GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia) – Quando Barbuti realizza il suo gol più bello in carriera, è il pomeriggio del 14 Settembre 1986. La data che segna l’inizio dell’era Berlusconi in campionato.
Una grigia Milano aveva accolto 80.000 spettatori assetati di rinnovamento, mentre l’istrionico Liedholm metteva fuori Di Bartolomei e Galderisi per far posto ad Evani e Massaro.
Sembravano lontani i tempi dell’arrivo in elicottero sul prato dell’Arena, quando il cambiamento promesso prendeva la forma di uno spettacolo televisivo guidato dal presidentissimo e dai suoi visionari assistenti.
La squadra non era ancora quella superlativa del periodo Sacchi, ma già ruotava attorno al capitano Baresi e ad alcune pedine fondamentali che avrebbero costituito il blocco futuro.
A dir la verità, quel Milan cambierà il proprio destino dopo la sonora batosta ricevuta in Coppa Italia dal Parma di Sacchi, appena undici giorni prima; quel giorno, il genio dell’allenatore di Fusignano incontrò l’ambizione smisurata del capo rossonero, gettando le basi per la costruzione dei trionfi del decennio a venire.
Ma la prima domenica di quel campionato che avrebbe segnato la definitiva consacrazione del genio di Maradona e del suo Napoli, fu il momento dei mal di pancia della stampa, della presidenza (seppur speranzosa) e di alcuni giocatori. Marc Hateley esasperato che lanciava gestacci alla tifoseria, Berlusconi che invocava “benedizioni” (per eliminare una sfortuna senza eguali) e i giornalisti che smontavano l’ambizioso progetto rossonero.
Eloquenti, a questo proposito, alcuni stralci di un articolo de La Gazzetta dello Sport del 15 Settembre di quell’anno:
“Bisognerà vedere però quanti saranno coloro i quali avranno ancora voglia di seguire il Milan a San Siro dopo la seconda sconfitta casalinga consecutiva”
“Ma intanto la sua serie nera si allunga. Da quando è diventato presidente, il 24 Marzo scorso, Berlusconi non ha ancora visto il Milan vincere in campionato. E se fosse proprio il caso di ricorrere ad una bella benedizione?”
Lasciando da parte i discorsi religiosi, forse quella benedizione quell’anno fu rimandata ma funzionò per i successi futuri. Con buona pace di una parte di stampa poco visionaria.