La Storia siamo noi: l'Fc Wimbledon della mitica “Crazy Gang”
Connect with us

Storie di Calcio

La Storia siamo noi: l’Fc Wimbledon della mitica “Crazy Gang”

Published

on

Wimbledon Crazy Gang

La storia del Wimbledon e della Crazy Gang

Quando si sente parlare di Wimbledon non si può fare a meno di pensare immediatamente al “green” di uno dei più prestigiosi e ambiti tornei tennistici di tutto il Mondo. In tanti, però, non conoscono che, anche la meno rinomata squadra calcistica, ha compiuto un’impresa. L ’Fc Wimbledon, quando all’epoca militava nella First Division  (l’antenata della Premier League) riuscì a vincere una Fa Cup, nel 1988, addirittura contro i grandi campioni del Liverpool guidati dal leggendario Kenny Dalglish. Un evento epocale nella storia del calcio

La nascita di un mito: la Crazy Gang 

“Il miglior modo di guardare il Wimbledon è sul televideo” Gary Lineker

Già perché il Wimbledon non aveva nulla di bello da vedere sul campo. Non avevano schemi tattici predefiniti, non avevano nessuna idea di gioco degna di nota e non erano nemmeno dotati di grande talento. L’unico scopo era quello di colpire e fermare gli avversari in tutti i modi possibili e immaginabili. Il campo di calcio, per loro, era un vero e proprio scenario di guerra. Erano fatti così i terribili ragazzi “gialloblù”, lancio lungo e pedalare, palla o piede, durezza senza bellezza, nessuna via di mezzo e nessuna via di scampo. Da questo “stile” di gioco nasce il mito della “Crazy Gang” una vera e propria squadra di “pazzi” che per vincere avrebbe fatto di tutto “anche puzzare da fare schifo” se necessario a far saltare le marcature dei propri avversari.

Wimbledon: una squadra cattiva

Una squadra cattiva ma molto solida in cui l’unione del “gruppo”, dentro e fuori dal campo, era la principale arma segreta per raggiungere le vittorie di cui si renderanno protagonisti. Definirli brutti, sporchi e cattivi dunque non era un eufemismo ma un vero e proprio stile di “vita”. Nessuno li voleva incontrare, tutte le squadre d’Inghilterra  erano terrorizzate al solo pensiero di dover affrontare a viso aperto quegli 11 pazzi, con la speranza di uscire dal campo non tanto vincitori ma tutti interi e sulle proprie gambe.

Basti pensare che chi veniva al Plough Lane, il vecchio stadio di casa del club, ben prima dell’inizio della partita doveva già adattarsi alle condizioni critiche con cui venivano resi inagibili gli spogliatoi degli ospiti, con tanto di scritte intimidatorie sui muri, musica ad alto volume e minacce nel tunnel che portava al campo indicando i punti in cui li avrebbero colpiti maggiormente, insomma soltanto un piccolo assaggio di ciò che gli sarebbe aspettato, di lì a poco tempo, all’interno del rettangolo verde.

I leader della Crazy Gang 

Tutti erano fondamentali ma nessuno veramente indispensabile e nonostante la mancanza di vero talento tutti sapevano cosa fare all’interno del campo da gioco. A partire proprio dal portiere e capitano di quella “gabbia” di matti Dave Beasant, soprannominato Lurch per la sua incredibile somiglianza con il maggiordomo “zombie” della Famiglia Addams, che sapeva però ben interpretare il suo ruolo delicato di portiere dimostrando di essere alle volte insuperabile. La coppia dei centrali difensivi era composta da Eric Young e Andy Thorn due terribili “attaccabrighe” che intimorivano gli attaccanti avversari a suon di calci, pugni e spintoni di ogni genere pur di fermarli a tutti i costi. In particolare, il gallese, Young, era soprannominato il “Ninja” non solo per via dei suoi durissimi interventi in scivolata a falciare gli avversari ma anche per via di una “bizzarra” fascia di lana che era solito portare in testa in tutte le partite giocate.

Nella linea mediana invece uno dei giocatori più cattivi era sicuramente Dennis Wise, tant’è che Sir Alex Ferguson disse di lui che “sarebbe stato capace di scatenare una rissa anche in una casa vuota” tanto era l’animo feroce che metteva sul campo. Ma allo stesso tempo era anche il giocatore più tecnico della compagine inglese tant’è che per tanti anni, dopo il Wimbledon, sarà anche il capitano del Chelsea con cui otterrà grandi successi.

Vinnie Jones: il padre fondatore

Uno dei principali “padri fondatori” e pioniere del mito della Crazy Gang era però, senza alcun dubbio, Vinnie Jones, autore della famosa strizzata di testicoli ai danni di Paul Gascoigne oltre ad essere stato “eletto” da tutti come uno dei giocatori più cattivi della storia del calcio con “l’onorevole” record di ben 12 espulsioni in carriera battuto successivamente da un altro “mastino” come Roy Keane con ben 13. Eppure, in quella gabbia di “matti” per vincere le partite qualcuno, per forza di cose, doveva buttarla dentro e in effetti John Fashanu sapeva interpretare bene il suo ruolo da attaccante puro.

