GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Per la rubrica “Calcio, Arte & Società” abbiamo raggiunto e intervistato Domenico Carella, scrittore e autore del libro “Foggia 100 – La categoria… un dettaglio”, edito da Edizioni fogliodivia.
Nel libro possiamo trovare il racconto della storia del club rossonero vista con lo sguardo del giornalista Domenico Carella nel corso della sua esperienza lavorativa. Un romanzo, che l’autore ricostruisce attraverso le testimonianze che i diretti protagonisti gli hanno rilasciato per un video-approfondimento. Un viaggio nel tempo, un mosaico di storie che parlano della passione il calcio e un amore incondizionato per il Foggia. Dal 1920 al 2020 … Prefazione di Franco Ordine. Un triplo appuntamento, oggi l’intervista e nei prossimi giorni due estratti.
Buona lettura
Domenico, come nasce l’ispirazione per un libro come questo?
“Nasce da più fattori. Innanzitutto dall’importanza della ricorrenza. Il Calcio Foggia ha festeggiato lo scorso 12 maggio cento anni di vita. Un appuntamento importante al quale ho deciso di contribuire innanzitutto con un documentario giornalistico, con le interviste a 45 ex tra calciatori e allenatori, poi con il libro, che è per me la chiusura di un percorso professionale lungo venti anni. Il volume non ha la pretesa di raccontare tutta la storia del Foggia ma di una parte, facendo leva sulle storie raccolte da me nel corso della mia attività giornalistica. Ovviamente, gran parte delle storie che racconto in prima persona sono il riassunto del video di cui ho parlato prima e in certi casi la trascrizione”
Cosa rappresentano i Satanelli nella città e, perché no, nella regione tutta?
“Rappresentano qualcosa di familiare. Il Foggia è una presenza fissa nella vita di tutti gli abitanti della città. Non a caso il libro si apre con una frase di Giosuè Poli, attaccante dal 1926 al 1927, che descrive i tifosi come passionali e umorali, in grado di toglierti il saluto per una sconfitta e di portarti in trionfo per tutta la città dopo una vittoria. Una descrizione che sembra di stretta attualità e perfettamente calzante con il finale del volume (il 2020) che parla delle ultime trasferte in Serie B con 4000 tifosi al seguito e con i 4.200 abbonati nell’anno della ripartenza dalla Serie D. Al di là dei sentimenti, Foggia ha comunque rappresentato una solida realtà del calcio italiano e non solo della Puglia. Ha avuto due seminatori d’oro, Pugliese e Maestrelli, ha rivoluzionato il calcio con Zeman, ha disputato undici campionati di Serie A”.
Quale il metodo utilizzato per la narrazione?
“Racconto la storia in prima persona facendo esplicito riferimento per ogni aneddoto alle interviste che i protagonisti mi hanno rilasciato e nelle quali si parla dell’episodio. L’obiettivo era quello di raccontare una storia da leggere tutta d’un fiato”
Quanta ricerca c’è in un libro come questo?
“Tantissima, ma diluita nel tempo. Ogni aneddoto raccontato è frutto di interviste e approfondimenti maturati nel corso degli anni e, ovviamente, anche degli episodi narrati nel video documentario, sul quale si basa il libro. Il documentario ha richiesto 6 mesi di lavoro, spostamenti in tutto il territorio nazionale e tanta pazienza per visionare ed assemblare oltre 14.000 minuti di filmato. A questo, poi, va aggiunto il tempo necessario per scrivere il testo del volume e per correggerlo”
Quali misteri o aneddoti inediti svela il libro?
“La parte che reputo più interessante del libro sono proprio gli aneddoti. Ad esempio la notte prima dell’esordio in Serie A del Foggia di Zeman, con Signori e Rambaudi che dalla stanza del loro albergo vedevano per la prima volta San Siro, grande come un’astronave. Oppure, nel giorno successivo, la reazione di Matrecano al momento della lettura della formazione che sarebbe scesa in campo contro l’Inter. Il centrale passò dalla serie C2 dell’anno prima a una maglia da titolare in A nel tempio di San Siro. Quello che disse Zeman al centrale lo lascio leggere a chi avrà voglia di acquistare il volume”
Che “Cosa” è questo libro per te, cosa rappresenta?
“Questo è il mio settimo libro ma l’emozione è la stessa del primo. I libri hanno sempre rappresentato per me qualcosa di speciale ed hanno sempre avuto un obiettivo: salvaguardare la storia lasciando una traccia scritta. Spesso nei miei libri sono riportate testimonianze dirette dei protagonisti che spero di cristallizzare e mettere così a disposizione anche delle generazioni future. Questo libro, in particolare, però, è la chiusura di un percorso perché racconta la storia dei cento anni del Foggia facendo leva sulle mie interviste ed esperienze da giornalista. Ed è anche il mio contributo all’importante data che ha vissuto la mia città”
L’autore Domenico Carella
Perché andrebbe letto?
“Ogni libro ha un motivo per essere letto e tutti dovremmo impegnarci a farlo di più. Spero che questo in particolare venga apprezzato perché racconta una storia. Una storia leggibile da tutti gli appassionati di calcio, indipendentemente dalla fede calcistica, ed in particolare per i foggiani, che ritroveranno la loro storia”
Ricordiamo che una parte del ricavato del libro sarà destinato a sostenere la Casa di Accoglienza per persone senza dimora “Santa Elisabetta d’Ungheria” della Parrocchia Gesù e Maria di Foggia.
“Volevo ringraziare tutti gli ex calciatori e allenatori che mi hanno mostrato fiducia e amicizia, rilasciandomi le interviste. Ad Antonio Lanciano, Guido Di Paolo, Donatello Summa, Ernesto Tufo e Giuseppe Panniello per il video documentario (sono stati gli unici a crederci). A Emiliano Moccia e Claudio De Martino di Edizioni Fogliodivia, che hanno dato fiducia al mio testo. Infine ai foggiani, che hanno svolto un ruolo da protagonisti in questi cento anni del Foggia ed in particolare a coloro i quali hanno già prenotato questo volume”.