GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto e intervistato un collaboratore e un amico de GliEroidelCalcio, Massimo Prati, insegnante, storico e scrittore, autore del libro “IL CALCIO ANNI ´70. Primo volume 1969-1974”, edito da Urbone Publishing.
Un triplo appuntamento, oggi l’intervista al nostro amico/autore e nei prossimi appuntamenti due estratti del libro.
Massimo, come nasce l’idea di narrare questa storia?
Il libro sul Calcio Anni Settanta è un progetto che è nato quasi per caso: avevo una serie di appunti sparsi che riguardavano buona parte del decennio. Ho iniziato ad utilizzarli per scrivere qualche post in alcuni siti tematici e sono stato piacevolmente sorpreso nel vedere che questi miei scritti raccoglievano centinaia di apprezzamenti, centinaia di commenti e centinaia di condivisioni. In questo modo mi sono reso conto concretamente che c’era voglia e interesse di leggere storie sul calcio di quegli anni. Così ho lavorato ad un piano dell’opera ed ho iniziato a realizzarlo. Dico “iniziato” perché dopo tre anni di lettura del materiale e stesura del testo, mi sono reso conto che aveva coperto solo la prima metà del decennio. Allo stesso tempo, ho anche realizzato che avevo ampio materiale per la pubblicazione della prima parte del mio lavoro. Così con Gianluca Iuorio di Urbone Publishing abbiamo deciso di uscire con un primo volume.
Qual è il metodo utilizzato per la narrazione?
La narrazione segue più o meno un percorso ciclico: per ogni anno parlo di Serie A, Coppa Italia, Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe, Coppa Uefa (a partire dal 1972), Coppa Libertadores, Coppa Intercontinentale e assegnazione del Pallone d’oro più, negli anni in cui si sono tenuti, i Campionati del Mondo e i Campionati Europei. Le variabili possono essere rappresentate da alcuni profili biografici di giocatori e allenatori italiani e stranieri. Arrivato alla fine del singolo anno, la narrazione continua con quello successivo seguendo lo stesso schema.
Sullo sfondo, e nemmeno troppo, ci sono paesi e aree geografiche che attraversano un determinato periodo storico. Come vengono descritti?
Ogni capitolo è preceduto da una sezione di inquadramento storico in cui, oltre a rievocare i principali avvenimenti politici e sociali, ripercorro i più importanti eventi musicali, cinematografici, letterari e, ovviamente, sportivi. Inoltre, in certi racconti associo la narrazione degli incontri ad alcuni aspetti extracalcistici: parlando dell’arrivo di Cruijff al Barcellona delineo gli ultimi anni del franchismo, in un racconto dedicato a George Best faccio riferimento al conflitto nordirlandese e, rispetto ad un paio di incontri degli azzurri in Svizzera e in Belgio, collego le partite della nazionale alla questione dell’emigrazione italiana, per esempio la vicenda del referendum anti-immigrati proposto dallo svizzero Schwarzenbach, una iniziativa referendaria del 1970 passata alla storia come il referendum contro gli italiani.
Quanta ricerca c’è in un libro come questo?
Nel caso degli altri libri che ho scritto, la consultazione di libri in archivi e biblioteche ha avuto un peso preponderante. In questo caso, invece, mi sono basato quasi esclusivamente sulla lettura e sulla visione di articoli e filmati dell’epoca. Una peculiarità di questo lavoro di consultazione è che mi sono basato su fonti in sei lingue differenti: italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo e portoghese.
Quali sono i luoghi che hai visitato per fare questa ricerca?
Per quanto ho appena detto si è trattato principalmente di luoghi virtuali: giornali online, archivi digitali, siti tematici e gruppi di discussione.
Quali misteri svela il libro?
Nel libro affronto alcuni aspetti inediti ma, per la varietà delle fonti a cui accennavo, più che di misteri parlerei di punti di vista insoliti e peculiari: un match di Coppa Uefa in Italia visto con gli occhi del reporter inglese, la delusione per il Mondiale del ’74 attraverso la pubblicistica del Brasile, l’elogio della Germania Ovest di quello stesso anno nei periodici di Ginevra e di Losanna o il conferimento del Pallone d’oro a Cruijff attestato nella stampa francese, il tutto, ovviamente, senza trascurare i giornali italiani.
Che “Cosa” è questo libro per te, cosa rappresenta?
Scrivere un libro per me è sempre qualcosa di “terapeutico”: mi fa sentire bene. In questo libro, poi, come in tutti gli altri che ho scritto, c’è anche una forte componente autobiografica legata alla mia infanzia e alla mia adolescenza. Per questo nelle pagine che ho scritto ci sono, evidentemente, racconti dedicati a tutte le grandi competizioni per club e per nazionali, ma si trovano anche storie riguardanti il Genoa. Storie Genoane che ovviamente hanno maggiore importanza su un piano più strettamente personale, visto che il Genoa è la mia squadra del cuore per tradizione familiare.
Perché andrebbe letto?
Direi che il libro andrebbe letto per almeno due motivi. In primo luogo, questo testo offre una visione di insieme sul panorama calcistico degli anni Settanta: tutti, o quasi tutti, gli episodi fondamentali di quel periodo sono presi in esame. In secondo luogo questa visione di insieme viene proposta con una struttura narrante alquanto originale.
Qualsiasi cosa tu voglia dire che non sia stata richiesta puoi dirla qui…
Qualche ringraziamento: a Gianluca Iuorio, di Urbone Publishing, per un sostegno editoriale che ormai dura da anni, a Stefano Scagni, per la sua bellissima copertina (anche con lui, la collaborazione è di lunga durata) e, infine, a Marc Ferrer dei Grifoni Barcelona e Hans Otten del Genoa Club Amsterdam per le preziose informazioni su Johan Cruijff nella stagione 1973-1974.