GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
“Nel giorno del debutto, Scirea ha fatto la sua partita. E’ chiaro che anche per lui bisogna insistere: con l’attività agonistica e con la esperienza, gli automatismi si perfezioneranno”
Quel ragazzino umile e silenzioso, partito da Cernusco sul Naviglio, aveva cullato quel sogno per tutta la vita. La maglia azzurra, l’obiettivo primario di una carriera che stava per nascere e crescere, votata verso un mito calcistico che ancora oggi raccoglie proseliti ed elogi. Gaetano Scirea quell’occasione l’aveva vista come il punto di non ritorno, la consacrazione in quella Nazionale fortissima e senza troppa stima (dopo la disfatta in terra tedesca di un anno prima), costruita con cura dalle sapienti mani dei “vecchi” Bearzot e Bernardini, maestri di calcio e di gruppo.
Quel 30 Dicembre del 1975, la Grecia del mago Alketas Panagoulias arriva a Firenze convinta di potersela giocare contro l’Italia. Allo Stadio Comunale il pubblico è quello delle grandi occasioni. Pulici e Savoldi le punte per scardinare, Gentile, Scirea e Bellugi i difensori per contenere.
Quella partita sarà un inseguirsi continuo, con Paolino Pulici che porterà in vantaggio gli azzurri per due volte, con un destro sotto rete prima e con un colpo di testa perentorio poi. In mezzo, la voglia ellenica di risollevarsi, grazie al gol di rapina di Kritikopulos ed al bolide di rara bellezza di Sarafis, abilissimo a sfruttare un rinvio di testa di Bellugi.
Alla fine passeranno gli azzurri con un rigore di Savoldi al 60esimo.
La prima di Scirea in Nazionale sarà l’inizio di una storia che durerà 11 anni e terminerà con il Mondiale del 1986, quello nel quale il buon Gaetano sarà capitano. In mezzo ci saranno i Mondiali del ’78 e del 1982, esaltazione del concetto di gruppo unito alla classe calcistica.
Nerio Giorgetti, che a fine partita raccoglierà le dichiarazioni a caldo dei giocatori per conto de La Gazzetta dello Sport, chiederà un giudizio sul ragazzo a qualche senatore della squadra e, anche, allo stesso 22enne milanese. Facchetti dichiarerà che “Scirea ha giocato molto bene ed è entrato in campo con molta serenità” mentre Gaetano, con la sua proverbiale classe, dirà di aver fatto la sua parte senza giocare una grandissima partita.