Liam Brady, ex calciatore della Juventus dal 1980 al 1982, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport, parlando di attualità ma anche del passato, che a noi sembra decisamente più interessante: ecco uno stralcio “storico”:
[…] è vero che finì tutto con un pianto nell’ufficio di Boniperti?
«Io non ho paura di piangere se mi emoziono, oggi come allora. Quando la segretaria di Boniperti mi chiamò nel suo ufficio, compresi tutto. È stata la settimana più brutta della mia vita […] Inizialmente, non volevo più giocare per la Juve. Poi parlai con qualche persona e compresi. Mancavano tre partite, dovevo giocarle. A Trapattoni chiesi solo una cosa, di non calciare più i rigori. E lui scelse Virdis».
Ma all’ultima giornata… «All’ultima giornata, con il Catanzaro, sullo 0-0 fischiarono un rigore per noi. Virdis era uscito e il Trap mi guardò. Con gli occhi, mi chiese di calciarlo. Trovai il coraggio. Non fu un gran rigore, ma il portiere si tuffò dall’altra parte…».
Poi l’ex calciatore racconta anche la sua attività attuale a Brighton?
«Sono un commentatore per la tv inglese e va bene così. Dopo tanti anni all’Arsenal, in cui lavoravo sette giorni a settimana, do tempo alla famiglia e agli amici. Sento Tardelli, vado spesso ad Alassio e presto sarò a Torino […]».
Da ex direttore di academy, che differenze ci sono tra i ragazzi di una volta e di oggi? «Una volta si poteva essere più diretti con loro, dire cose forti per il loro bene. Oggi ci sono agenti e famiglie che intervengono. E gli agenti ai ragazzi dicono sempre solo quello che i ragazzi vogliono sentirsi dire… Per loro il club ha sempre torto e molti talenti si perdono».
La Gazzetta dello Sport –