Fabio, classe 1977, è un grande appassionato di calcio e amante della statistica, opinionista sportivo per alcune web radio e collezionista di biglietti di ingresso allo stadio, è all’esordio come scrittore.
Leggendo questo libro, possiamo respirare la magica atmosfera dei mercoledì di coppa degli anni ’80.
Per noi un triplice appuntamento, l’intervista e oggi il secondo e ultimo estratto.
Buona lettura.
Il Team de GliEroidelCalcio.com
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ESTRATTI DAL 10 CAPITOLO
L’ultimo atto è in programma allo stadio Prater di Vienna il 23 maggio 1990, ad affrontare il Milan ci sono i portoghesi del Benfica allenati da Eriksson e approdati in finale dopo aver sconfitto Derry City, Honved, Dnipro e Marsiglia. Le due squadre si sono già affrontate nella finale del 1963 a Wembley, dove i rossoneri grazie a una doppietta di Altafini conquistarono la loro prima Coppa dei Campioni. Il Milan può finalmente schierare Gullit, anche se non ancora al meglio, ma nel primo tempo prevale una sorta di paura di perdere con pochissime emozioni. Gli uomini di Sacchi non riescono a proporre il solito gioco, intrappolati dalla tattica dei lusitani, ma nella ripresa creano due palle gol, entrambe sventate dal portiere Silvino. Al terzo tentativo, Rijkaard si inserisce nel cuore della difesa del Benfica su assist di Van Basten e di esterno destro batte il portiere per quello che sarà il gol della vittoria. La difesa rossonera, nel tempo restante, non permette al Benfica di sfondare e il triplice fischio dell’arbitro austriaco Kohl sancisce il trionfo del Milan, campione d’Europa per la quarta volta, la seconda consecutiva!
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Lo stadio Ullevi di Goteborg è il teatro della finale fra la Sampdoria e i belgi dell’Anderlecht allenati da De Mos, uno dei principali artefici del “miracolo Malines”. L’Anderlecht è giunto alla finale eliminando il Ballymena Utd, i detentori del Barcellona, l’Admira Wacker e la Dinamo Bucarest. La Sampdoria, a differenza della finale persa col Barcellona, si presenta al gran completo, fatta eccezione per Cerezo. Ci sono tutti i presupposti per regalare ai diecimila tifosi che hanno raggiunto Goteborg e al presidente Mantovani una grande e meritata soddisfazione. In campo, gli uomini di Boskov dimostrano una netta superiorità creando nel primo tempo molte occasioni, ma quando non ci arriva il portiere De Wilde, sono i blucerchiati a mancare di precisione. Il risultato non si sblocca nemmeno nel secondo tempo obbligando le squadre ad andare ai supplementari. Nel primo tempo arriva la svolta della partita: il neo entrato Salsano calcia in diagonale, il portiere devia sul palo, ma fallisce la presa sulla respinta, così Vialli si fionda sulla palla vagante e finalmente gonfia la rete. Nel secondo tempo supplementare, Mancini confeziona l’ennesimo assist per la testa di Vialli che batte nuovamente De Wilde e chiude i conti. Nel tripudio di bandiere blucerchiate, il capitano Pellegrini alza al cielo la Coppa delle Coppe! Il progetto del presidente Mantovani è ormai una realtà consolidata in Italia e da questa notte anche in Europa.
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La sera del 2 maggio 1990 si gioca a Torino la finale d’andata agli ordini dell’arbitro spagnolo Soriano Aladren. La partita regala emozioni già al terzo minuto quando Schillaci scappa sulla destra e crossa al centro per l’accorrente Galia, che batte Landucci. La Fiorentina si riprende velocemente e all’undicesimo minuto, su un traversone di Di Chiara, Buso anticipa tutti in tuffo di testa realizzando il gol del pareggio. Il primo tempo termina sul punteggio di 1-1 a testimonianza di una partita in equilibrio, ma nella ripresa la Juventus aumenta la pressione fino al raggiungimento del gol del nuovo vantaggio realizzato da Casiraghi dopo un quarto d’ora. Su un cross proveniente dalla sinistra, il centravanti bianconero risolve in mischia dopo una prima conclusione di Alessio fra le tante proteste dei giocatori viola per una spinta dello stesso Casiraghi ai danni di Pin all’inizio dell’azione. I bianconeri riescono a realizzare anche il terzo gol con un tiro di De Agostini da fuori area, che supera un incerto Landucci, scavalcato dal rimbalzo del pallone. Il 3-1 conclusivo soddisfa il popolo juventino che può affrontare il ritorno con relativa tranquillità.
Il 16 maggio 1990 si gioca sul neutro di Avellino la finale di ritorno. Nei giorni che hanno preceduto la gara, si è fatta sempre più insistente la notizia del passaggio di Roberto Baggio alla Juventus, creando grande tensione fra i tifosi viola. In campo la partita è gestita dalla Juventus con molta autorità, la Fiorentina non crea pericoli rilevanti anche dopo l’espulsione di Bruno arrivata a mezzora dal termine. Lo 0-0 finale fa esplodere di gioia i tantissimi tifosi juventini, orgogliosi del gruppo di Zoff che pochi giorni prima aveva anche conquistato la Coppa Italia ai danni del Milan. L’ex portiere bianconero è il primo della storia ad aver conquistato la Coppa Uefa sia da giocatore che da allenatore dello stesso club. Il capitano Tacconi e lo stopper Brio possono, invece, vantarsi di aver vinto tutte le coppe europee e internazionali.
Con la vittoria di tutte e tre le competizioni europee, il calcio italiano raggiunge il suo punto più alto a meno di un mese dall’inizio della rassegna mondiale.