GLIEROIDELCALCIO.COM (Paolo Laurenza) – Sul finire degli anni ‘50 le “scorie” del dopoguerra si stanno smaltendo, la “Massima Serie” è tornata stabilmente a diciotto squadre lasciando un po’ di respiro al calendario; i tornei internazionali per club stanno riprendendo con carattere continentale e di lì a poco la giovanissima UEFA sembra intenzionata ad organizzare un nuovo torneo che sulla falsariga della “Coppa dei Campioni”, vedrà impegnate le vincitrici delle Coppe Nazionali.
In Italia ci si affretta ad annunciare che dopo i mondiali di Svezia del 1958 si avranno nuovamente due competizioni ufficiali.
Accade però l’imprevedibile: la Nazionale manca la qualificazione perdendo in Irlanda, i tifosi italiani non avranno l’estate di passione che si aspettano, ed è probabilmente per questo che nel mese di aprile la FIGC delibera che la ripresa della competizione venga anticipata di un anno. Si definisce così un’edizione da iniziare subito dopo la fine dei campionati da terminare nel mese di settembre (a edizione 1958/59 iniziata). Questa edizione estiva si promette spettacolare: i gironi sono appositamente organizzati in modo da ospitare i derby cittadini di Genoa, Milano, Roma e Torino ma anche regionali (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana…). Le romane sono inserite nello stesso girone di Napoli e Palermo; Milan e Inter come Torino e Juventus se la vedranno con altre corregionali: Monza e Como le lombarde, Biella e Pro-Vercelli le piemontesi.
La formula prevede che le vincenti degli otto gironi passino direttamente ai quarti di finale e che le perdenti di questo turno svolgano un torneo “di consolazione” che assegna i posti dal V all’VIII.
Le protagoniste della competizione furono la Lazio, che vincerà la coppa, e la Fiorentina.
La Lazio viene da un decennio importante, Remo Zenobi ha lasciato la presidenza nel 1953 dopo aver raggiunto in tre stagioni consecutive il quarto posto alle spalle di Inter, Milan e Juventus. Costantino Tassarolo gli succede e farà ancora meglio: porterà i Biancoazzurri al terzo posto nelle stagioni 1955/56 e 1956/57. Nel 1957/58 però gli eccessivi sforzi economici si stanno facendo sentire, diversi giocatori sono stati venduti ed altri partiranno al termine della stagione conclusa al dodicesimo posto e già nel 1956 i troppi debiti contratti hanno portato Leonardo Siliato alla presidenza. La Lazio ha sì perso giocatori ed è in una delicatissima fase societaria, ma ha ritrovato Fulvio Bernardini che è stato ingaggiato per la stagione 1958/59 e esordirà subito in Coppa.
La Fiorentina dal canto suo nel 1956/57 ha vinto lo scudetto proprio con “Fuffo” in panchina e non ha alcuna crisi, la Juve ha vinto il campionato 1957/58 con diverse giornate di anticipo ma la Viola ha onorato il tricolore sul petto con un secondo posto.
Il cammino della Lazio è sorprendente, nel primo turno che si disputa tra giugno e luglio si qualifica ai quarti di finale trascinata dai gol del brasiliano Humberto Tozzi che segna anche una doppietta nel derby d’andata vinto per 3 a 2. La qualificazione arriva con un turno di anticipo grazie ad un perentorio 0 a 4 a Napoli
Corriere dello Sport 8 luglio 1958
La Fiorentina dal canto suo chiude il suo girone a punteggio pieno, i criteri regionali di composizione dei gironi certo non hanno nuociuto ai fiorentini che si ritrovano con Siena (Serie C), Prato (Serie B) e Carbosarda (Serie C).
Corriere dello Sport 8 luglio 1958
Nel mese di settembre partono i quarti di finale, Lazio e Fiorentina vincono entrambe per 2 a 1 le sfide contro Marzotto Valdagno e Padova.
Le semifinali segnano un’altra impresa della Lazio: un secco 2 a 0 con cui liquida la Juventus di Sivori e Boniperti. L’Olimpico festeggia com’era in uso all’epoca con una fiaccolata.
Corriere dello Sport 15 Settembre 1958
Vittorio Pozzo su “La Stampa” commenta così la partita: “sessantamila spettatori ed una clamorosa sorpresa […] Le gare di Coppa sono famose per le sorprese che spesso i suoirisultati riservano […] A perdere è stata la Juventus […] E’ stata dominata e soverchiata da una squadra che è stata piùsvelta, più veloce, più intraprendente, da un avversario che ha giocato meglio di lei, ecco la verità nuda e cruda. Il fatto èemerso chiaro fin dal primo tempo […] Nei primi 45′ i laziali che per l’occasione indossavano una maglia rosso fiammante[…] hanno avuto il dominio della palla per ben tre quarti del tempo e hanno sfiorato la traversa e i montanti della portabianconera con una quantità di tiri ai quali non è mancato altro che la precisione per giungere a bersaglio. […] Fu nellaripresa che vennero le due reti che determinarono il risultato. Ci si attendeva, in questo secondo tempo, un forte evigoroso risveglio da parte dei torinesi. Invece essi continuavano ad essere dominati ed a fare fronte con imbarazzo edifficoltà alle numerose e nutrite offensive dei loro avversari.”