Il nigeriano, come i suoi compagni, era un personaggio a tutti gli effetti, se in campo giocava sempre ai limiti del regolamento, nel 1993 ruppe il cranio a Gary Mabbutt in una partita contro il Tottenham, fuori dal rettangolo verde invece si presentava alla stampa come un vero gentiluomo e sempre vestito elegante, insomma, una specie di Dottor Jekyll e Mister Hyde, tanto per intenderci.

Bobby Gould: l’allenatore del Wimbledon

Il gruppo era guidato dall’allenatore Bobby Gould che aveva preso il posto a sua volta di Dave Basset, colui che li aveva guidati per otto anni ed era riuscito nell’impresa di far conquistare, nella  stagione precedente, uno storico sesto posto in “First Division” l’equivalente dell’attuale Premier League inglese. Gould, come il suo predecessore, ha avuto il grande merito di rendere il gruppo, se vogliamo, ancora più solido e unito, non modificando nulla dell’assetto tattico e dello “stile” rude interpretato dai suoi ragazzi sul campo ma rendendolo anzi ancora più duro per via della sua esperienza da ex giocatore di hockey.

Oltre allo stile tattico per il resto non poteva nemmeno “incidere” più di tanto sugli “ordini”  da impartire a quella “banda” di pazzi scatenati perché facevano già tutto da soli e contraddirli in qualcosa era quasi impossibile. Ovviamente anche Il presidente nonché proprietario del Wimbledon non era proprio quello che si può definire in gergo uno vero e proprio “stinco di santo”. Il costruttore libanese Sam Hammam, infatti era della stessa “pasta” dei suoi ragazzi grazie all’adozione di “metodi” e modi di “fare” non propriamente ortodossi. Basti pensare che molto spesso minacciava i propri giocatori, in caso di prestazioni non esaltanti, di portarli tutti in serate dedicate all’opera oppure era solito rinchiuderli nel suo studio finché non accettavano le condizioni del contratto propostogli. Insomma una vera “Crazy Gang” sia di nome che soprattutto di fatto.

Alla conquista della storia: la finale di FA Cup con il Liverpool 

Tutti davano per spacciati i ragazzi del Wimbledon ma chi pensava ad una vittoria larga del Liverpool dovette subito ricredersi poiché infatti all’avvio, la partita tra le due compagini fu più equilibrata del previsto con i gialloblù che rispondevano colpo su colpo ai ripetuti attacchi dei Red’s, senza mollare di un centimetro. L’azione più pericolosa della prima mezz’ora capitò sui piedi dell’attaccante del Liverpool John Barnes, a cui però Beasant disse di no opponendosi con una grande risposta e impedendo così ai Reds di passare subito in vantaggio. Però dopo un sostanziale equilibrio  è al minuto 37 che accadde l’impensabile: calcio di punizione a favore del Wimbledon, Dennis Wise pennella un cross dentro l’area di rigore del Liverpool su cui Lawrie Sanchez si avventa con un colpo di testa che si insacca alle spalle di Grobelaar, uno a zero Wimbledon in vantaggio

Una vittoria inaspettata…

Il Liverpool cercò disperatamente il gol del pareggio in tutti i modi possibili senza riuscirci. Gli interventi prodigiosi di Beasant che fu insuperabile, la tanta sfortuna e i salvataggi della retroguardia gialloblù, il muro riuscì a reggere. Nell’arco della partita, però, venne fischiato un calcio di rigore in favore dei campioni inglesi. Il Wembley era già pronto a festeggiare il pari così per i campioni inglesi è  Aldridge  a presentarsi dal dischetto. Beasant, però, indovina l’angolo e compie il miracolo parando il tiro dagli undici metri. La sua porta rimase, ancora una volta, inviolata. 

Nonostante gli assalti finali del Liverpool,  il Wimbledon riuscì a resistere fino alla fine della partita, conquistando la FA Cup davanti agli occhi stupiti della Corona Britannica e della principessa Diana che a fine partita li omaggerà di persona consegnando loro la tanto agognata coppa, per un’impresa che resterà per sempre incisa come una delle più grandi mai compiute nella storia del calcio britannico e probabilmente d’Europa. 

GLIEROIDELCALCIO.COM (Francesco Indelicato)

Compila il form sottostante ed iscriviti alla newsletter de Gli Eroi del Calcio.

Indelicato Francesco, Siciliano doc, sono cresciuto a pane e calcio, la mia più grande passione. Sono un blogger e co-fondatore di SpaceSeriaA su Twitter. Anche se nella vita faccio tutt'altro, amo scrivere di calcio perché è bello non solo vederlo ... ma anche saperlo raccontare!

più letti

Copyright © 2023 | GliEroidelCalcio.com testata giornalistica registrata Tribunale di Roma - N° 90/2019 del 20-06-2019
Direttore Responsabile Federico Baranello | Editore Associazione Culturale Calcio, Cultura e Società | info@glieroidelcalcio.com
Sito aderente al Network Sport Review Srl | Privacy Policy | Cookie Policy