Nel vivo del periodo d’oro degli anni settanta, i dirigente dell’ASSE, così come veniva abbreviato il nome del Saint Etienne, decisero di rinnovare lo stemma societario. Regna molta incertezza sulla scelta. Infatti è davvero singolare il modo con cui venne presa. Per spiegarla ci vuole un antefatto. A settembre del 1967 i francesi acquistano l’attaccante maliano Salif Keïta. Un giocatore che rimarrà tra le fila dei bianco verdi fino al 1972 disputando 186 partire nel corso delle quali riuscì a realizzare ben 164 goal. Ancora oggi è il secondo cannoniere di tutti i tempi della squadra. Esattamente un anno dopo l’arrivo di Keïta una persona vicina al club, nel corso di un programma televisivo dedicato alla filatelia, osserva che molti francobolli di una tiratura emessa dal Mali raffigurano una pantera.
Dall’associazione tra la pantera e Keïta, con il minimo comune denominatore il Mali, venne tratto lo spunto per lanciare un concorso. Quest’ultimo doveva, graficamente, esprimere il connubio tra il felino e il club. Alla fine, la proposta vincente fu quella presentata da Roger Viou. Lui disegnò il profilo di una pantera intenta a scavalcare un pallone. Quest’immagine rappresentava al meglio lo spirito combattivo del club. Ecco perché a partire dal 1968 sui gagliardetti del Saint Etienne spicca, in un ancile, una pantera nera intenta a scavalcare un pallone con ai piedi l’acronimo ASSE del club.
Lo stemma degli anni d’oro
Questo stemma, sempre presente sui gagliardetti, accompagnò gli anni d’oro del club francese. Un periodo fatto di vittorie nel Campionato francese e nella Coppa Nazionale. Oltre a questi successi ci furono le ottime prestazioni nella Coppa dei Campioni dove il Saint Etienne raggiunse la finale nella stagione 1975 – 1976. Nell’ultimo atto si arrese al Bayern. Nella stagione seguente, invece, si fermò ai quarti di fronte al Liverpool poi vincitore. In quelle stagioni i gagliardetti utilizzati, finemente curati nei dettagli (corda perimetrale in bianco verde e pendaglio nella stessa tonalità), riportavano il ricamo dei dettagli dell’incontro in capo allo stemma del club e la data sottostante.
La formazione scesa in campo in occasione della sfida con il PSV, Coppa dei Campioni ‘76 – ‘77
Un’ultima curiosità è legata al colore principale del Saint Etienne, il verde, che insieme al bianco hanno sempre caratterizzato i gagliardetti del club francese. La sua scelta affonda alle origini del club ed è associata all’azienda di proprietà di Geoffrey Guichard, padre fondatore del Saint Etienne, la cui azienda Casìno – multinazionale attiva nel settore alimentare – utilizzava il verde nel proprio stemma. A Guichard è intitolato lo stadio del Saint Etienne che venne inaugurato nel 1931. Insieme a suo figlio Pierre ha onorato la storia della squadra, una delle più titolate di Francia ora, purtroppo, relegata in serie B francese.
Busto di Geoffrey Guichard fondatore del Saint Etienne
Originario di Ariccia, nel bel mezzo dei Castelli Romani. Impegnato nel mantenere viva la memoria del calcio studiandone “i colori” che lo contraddistinguono. Studioso di Araldica. Tra i più grandi collezionisti al mondo di gagliardetti. Un sito, www.pennantsmuseum.com , per condividere con i calciofili, italiani ed esteri, il fascino intramontabile dei gagliardetti.