Il Foglio ripercorre le vicende calcistiche e di vita di Villaplane, giocatore francese che passò dall’essere un monumento nazionale ad un ricercato. Ecco un estratto.
[…] Quell’uomo è stato tante cose insieme. Prima il capitano della Nazionale Francese ai Mondiali del 1930, l’uomo che con la fascia al braccio aveva guidato i suoi compagni alla vittoria contro il Messico. Orgoglio nazionale, gioia condivisa. […] Villaplane aveva giocato le Olimpiadi di Amsterdam del 1928. E si era fatto notare. Per il suo colpo di testa portentoso. Per la sua capacità di far viaggiare il pallone lungo corridoi immaginari. Se ne stava in mezzo al campo. A prendere botte. A dare botte. Una dopo l’altra. Una volta, contro l’Irlanda, era stato colpito involontariamente da Blair. Villaplane si era fermato, aveva guardato l’avversario, l’aveva centrato con un pugno. E poi con un altro ancora. Per riportare la calma era stato necessario l’intervento dei compagni. Ma il francese non aveva voluto stringere la mano tesa di Blair. Per nessun motivo al mondo. Alla vigilia del Mondiale viene nominato addirittura capitano dei Bleus. “È il giorno più felice della mia vita”, dice prima di salire sulla nave italiana che lo avrebbe portato in Uruguay.
[…] Nel 1932 la sua vita cambia. Per sempre. Il professionismo diventa realtà. Così il piccolo Antibes decide di mettere mano al portafogli. Villaplane costa una fortuna. Ma trasforma quella anonima società nella favorita alla titolo di campione di Francia. L’Antibes vince il torneo del Sud. E poi batte in finale l’SC Fives di Lille. Il nome di Villaplane finisce nelle cronache ma non in quelle sportive. L’Antibes gioca una partita a Bologna. Alexandre Villaplane viene raggiunto da una notizia. Tempo prima aveva comprato un biglietto della lotteria spagnola e lo aveva chiuso nella cassaforte del club. Bene, ora quel biglietto era diventato addirittura vincente. Fanno un milione e mezzo di franchi. Solo che quando torna a prenderlo per incassare la vincita, il tagliando è evaporato. Qualche tempo dopo viene fuori una storia ancora peggiore. La finale del campionato francese era stata truccata. L’allenatore viene squalificato. Una sentenza che si porta dietro una convinzione diffusa: il vero autore della combine sarebbe stato Villaplane. Il sospetto è confermato dalla decisione del club. Il contratto del centrocampista è rescisso. Con reciproca insoddisfazione.
[…] Nel giugno del 1940 i nazisti prendono Parigi. […] Nasce una banda. Che si fa chiamare Gestapo francese. Rubano, razziano, girano con le uniformi delle SS, rastrellano ebrei, torturano membri della resistenza. Il loro lavoro è talmente apprezzato che Alexandre diventa un sottotenente delle SS. Nel febbraio del 1944 guida la Brigata Nordafricana. Raccoglie immigrati. E ha il compito di ripulire la regione del Périgord.
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(ILFOGLIO.IT di Andrea Romano)