La Coppa dell’Europa Centrale, come era chiamata prima del 1955 e poi la Coppa Mitropa, accezione attibuita al trofeo che vedeva gareggiare squadre provenienti da varie nazioni del centro Europa, vide la Romapartecipante in tre occasioni.
Alla Coppa Mitropa del 1955, prima edizione con questa nuova denominazione, la Roma prese parte dopo che aveva già gareggiato negli anni precedenti nella Coppa dell’Europa Centrale arrivando, nel 1931, alla semifinale.
La Roma disputò tale competizione in piena estate con un duplice incontro che mise i giallorossi di fronte al Vojvodina nel turno preliminare. L’esito fu tutt’altro che favorevole. La Roma, infatti, fu sconfitta in entrambe le partite: 4-1 a Novi Sad il 29 giugno. 5-4 nella partita di ritorno giocata a Roma il 3 luglio.
Testimonianza di quella partita di sessantasette anni fa il gagliardetto che venne consegnato al capitano della formazione serba. La Roma in quel periodo utilizzava gagliardetti triangolari colorati con partitura giallo e rossa su cui veniva apposto il ricamo della denominazione societaria e la data dell’incontro. Come consuetudine in quel periodo la Roma non faceva apporre sui gagliardetti il proprio stemma che invece era apparso negli anni precedenti. Il gagliardetto, provvisto di passanti e asta in metallo era anche corredato da una fine passamaneria che lambiva i lati dello stendardo. L’esemplare odierno ha una corda sicuramente posticcia apposta in luogo dell’originale.
I personaggi di spicco nella Roma che gareggiò in Mitropa
Tre, tra gli altri, i personaggi di spicco di quella Roma. Il primo l’allenatore inglese Jesse Carver un visionario e innovatore tanto che le cronache sportive accostarono a lui la paternità della “zona”. Nella Roma il tecnico inglese rimase due stagioni: nel 1953 – 1954 e poi la seguente quando riuscì a conquistare il terzo posto in campionato. Si dice che dopo l’infausto risultato con il Vojvodina il club capitolino decise di dare il benservito al tecnico. Ques’ultimo andò ad allenare in Inghilterra prima di tornare nuovamente a Roma, sponda Lazio. Gli altri personaggi di quella squadra erano il campione del mondo Alcides Ghiggia che militò nella Roma per alcuni anni giocando oltre 200 partite con i giallorossi nonché l’ungherese Istavan Stefano Nyers che militò anche nelle file dei serbi riuscendo a rimanere nei loro cuori tanto da essere accolto in maniera trionfale all’arrivo a Novi Sad.
La sconfitta della Roma venne definita dalla stampa dell’epoca figlia della maggiore freschezza dei serbi nonostante la fierissima resistenza dei giallorossi nella gara di ritorno.
Un aneddoto connesso con la gara di Novi Sad è riportato in chiusura dell’articolo del “Calcio Illustrato”. Il noto settimanale sportivo riporta, infatti, che al termine dell’incontro i calciatori jugoslavi si sobbarcarono un viaggio, in vista della partita di ritorno del 3 luglio, davvero “epico”. Così cita l’articolo “…i giocatori jugoslavi, invece, si sono messi in treno la sera stessa di mercoledi viaggiando per trentaquattro ore in scompartimenti di seconda classe e consumando, durante il percorso, i cibi in scatola che si erano portati dietro…”. Davvero calcio d’altri tempi!
Da “Calcio Illustrato” articoli relativi ai due incontri.