Il quinquennio compreso tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo secolo è senza ombra di dubbio targato Brasile. La vittoria di due Coppe continentali consecutive (1997 e 1999) sommate ad altrettante finali dei Mondiali, contribuiranno a rilanciare l’immagine sportiva e sociale di un intero Paese, nonché l’eccezionale talento di Luis Nazario da Lima, meglio conosciuto come Ronaldo.
Ronaldo: il Fenomeno
La stella brasiliana comincia a mettersi in luce durante la Copa América del 1997, ospitata dalla Bolivia. La Seleçao debutta subito contro la piccola nazionale costaricana, travolgendola per 5-0. Il giovane Ronaldo è autore di una perfetta doppietta che contribuisce a schiantare l’esordiente Costarica. Il Fenomeno, come lo chiamano tutti, ha già segnato 54 gol in 57 partite in Olanda, dove ha giocato con il Psv Eindhoven, e poi altri 47 in 49 gare con la maglia del Barcellona.
È dotato di una capacità fisica sorprendente e di una tecnica sopraffina. Ambidestro con la più assoluta naturalezza, è velocissimo anche nel dribbling, e quando calcia in porta lo fa con un’enorme precisione: è il prototipo del campione del nuovo millennio. Nel biennio ’96-98 giocherà a calcio come nessuno mai, e per questo verrà considerato il miglior giocatore del mondo.
Lo rimarrà per molto tempo, anche dopo le dolorose operazioni ai legamenti del ginocchio che gli costeranno una buona percentuale di movimento. All’epoca della Copa aveva appena firmato un contratto con l’Inter di Moratti che lo legherà alla squadra nerazzurra per i prossimi cinque anni.
Il cammino in Copa America
Superato il girone a suon di gol, ai quarti di finale i brasiliani pescano il Paraguay del portiere José Luis Chilavert. Strano ma vero, è stato proprio l’estremo difensore dei paraguaiani a segnare il gol decisivo contro l’Albiceleste che ha consentito alla sua nazionale di passare il turno. E non sarà l’unica volta. Chilavert è abile nel tirare dal dischetto e su calcio di punizione: in carriera arriverà a più di sessanta reti.
Chilavert, però, non riuscirà a segnare contro il Brasile né sarà in grado di fermare Ronaldo, che quel giorno segna un’altra splendida doppietta. Il cammino della Seleção prosegue dunque inarrestabile. Lo sa bene il Perù, che in semifinale contro i verdeoro subisce sette gol.
In finale ci arrivano dunque le due squadre imbattute: boliviani e brasiliani. La gara appare da subito piuttosto bloccata e il primo tempo finisce 1-1: gol di Edmundo ed Erwin Sánchez. Ma quando mancano dieci minuti alla fine, il Brasile sale in cattedra e fa prevalere le capacità superiori dei propri campioni. Dopo un rapido scambio con Denilson, Ronaldo scarica un siluro con il sinistro dal limite dell’area. Nel finale, il gol decisivo lo mette a segno Zé Roberto. Il Brasile vince per la prima volta una Copa América giocata fuori casa.
La generazione di fenomeni del Brasile
Nel 1999 la Seleção stravince per la seconda volta consecutiva. Già dalla prima partita dimostra di voler fare sul serio, annichilendo 7-0 il Venezuela. I verdeoro mostrano nuovi gioielli, che vanno tutti in gol: Márcio Amoroso, capocannoniere in Serie A con l’Udinese, e le due stelle del Barcellona Ronaldinho e Rivaldo. Quest’ultimo vincerà la classifica marcatori e il premio come miglior giocatore del torneo.
Gran parte della formazione brasiliana, capace di conquistare due volte la Copa América, è la stessa che tra il 1998 e il 2002 raggiungerà altrettante finali dei Mondiali. In Francia, il Brasile si è spento solo all’ultima partita contro i padroni di casa (3-0). Una partita preceduta anche da un giallo: poche ore prima del fischio d’inizio, Ronaldo ha avuto un malore nella sua camera d’albergo. Scosso dalle convulsioni, è stato salvato dai suoi compagni di squadra. Cosa era successo? Ancora non si sa con certezza, le supposizioni sono mille. Fatto sta che Ronaldo scende comunque in campo, ma è solo l’ombra di se stesso. E Zidane porta la Francia sul tetto del mondo.
Quattro anni dopo, nel Mondiale di Corea e Giappone, il Brasile allenato da Felipe Scolari, pur non mostrando un futebol bailado, giunge in finale contro la Germania, dopo aver vinto tutte le partite. Le cosiddette quattro R (Rivaldo, Ronaldo, Roberto Carlos e Ronaldinho), si scatenano in campo e costringeranno i tedeschi alla resa: 2-0 il risultato finale. Ronaldo si conferma il giocatore più forte del mondo, segnando otto reti e vincendo il premio come miglior giocatore del Mondiale.
Nato a Cosenza, classe 1985, è storico, regista cinematografico e scrittore. Autore di diversi saggi e documentari sulla storia dello sport, è anche membro della Siss e dell'Anac. Da qualche anno lavora come supplente a Torino e ha da poco fondato la propria casa di produzione.