L’opera ripercorre i centoventi anni di storia del Palermo calcio attraverso documenti inediti, fotografie, maglie, cartoline, materiale d’archivio, e celebra la nascita del museo che ne conserverà la memoria. Oggi il primo dei due estratti: “La questione dei colori. In principio fu il biancorosso”.
Si ringraziano l’autore e la casa editrice per l’opportunità.
Buona lettura
Il Team de GliEroidelCalcio.com
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“Ci sono i colori sociali: rosso e blu come il Genoa, anzi come il Portsmouth da cui anche il Genoa li aveva presi. Luca Del Tappo, Il “Palermo”
Per tanti anni è circolata una versione dei fatti che lega sul piano cromatico il Palermo al Portsmouth e al Genoa. È falsa, almeno parzialmente. In una storia in cui la data di fondazione ha versioni ufficiali e versioni alternative, con dei punti d’unione che rivelano che in fondo l’una è complementare all’altra, figurarsi se sulla scelta, o sulla fatalità, che ha portato il Palermo ad avere il rosanero come connotazione cromatica che lo distingue nel mondo, la versione potesse essere soltanto una.
Il Genoa c’entra poco. Nel 1900 il Genoa aveva adottato una maglia palata, cioè a strisce verticali, di colore biancoblù, replicata da quella dello Sheffield Wednesday. Soltanto nel 1902 il Genoa passò alla casacca definitiva, quella partita – ossia bicolore – rossoblù, che il Palermo aveva adottato già due anni prima. La leggenda vuole che il Palermo abbia visto modificati i suoi colori primordiali a causa di un errore di lavaggio che ha portato alla scoloritura delle maglie dal rosso e blu al rosa e nero. Una voce che, incontrollata, si è tramandata di generazione in generazione: non è raro, ancora oggi, sentirla raccontare tra i tifosi più attempati.
Il primo Palermo, tuttavia, ha esordito in biancorosso. Non è una scoperta, semmai una riscoperta, dato che aveva colto l’aspetto cromatico un testimone oculare della prima amichevole disputata dal Palermo, sabato 29 dicembre 1900. «I nostri giuocatori erano assai eleganti nella loro giacchetta rossa e bianca», scriveva in modo chiaro Frak Rosso, nell’articolo pubblicato sulle “Note mondane” del Giornale di Sicilia nell’edizione del 30-31 dicembre 1900. Una frase importante, dalla quale si evince la combinazione di colori con cui giocò l’Anglo Palermitan, che tuttavia è stata tagliata, o addirittura censurata, in alcuni libri che hanno tentato di ricostruire la storia del Palermo.
La «gara di foot-ball» in questione, così come era presentata dal Giornale di Sicilia, venne dunque disputata tra l’Anglo Palermitan Afc e «un team inglese, qui di passaggio. Fu stabilito di giocare un’ora – tra le annotazioni riportate da Frak Rosso. Il refree della gara (giudice inappuntabile) fu il cav. Ignazio Maio vice-presidente del club, il simpatico sportsman palermitano, che è il fondatore e l’anima del nuovo club, così che si spera di avere il lawn-tennis per la prossima primavera. I linesman (guarda linee) furono i signori Gennaro Pagano e Giorgio Anzon». Vengono anche riportate le formazioni, così sappiamo che il capitano, il primo storico capitano-allenatore dell’Anglo Palermitan Afc, fu l’inglese George Blake. Gli altri dieci giocatori, come riportato da Frak Rosso: «E. De Garston, N. Olsen, Felice Pirandello, Gaffiero Walter, Vincenzo Poiero, Benoit Marino, Enrico Giaconia, Natale De Stefano, Roberto Poiero, Matteo Macaluso». Venne fornita anche la formazione del team avversario, e tra le note di cronaca riportato che: «La gara fu interessantissima e molto contrastata. La lotta dei nostri giocatori apparve assai brillante, quantunque quel ventaglio di ieri fosse loro contrario. Gli inglesi guadagnarono di 5 goals. I due teams ebbero calorosi applausi dai numerosi intervenuti. I nostri giocatori erano assai eleganti nella loro giacchetta rossa e bianca». Il Palermo vestirà il rossoblù, ma solo successivamente.”