La Nazionale italiana e la Tenda rossa: ovvero quando gli azzurri “salvarono” dei dispersi al Polo Nord
Nel 1928 le Olimpiadi di Amsterdam si svolgono in un’atmosfera radicalmente trasformata rispetto alle precedenti edizioni.
Tre anni prima,infatti i francesi hanno abbandonato definitivamente la zona industriale della Ruhr e nel dicembre dello stesso anno è stato firmato il Patto di Locarno, che varrà a Briand e Stresemann il Premio Nobel per la Pace.
L’Italia, in questo rinnovato spirito olimpico, si presenta alla semifinale del torneo olimpico dopo aver battuto la Spagna, in una partita che è passata alla storia per quanto accaduto a parecchi chilometri di distanza.
Questa incredibile nota a margine racconta che, durante le fasi più concitate del match, in un punto imprecisato dell’immensa distesa di ghiacci del Polo Nord, un gruppo di uomini disperati attendeva che qualcuno al mondo sentisse i loro appelli di soccorso.
Erano i superstiti del Dirigibile Italia del comandante Umberto Nobile, drammaticamente precipitato giorni prima. Assediati dal gelo e dalla fame, sotto una tenda rossa, gli uomini stavano raccolti intorno alla radio di bordo:era la loro unica speranza.
Da giorni e giorni un marconista di nome Giuseppe Biagi premeva instancabilmente il pulsante per mandare messaggi di S.O.S., ma alla cuffia incollata alle orecchie non arrivava mai nessuna risposta.
A un tratto, però, Biagi zittisce i compagni e si rannicchia in ascolto. Gli altri lo fissano, ansiosi. “Vittoria! Vittoria!”. Il grido fa balzare tutti. Qualcuno congiunge le mani, emozionato.
“Ci hanno sentito?”, domanda un compagno. “No” risponde Biagi: “L’Italia ha battuto la Spagna 7-1!”.