La notizia del possibile avvento della Superlega ha scatenato la rivolta dei tifosi e non solo. Infatti, il Corriere del Mezzogiorno (Puglia) ricorda l’impresa di Oronzo Pugliese, soprannominato il Mago di Turi, sulla panchina del Foggia.
[…] E, aggiungo, per restare nella nostra Puglia, nel nostro Sud, il calcio sta nella favola del Foggia di don Oronzo Pugliese, mago dei poveri, capace di Battere l’Inter di Helenio Herrera. O in quella del Foggia di Zeman o del Bari di Catuzzi o ancora in quella del piccolo Matera arrivato in B. Il Pallone dei forti, dei migliori, rischia di cancellare la poesia del calcio, in parte già ridimensionata dalla tv, con anticipi e orari ballerini. Pier Paolo Pasolini si beava del calcio che fu: «È l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, perfino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è uno spettacolo che ha sostituito il teatro…». Sì, il calcio era teatro: il presidente del Taranto, Pignatelli, che prima delle partite faceva il giro del calcio con la statuetta di sant’Antonio; l’Oronzo Pugliese con la pelliccia di visone; le caramelle lanciate in tribuna dal tifoso barese con i baffi Cusmai; l’atmosfera dei derby…
Fosse in vita, piangerebbe Pasolini. E piangerebbe Gianni Brera, cantore dell’Eupalla. Piangerebbe Giovanni Arpino. Piangerebbe Mario Gismondi. Piangeremmo tutti, tifosi e amanti di un gioco. Business, ti odiamo!
(CORRIEREDELMEZZOGIORNO (PUGLIA) di Gianni Spinelli)