GLIEROIDELCALCIO.COM – Pubblichiamo, come preannunciato (vedi intervista con l’autore qui), due piccoli estratti del libro “Il gioco del calcio e il suo museo – Viaggio tra i cimeli che raccontano la storia della Nazionale italiana” di Paolo Serena.
Gli estratti, scelti dall’autore, si riferiscono a Inghilterra – Italia del 1934, i ragazzi di Pozzo saranno ricordati al termine di quella gara come i “Leoni di Highbury, e Francia – Italia del 3 luglio 1998.
Ringraziamo ancora l’autore per averci dato questa possibilità.
Buona lettura.
Il Team de Gli Eroi del Calcio.com
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“Il 10 giugno 1934, alzando al cielo di Roma la Coppa Rimet, gli Azzurri erano diventati la squadra più forte del mondo. O forse no. Perchè c’era una Nazionale che si riteneva talmente superiore rispetto agli avversari da non potersi abbassare a disputare i Mondiali: era l’Inghilterra, la patria degli inventori del football. Solo nel 1950 i maestri inglesi prenderanno parte ad una Coppa del Mondo e non faranno una bella figura, eliminati al primo turno e sconfitti per 1-0 dai dilettanti degli Stati Uniti. Il giorno dopo quella disfatta, i giornali inglesi scriveranno 10-1 nel punteggio finale della partita: non ritenevano possibile lo 0-1 e credevano che gli inviati avessero commesso un errore di battitura…
Torniamo al 1934. Gli inglesi vogliono sfidare i campioni dell’Italia in un’amichevole e anche se gli Azzurri capiscono di avere tutto da perdere – perché agli inventori del football basterebbe quella sola vittoria per fregiarsi idealmente del titolo di squadra più forte del mondo – la sfida è troppo intrigante per essere rispedita al mittente.
Ad Highbury è subito una battaglia (…)”
Il racconto è accompagnato dalla foto della maglia di Giovanni Ferrari ai mondiali del ’34 presente al Museo del Calcio
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“Estate 1998, un caldo pomeriggio francese. L’ambientazione di questa sceneggiatura è l’immenso Stade de France alle porte di Parigi. In una tensione palpabile, che impone di non sbilanciarsi per non rischiare, Italia e Francia si stanno giocando l’accesso a una semifinale mondiale.
Minuto dodici del primo tempo supplementare. Su un lancio dalle retrovie, Roberto Baggio si smarca dietro la linea avversaria e tenta un colpo da autentico fuoriclasse, di pura difficoltà: colpire il pallone d’esterno destro, per consegnarlo in rete e alla storia. La sua carezza alla sfera finisce appena fuori, sospinta lontano dal palo dal sospiro dei tifosi di casa.
Roberto Baggio è stato classe e incanto, gioia da vedere e lacrime, a volte di felicità, a volte di delusione.
Ma in fondo, è meglio così. Perché quella conclusione di Roberto Baggio è come i Prigioni di Michelangelo e la Sagrada Familia: un’incompiutezza talmente soave da renderla, proprio per questo finale amaro, ancora più affascinante.”
Il racconto è accompagnato dalla foto della maglia di Roberto Baggio ai mondiali del ’98 presente al Museo del Calcio