La storia dell’Italia femminile ai Mondiali: dalle origini ai giorni nostri
Ormai manca meno di un mese all’inizio dei Campionati Mondiali di Calcio femminile, che verranno ospitati da Australia e Nuova Zelanda ed a cui parteciperanno le Azzurre, inserite nel Gruppo G con Svezia, Argentina e Sudafrica.
Per l’Italia si tratta della quarta presenza nella massima competizione organizzata dalla FIFA.
La prima risale proprio all’esordio della manifestazione iridata, avvenuta in Cina nel 1991.
Nel 1988 il massimo organismo mondiale del calcio aveva allestito, come prova generale, l’International Women’s Football Tournament, tenutosi nella provincia di Guangdong. Dato il buon riscontro ottenuto la FIFA, tre anni dopo, decise che era giunto il momento di lanciare, dal 16 al 30 novembre 1991, il suo primo campionato del Mondo. Venne quindi confermata sia location che il format, ovvero dodici nazionali in rappresentanza delle sei Confederazioni.
All’Europa vennero assegnati cinque posti, che furono attribuiti alle squadre finaliste ai Campionati Europei disputatisi proprio quella estate ovvero Germania, Italia, Danimarca e Norvegia, a cui si aggiunse la Svezia come la “migliore” tra le eliminate ai play off di accesso alla fase finale della UEFA Women’s Championship.
La squadra allenata dal Ct Sergio Guenza viene inserita nel Girone C con Germania, Nigeria e Taiwan. Ma prima dovette affrontare il problema legato al …..cibo! Infatti la comitiva azzurra si era portata dall’Italia l’olio, il pomodoro, il formaggio, la pasta ecc. Le derrate alimentari, però, vennero fermate alla dogana e consegnate solo dopo quattro giorni. Quando arrivarono ci fu grande festa nel ritiro delle azzurre, che festeggiarono – dopo giorni di “magra” – con una bella spaghettata preparata grazie alle sapienti indicazioni di Betty Vignotto, presente nelle vesti di dirigente, e Maura Furlotti.
Tornando alle vicende del campo l’Italia partì alla grande e al Jiangmen Stadium, davanti all’Ambasciatore Oliviero Rossi, travolse Taiwan per 5-0. E due giorni dopo, grazie al successo per 1-0 contro la Nigeria, staccò il pass per i quarti. Nella terza ed ultima gara del girone arrivò un ko ininfluente per 2-0 contro le tedesche.
Nel primo turno ad eliminazione diretta peschiamo la Norvegia, che ci piega per 3-2 solamente ai tempi supplementari al termine di un incontro vibrante e palpitante. L’Italia, così, uscì a testa alta mentre la corsa delle vichinghe si fermerà solo in finale contro le statunitensi.
Nell’edizione successiva, nel 1995 in Svezia, le azzurre non centrarono la qualificazione.
Si respira aria mondiale nuovamente nel 1999. Questa volta l’accesso alla fase finale dell’Europeo non garantisce più anche il pass per la rassegna iridata perché l’UEFA aveva varato una fase di qualificazione per l’assegnazione dei sei posti spettanti all’Europa. Il Commissario Tecnico Sergio Vatta, dopo aver primeggiato nel gruppo 2 che comprendeva anche Francia, Svizzera e Finlandia, lascia l’incarico. Così, per guidare le azzurre alla Women’s World Cup in programma negli USA dal 19 giugno al 10 luglio 1999, la FIGC sceglie Carlo Facchin. L’Italia è inserita in un raggruppamento di ferro con Brasile, Germania e Messico. E in aggiunta le sedi delle partite sono molto distanti tra loro, il che costringe le azzurre a lunghi e faticosi trasferimenti. La partita di debutto con la Germania, al “Rose Bowl” di Pasadena, termina con un pareggio per 1-1. Subito dopo si vola a Chicago dove l’Italia, al termine di una sfortunata partita, viene piegata per 2-0 dal Brasile. Il viaggio Coast to Coast si conclude a Boston, dove tre giorni dopo c’è l’ultimo impegno contro le messicane.
Si gioca al “Foxboro Stadium” tre ore dopo Germania- Brasile. Le nostre giocatrici durante il percorso che le porta allo stadio seguono con trepidazione le gara tra tedesche e verdeoro, che però alla fine termina 3-3. Quindi, ancor prima di scendere in campo, le azzurre sanno di essere eliminate ma ci tengono a chiudere in bellezza e così arriva una vittoria per due a zero con un gol per tempo firmati da Panico e Zanini.
La terza partecipazione è storia recente. Nel 2019, in Francia, il gruppo allenato da Milena Bertolini vince il Gruppo C in virtù dei successi ottenuti nei primi due match, rispettivamente, contro Australia e Giamaica, a cui fa seguito la sconfitta indolore con il Brasile. Agli Ottavi l’Italia elimina in scioltezza la Cina per poi arrendersi ai Quarti di finale contro le Oranje Leeuwinnen, che nel 2017 si erano laureate Campionesse d’Europa. I Paesi Bassi, poi, in finale verranno superate per 2-0 dagli Stati Uniti.
Quella in Australia e Nuova Zelanda (prima edizione ospitata da due paesi ed allargata a 32 squadre) per l’Italia sarà la prima partecipazione a due edizioni consecutive del Mondiale e l’obiettivo è quello di ripetere l’exploit in terra francese anche per cancellare l’opaca prestazione offerta agli ultimi Europei.
Per chi volesse approfondire l’argomento:
“Azzurre. Storia della Nazionale di calcio femminile” della Bradipolibri
“Le pioniere del calcio. La storia di un gruppo di donne che sfidò il regime fascista” della Bradipolibri (Prefazione scritta dal CT della nazionale Milena Bertolini)
Ingegnere palermitano con la passione per il giornalismo e il calcio femminile. Autore di due libri: "Le pioniere del calcio. La storia di un gruppo di donne che sfidò il regime fascista" e "Quando le ballerine danzavano col pallone. La storia del calcio femminile".