Storie di Calcio

La storia del record di imbattibilità di Tarabocchia

Published

on

Minuto 83′ di un Benevento – Lecce datato 6 Aprile 1975. Una data e una partita apparentemente insignificanti, che però racchiudono la fine di un record rimasto emblematico: quello di imbattibilità di Tarabocchia

Il record e la storia di Emmerich Tarabocchia è una di quelle novelle di calcio passato fatte di pragmatismo e genuinità. Belle e sincere come un album di ritagli di giornale, costruito con passione e custodito con l’amore di quel padre che lo aveva seguito fin dai primi passi nel Genoa.

Tarabocchia è sempre stato un portiere per istinto, uno di quei pochi bambini che difendevano la porta improvvisata, per scelta, nei polverosi campi di una Italia dell’immediato dopoguerra.

La sua carriera era partita da quella Liguria che lo aveva adottato fin da piccolissimo; poi era arrivato il Grifone e la trionfale cavalcata nel Viareggio edizione 1965, in finale contro la Juventus di Furino, al fianco di Agroppi e Gallina, guidato dalla sapienza di un terzino unico come Fongaro.

Dopo, solo un anno più tardi, l’ascesa nel calcio dei grandi: Ghezzi che se lo porta in prima squadra, gettandolo nella mischia al posto dello sfortunato Grosso, l’estremo fermato dalla sfortuna e da un calcio involontario di un avversario nello stomaco. Poi anni importanti a Potenza, prima dell’arrivo nell’estremo sud d’Italia, alla corte del Lecce di Chiricallo che diventerà, nonostante un solo anno di permanenza, la terra in grado di dargli l’immortalità calcistica assoluta.

1791 come i minuti, 20 come le partite, 147 come i giorni.

Un intero girone mantenendo la porta inviolata

Dal Benevento al Benevento, un intero girone mantenendo la porta inviolata, facendo leva su tre variabili fondamentali: difesa, fortuna, bravura. In mezzo, l’incredibile partita a Barletta, con i tifosi scesi in campo, le squadre rifugiatisi negli spogliatoi e una vittoria a tavolino utile a rimpolpare il minutaggio di un record, altrimenti, da bloccare al 23 Febbraio 1975.

Quella di Emmerich Tarabocchia è una storia da tenere viva, da conservare gelosamente e raccontare con entusiasmo. Una storia di scommesse, di baffi cresciuti nell’attesa di un gol arrivato con inaspettato ritardo. Di regali discutibili da tifosi appassionati, di record strappati a Gridelli e stoppati da Cascella.

In quel Lecce 1974/75, una delle colonne portanti della difesa impenetrabile era sicuramente Pasquale Loseto, difensore tra i più forti di quella generazione. Per avere una immagine di un record rimasto nella leggenda gli ho chiesto un ricordo, una istantanea da conservare e preservare:

“A Lecce sono arrivato insieme a lui e insieme ad altri cinque baresi ed al mister Chiricallo, altro barese. Siamo stati venti domeniche senza prendere gol ma, purtroppo, non avevamo molti cambi per vincere il campionato. Una stagione meravigliosa. Avevamo un libero eccezionale come Di Somma, un grande mediano come Materazzi. Eravamo forti in tutti i reparti, compreso l’attacco con Montenegro e Carella. Il rammarico mio è che non siamo riusciti ad accontentare mio zio (Chiricallo) e ad ottenere la promozione. Nella partita col Barletta feci l’autorete nei primi minuti; poi prendemmo il secondo gol ma, nel secondo tempo, siamo riusciti a pareggiare. Quando abbiamo pareggiato i tifosi del Barletta sono entrati in campo e noi ci siamo rifugiati negli spogliatoi. Siamo stati chiusi per tanto tempo. Il Barletta prese la squalifica ed il record continuò”. 

GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

 

 

 

più letti

Exit mobile version