L’orgoglio e la storia di una squadra: la Sampierdarenese
Sampierdarena e la Sampierdarenese la storia di una squadra di una città, poi quartiere di Genova dal 1926, rimasta nella storia del calcio italiano non solo per aver preso parte e otto campionati di Serie A, oltre a numerosi in Prima Divisione, ma anche perché dalla fusione con l’Andrea Doria, altra squadra storica genovese, nacque il 12 agosto del 1946 l’Unione Calcistica Sampierdarenese Doria Genova, semplicemente la Sampdoria.
La storia di questa squadra è veramente affascinante. Questa rappresentava il vanto di una cittadina davvero operosa che ha sofferto, soprattutto a livello calcistico, le imposizioni del regime fascista. Per fare un esempio, nel 1927, il Regime aveva dato disposizione di cambiare denominazione. Da qui, attraverso l’accorpamento tra la Sampierdarenese e l’Andrea Doria, nasce la Dominante oppure quello di dieci anni dopo quando da una “sinergia coatta” tra Sampierdarenese, Rivarolese e Corniglianese sorse il Liguria.
Lo stadio della Sampierdarenese
Come non ricordare il fascino del primo Stadio della Sampierdarenese. Questo aveva una tribuna in legno (soprannominata dai tifosi locali in un eloquente “A scàtoa de pìloe”), che è rimasta iconica. Era stata ricavata dal Parco della Villa Imperiale Scassi una costruzione cinquecentesca soprannominata “LaBellezza” con riferimento ai suoi fasti architettonici ed allo splendore delle decorazioni dei suoi interni.
Cartolina dello Stadio di Villa Scassi (fonte Wikipedia)
La favola di questa gloriosa squadra nacque nel 1891 dalla polisportiva Società Ginnastica Comunale Sampierdarenese le cui attività della sezione calcistica presero piede nel 1899. Nella stagione 1934 – 1935 arrivarono a disputare, il primo campionato di serie A sfidando e battendo alla prima giornata i campioni del Bologna. Il Calcio Illustrato decanta in prima pagina il clamoroso risultato esemplificandolo con il titolo “MagoFelsner” riferendosi alla bravura dell’allenatore austriaco dei liguri mentre nel commento tecnico alla partita l’azzurro De Vecchi scrisse “…la matricola si è laureata in un’ora e mezzo di esame…”
Per ironia della sorte proprio sul campo del Bologna la Sampierdarenese si era imposta nello spareggio valido per la promozione in A contro il Bari. La squadra aveva disputato quell’incontro con maglie verdi che furono donate dal Presidente del Bologna Dall’Ara ai genovesi. Inoltre, Hermann Felsner era stato anni addietro allenatore del Bologna e, quindi, conosceva come arginare la “corazzata” Bologna.
Copertina del Calcio Illustrato del 3 ottobre 1934
Il Calcio illustrato. Commento tecnico dell’incontro Sampierdarenese – Bologna di De Vecchi
Il gagliardetto di oggi
Il gagliardetto odierno ci riporta indietro di circa novanta anni ovvero agli anni trenta, periodo di massimo fulgore della squadra. Un esemplare semplice privo dello stemma. Nonostante questo è affascinante notare i segni del tempo che hanno oramai portato via lo sfondo bianco e la fascia rossonera centrale su cui è apposto il ricamo della denominazione societaria. Colori affatto banali in quanti ripercorrono l’intera tradizione della Società ligure. Il nero come la tonalità che fu utilizzata agli albori della squadra e per tutto il periodo precedente alla Prima Guerra Mondiale. Al termine del conflitto mondiale la Sampierdarenese iniziò le proprie attività nel 1919 assorbendo nelle proprie fila molti giocatori della disciolta Associazione del Calcio Ligure. Per onorare la società del quartiere di Bolzaneto alla fascia nera venne aggiunta quella rossa. Questa ricordava i fasti dell’A.C. Ligure, compagine a sua volta nata da un’ulteriore fusione che aveva interessato tre squadre genovesi.
Pertanto le maglie oggi indossate dai giocatori della Sampdoria non sono altro che l’omaggio ai fasti della Sampierdarense e dell’Andrea Doria. Due squadre genovesi che hanno segnato gli albori del calcio nazionale.