GLIEROIDELCALCIO.COM – Se è vero che il calcio non sa aspettare, è anche vero che qualche volta l’attesa vale molto più di un cartellino piuttosto caro. Gabriel Omar Batistuta è uno dei casi più importanti e significativi in questa speciale classifica. Cecchi Gori, ambizioso presidentissimo viola, lo acquistò dopo una Copa America giocata da protagonista, con la speranza di avere tra le mani il nuovo Van Basten. In effetti, ad onor di cronaca, le possibili similitudini, dimostrate poi dalla storia, c’erano.
Quello che mancava, almeno nei primi mesi, era l’adattamento al calcio italiano, difficile, duro e tattico. Un calcio abituato ad esaltare le difese, dove contava soprattutto non prendere gol, più che farli. In una intervista apparsa su La Gazzetta dello Sport del 30 Novembre 1991, il centravanti di Avellaneda raccontava il suo momento particolare e lo speciale rapporto con Firenze e con lo splendido tifo Viola. Quella sarebbe stata la città in cui sarebbe nato suo figlio, dove Gabriel aveva deciso di trascorrere una buona fetta della sua carriera. Un inizio di stagione altalenante, con una sola rete all’attivo dopo undici giornate e la media voto di 5,68. Non tantissimo per un bomber chiamato a riportare Firenze ai piani alti della Serie A.
Una serietà composta ed educata e la promessa fatta al microfono di Luca Calamai su quella che sarebbe stata la sua prima annata italiana: “Io mi sento di promettere ai tifosi viola 10 reti, senza rigori. Lo so, Firenze ha ricevuto molte delusioni dai suoi calciatori stranieri. Ma io non sarò una meteora, io voglio diventare qualcuno con questa maglia. […] Una domenica mi portarono al Comunale per assistere a una partita della Fiorentina e rimasi incantato vedendo quanto la Curva Fiesole era innamorata di Baggio. Mi piacerebbe, un giorno, scatenare simili emozioni tra i miei tifosi”.
La profezia e la speranza del giovane Batistuta si materializzarono alla fine della stagione 1991/92 e di tutto il decennio ’90. Gabriel segnerà 13 gol in quella sua prima Serie A e diventerà, in 9 anni, il re di una piazza desiderosa di trionfi. Sfiorò una Coppa delle Coppe con Ranieri, portò i toscani ad entrare nella ristretta cerchia delle 7 Sorelle, con quel sogno scudetto fermato solo da un suo stiramento.
Il miglior marcatore dei viola nel massimo torneo, il secondo di sempre.
Ci aveva visto giusto lui.