Sono passati 24 anni dal primo, meraviglioso gol del fenomeno Antonio Cassano in Serie A
Ricordo ancora quel 18 Dicembre del 1999. Ero in macchina, era sera, ascoltavo alla radio la cronaca di una partita tra il Bari di Fascetti e l’Inter di Lippi. Un derby tra viareggini, dal risultato apparentemente scontato. Avevo appena sedici anni e tante speranze calcistiche ancora da coltivare. Quello che mi era rimasto scolpito nella mente, in quella settimana che precedeva l’incontro, erano state le immagini del TG regionale della Puglia. Si parlava di un ragazzino di Bari, poco più grande di me. Un ragazzino del quale si diceva un gran bene, con le movenze ed il fisico che ricordavano il primo Romario. Si aspettava di veder sbocciare quel fenomeno, nato in una notte d’estate del 1982 e che si chiama Antonio Cassano. Ci si chiedeva se il buon Fascetti, grande esperto di calcio, avrebbe avuto il coraggio di ripetere l’esperimento di qualche giorno prima.
L’11 Dicembre del 1999, infatti, quel ragazzino aveva esordito in Serie A nel difficilissimo (e quasi impraticabile) stadio del Lecce. Al microfono di Nanni Besostri, un Cassano emozionato, quasi scocciato per la sconfitta del suo Bari, aveva raccontato l’emozione di quella serata, sottolineando il fatto che, su un terreno di gioco come quello, il vero Cassano non si era proprio visto.
Un giocatore diverso dagli altri
Il grido di Bruno Gentili, in quella secca sera di ventiquattro anni fa, me lo aveva confermato: era sbocciato un fenomeno assoluto e io, come tutti, avevo “fame” di vedere in tv quell’opera d’arte disegnata dal prodigio di Bari Vecchia …
“Enyinnaya aveva fatto gol, a lui gli stava cambiando la vita: avevo questo tarlo nella testa. Al novantesimo, l’unico lancio che Simone Perrotta ha fatto nella sua vita, ho fatto un grande aggancio e un gran gol”
Da quel giorno di molti anni fa, ho imparato ad apprezzare un giocatore diverso dagli altri. E non me ne vorranno i detrattori se, ammirando solo il bello delle sue incredibili giocate, penso a quello che poteva essere e non è stato, indirizzando il buon Antonio sulla strada dei più grandi di sempre.
GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)