La Stampa 15 Settembre 1958
La Fiorentina dal canto suo rischia grosso contro il Bologna, dopo essersi portata in doppio vantaggio nel giro di due minuti a metà primo tempo, subisce il recupero dei felsinei che al 79° trovano il pari. A 3 minuti dalla fine, e come nel primo tempo, nel giro di due minuti la Viola segna due reti centrando così la finale.
Corriere dello Sport 24 Settembre 1958
La particolarità dell’edizione, o meglio il periodo in cui si è giocata, rendono ancora più interessante la presenza di diversi ex Viola nelle file della Lazio: Prini e Bizzarri disputano una finale contro quella che fino a tre mesi prima era la loro squadra, ma è ovviamente la presenza del tecnico Bernardini a solleticare maggiormente la curiosità (“Corriere dello Sport” 24 Settembre 1958).
La partita viene presentata con la Fiorentina favorita anche se non mancano le indicazioni a favore della Lazio che nella competizione ha superato ostacoli ben più difficili avendo eliminato la Juventus e nelle partite serali sembra imbattibile anche se questa volta l’orario previsto è quello delle 16:00.
Stando all’articolo di Alberto Marchesi sul “Corriere dello Sport” l’ambiente laziale sembra turbato dalla “bipolarità” della squadra: “noi siam come le lucciole, viviamo nelle tenebre”, “noi apparteniamo all’ordine dei chirotteri, siamo tutti pipistrelli” sono ritornelli che a mo’ di scherno recitano “i tifosi a prova di bomba [i quali] non vogliono rassegnarsi al fatto che la Lazio entri in carburazione dopo il coprifuoco”. Gli stessi tifosi che “nel 1938 inserirono una “I” tra la “P” e la ”O” (della) marmorea targa indicante “VIA POLA”. A parte gli umori dell’ambiente (che viene comunque da una vittoria in campionato contro la Sampdoria) e l’aspetto goliardico di progetti su ore legali studiate ad hoc, la migliore presentazione della partita è quella che fa Marchesi in questo articolo più di prosa che di cronaca: “Sosteniamola questa squadra che dall’abisso in cui era sprofondata la scorsa stagione è arrivata a disputare la finalissima di Coppa Italia. Oggi è un grande giorno per il calcio italiano, soprattutto perché nello scenario immenso dell’Olimpico si affronteranno due squadre del centrosud, la cui riscossa è arrivata sotto la guida tecnica di un romano, il quale merita pertanto se non la fiducia incondizionata di tutti, almeno il rispetto per il suo passato di giocatore e di maestro.
Corriere dello Sport 25 Settembre 1958
Arrivati alla partita il refrain della Coppa Italia 1958 sembra confermato: la Lazio annichilisce la fortissima Fiorentina e si aggiudica la coppa con un gol dell’ex Prini al 30° del primo tempo. I giudizi sono unanimi, la coppa è andata alla squadra che più ha voluto la vittoria, che non ha snobbato la competizione ed ha dato sempre il massimo.
“La Coppa Italia è entrata in casa biancazzurra così. Dapprima sono comparsi nel corridoio che conduce agli spogliatoi Da Costa (il giallorosso Da Costa? Proprio lui, infatti) che teneva per mano Tozzi il piccolo. Poi è arrivato Tozzi il grande, impassibile che ha scambiato due parole con l’amico e ha rilevato il figlioletto. E dietro di loro ecco Billi, il tranviere tifoso tuttofare della Lazio, procedere traballando, lui più largo che lungo, portando tra le braccia il trofeo. […] è entrato negli spogliatoi seguito da un raccattapalle […] in quell’istante colpito da un raggio di luce l’argenteo trofeo ha avuto un bagliore.
[…] Mentre i protagonisti, inzuppati di sudore scomparivano uno dietro l’altro, dirigenti e sostenitori della Lazio davano sfogo alla loro gioia. Una gioia venata di commozione che non ha mai raggiunto toni accesi […] ma strette di mano ed abbracci, gli occhi negli occhi come appunto succede tra gente a cui la commozione ha tolto la parola. Forse il più commosso di tutti era proprio il presidente Siliato […] stentava a spiccicar sillaba: non è il momento… i ragazzi hanno dato tutto quel che potevano. Si è giocato del buon football. Sono contento”.
La Lazio con la Coppa Italia 1958 (Fonte Wikipedia)
I Biancocelesti saranno i primi a cucirsi la “coccarda” sulla maglia (viene introdotta in questa edizione), sollevano una coppa che due anni dopo diventerà come quella attuale, ma che forse per questo ha ancora più fascino. L’Olimpico ha vissuto un’altra delle sue fiaccolate che pochi anni dopo grazie alle Olimpiadi saranno apprezzate dal mondo intero.