo dei tedeschi dell’Est grazie a un gol di Jurgen Sparwasser al 76’ della partita. La soddisfazione della vittoria, ovviamente, aveva due facce: la prima è che portò i tedeschi orientali al secondo turno dell’unica manifestazione iridata e la seconda ovviamente nel campo politico.
Dopo questo intermezzo il percorso della Germania Est calcistica tornò nell’ombra senza riuscire più a centrare successi concreti in questo campo. Il successo sulla Germania Ovest si trasformò nel canto del cigno dei tedeschi orientali che solo nel 1990, ormai a muro caduto, riuscirono ad andare vicini a qualificarsi alla fase finale dei mondiali.
La nazionale di calcio della Germania Est è la punta dell’Iceberg di un sistema calcistico instaurato dal regime socialista tedesco. La formula scelta dal governo della DDR fu quella di formare società sportive di stampo popolare, quindi come primo passo vennero sciolte tutti i vecchi club calcistici, considerati dal governo tedesco simbolo della borghesia, così al loro posto vennero istituite delle società con ragione sociale legate ad aziende di Stato e ad altri enti pubblici; quindi nacquero squadre come la Lokomotive (ferrovie nazionali), Chemie (industria chimica), Stahl (industria metallurgica) e Wismut (mineraria). Il calcio tedesco, in generale lo sport nella DDR, era fedele all’ideologia comunista fatta di pianificazione e un’organizzazione rigida votata ad arrivare sempre al risultato finale. Se però la nazionale maggiore non riuscì mai a brillare nelle competizioni sportive, un’altra storia fu per la sezione juniores della nazionale.
Una delle caratteristiche che rese la DDR una potenza sportiva a livello internazionale, soprattutto alle Olimpiadi, furono i durissimi allenamenti a cui venivano sottoposti i propri atleti, tra cui anche le giovanili della nazionale. I giovani calciatori si trovarono così ad aver a che fare con allenamenti strutturati su una funzione di “screening” unito a una preparazione durissima e tutto questo servì per poterli indirizzare nelle squadre migliori del campionato. I giovani giocatori tedeschi conquistarono tre titoli juniores a livello europeo: nel 1965 contra l’Inghilterra, nel 1970 riuscirono a sconfiggere la nascente Olanda del calcio totale di Cruyff e nel 1986 contro la nostra nazionale giovanile, grazie a una stella in mezzo al campo, una vecchia conoscenza del calcio italiano, il grandissimo Matthias Sammer. Grandi soddisfazioni anche nel campo delle Olimpiadi, come ho scritto prima, la DDR, era una macchina programmata per vincere i metalli più preziosi e di fatto la nazionale di calcio riuscì ad aggiudicarsi, un bronzo in Messico 1968, uno Monaco nel 1972 (battendo proprio i cugini in semifinale) e una medaglia d’oro nell’edizione del 1976 di Montreal in Canada.
Alcune delle stelle calcistiche della nazionale tedesca dell’Est furono il già citato Matthias Sammer pallone d’oro nel 1996, Jurgen Croy considerato il miglior portiere della Germania Est, Reinhard Lauck uno dei mediani più forti nella DDR, Adreas Thom un talento cristallino e uno dei pupilli del capo della Stasi, Mielke. Thom è uno dei pochi giocatori che nel suo curriculum può vantarsi di aver giocato sia nella nazionale della DDR e sia in quella della Germania riunificata. La storia del calcio nella Germania Est meritava sicuramente un focus più ampio e accurato. Provare a parlare della nazionale dell’Est è però, un qualcosa di utile per la storia del calcio in generale.
Nato a Livorno il 5 febbraio 1988, si è laureato in "Storia contemporanea" all'università di Pisa, in particolare si occupa di storia dello sport, ha approfondito i filoni di ricerca relativi a questo campo di studi, più precisamente della storia del pugilato italiano e statunitense.
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