Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto e intervistato Francesco Zagami, autore del libro “SPAGNA 1982 – Il Mundial di Bearzot”, edito da Urbone Publishing
per GLIEROIDELCALCIO.com Federico Baranello
Zagami, classe 1971, è nato a San Gavino Monreale. Da sempre interessato a temi calcistici e storici ha all’attivo tre libri. A breve altri lavori saranno pubblicati tra cui uno riguardante il periodo d’oro della Roma di Liedholm 1979/84.
Il Mondiale di Spagna del 1982, conclusosi felicemente con la vittoria finale di Madrid l’11 luglio, rappresenta l’episodio più coinvolgente della storia della nostra Repubblica dal punto di vista emozionale. Per la generazione di chi scrive (comprendente coloro che sono nati nei primi anni settanta) sono la colonna sonora, l’apoteosi stessa delle emozioni: esse furono vissute quasi in una dimensione onirica.
Un triplo appuntamento, oggi l’intervista e nei prossimi giorni due estratti del libro.
Francesco, dopo alcune pubblicazioni hai cambiato argomento, il calcio, seppur sempre nella versione storica… come nasce l’idea…
Buon giorno e grazie della cortese opportunità di poter scambiare due parole, intanto. L’intenzione viene da lontano. E idealmente si collega anche al mondiale di Spagna 1982 e al periodo delle partite di qualificazione per accedere allo stesso. Siamo all’alba degli anni ’80 quando in me nasce l’interesse sia per la storia civile che per il calcio e il ciclismo. Non avendo, già si vedeva da subito, il fisico per poter seriamente pensare di praticare quest’ultimi a un livello seppur minimo, nondimeno la voglia di potervi scrivere sopra non mi è mai mancata. Avendo seguito consigli altrui (il che non dovrebbe essere), non ho intrapreso attività di insegnamento o di giornalismo professionistico. Ma il desiderio prepotente di ritornare a coltivare queste discipline non mi ha mai lasciato: e mi sono a un certo punto, tra me e me, detto “meglio, magari, la rabbia di aver fatto male, che il rimpianto di non aver fatto”. E così a 50 anni ho iniziato a scrivere con una certa continuità (non ci si meravigli o non si abbia perplessità per “cotanta” età, non si dimentichi che Catone il Vecchio imparò il greco avendo 50 primavere sulle spalle o che Carlo Marx apprese il turco in età ancor più avanzata). E siccome questa è una scintilla scoppiata negli anni ’80, agli stessi dovevo ritornare per trarre le più belle fonti ispiratrici. In questo contesto, il 1982, in generale, è l’anno magico
Come si inserisce quel mondiale in quel periodo storico?
Si inserisce alla stessa stregua in cui il mondiale messicano del ’70 si incastra in quel periodo a cavallo tra la fine degli anni ’60 e il decennio seguente. Il mondiale di Spagna, in un certo senso, chiude con i tortuosi anni ’70. Dopo il miracolo economico e il decennio meraviglioso degli anni ’60, in Italia si registrava quello che si può immaginare come un corto circuito politico-economico-sociale, con conseguenze, dirette e indirette, laceranti in tema di ordine pubblico. I motivi sono tanti, endogeni ed esogeni, e ho cercato di analizzarli in un mio testo dal titolo Storia d’Italia dal 1968 al 1982. A ogni modo, semplificando, tra il 1977 (ma forse già dal ’74) e il 1981 in Italia si ebbe una sorta di guerra civile non dichiarata, strisciante, seppur a bassa intensità, con il fenomeno del terrorismo. Il Mundial di Spagna operò un piccolo miracolo: l’Italia finalmente si rivide unita, concorde, compatta, orgogliosa di sé, con una nuova fede in se stessa, tale da alimentare grosse speranze. Ma, come ho anche illustrato nel libro Spagna 1982, il Mundial di Bearzot, fu un momento. E rapidamente si passò dagli anni piombo a quelli di latta, al finto boom degli anni ’80, al tangentismo politico come regola, a certe forme di sconcertanti amnesie antropologiche e morali, accompagnati da quello che in alcuni casi si potrebbe definire come imbecillimento televisivo, che ha colpito quote di italiani con abbondanti dosi di banalità minime
L’autore Francesco Zagami con la sua ultima “creatura”
E la Nazionale che ruolo ricopre in questo periodo…
Il ruolo è considerevole. Il mondiale, come accennato, ha dato speranze. Purtroppo, non sono durate, forse perché non abbiamo sufficiente, solido retroterra di maturità laica, e, forse, la stessa vittoria spagnola è stata cavalcata per strumentalizzare certe cattive abitudini, vecchie e nuove
Qual è il metodo utilizzato per la narrazione…
Il metodo è quello in auge presso una certa scuola storica francese, di tipo annalistico
Quanta ricerca c’è in un libro come questo…
Con il metodo annalistico che sottende, la ricerca è tutto
Quali misteri svela il libro…
Non essendo giornalista o storico di professione, non posso attingere a fonti di prima mano e non posso raccogliere testimonianze dirette. Mi son dovuto rifare ad altri, un po’ come capitava agli storici greci dell’età ellenistica. Importante, a questo punto, era di operare una rielaborazione quanto più compiuta, esauriente, coerente, logica e in linea con gli assunti da dimostrare
Che “Cosa” è questo libro per te, cosa rappresenta…
Emozionalmente è tutto. Il 1982 con il suo Mundial è la colonna sonora, l’apoteosi della mia fanciullezza. Posso dire di aver avuto il privilegio di aver vissuto e assistito, sia pure non direttamente, in loco, bensì mediante la TV, a Spagna ’82 e l’onore di averlo descritto
Perché andrebbe letto…
Ritengo senza arroganza di aver dato vita a una decorosa ricostruzione dei mondiali di Spagna, ripercorrendo le dinamiche sportive della nazionale, anche riguardo alle fasi precedenti all’evento, cercando di chiarire logiche e nessi. Non è assente, peraltro, quanto svolto dalle altre nazionali. Inoltre un capitolo, al fine di avere un’idea e un piccolo quadro di certe fenomenologie, è dedicato alla fase organizzativa della manifestazione, evidenziando pure gli sforzi e le difficoltà incontrate dalla nazione spagnola, in una cornice storica particolare, per porre in essere il mondiale. Altresì, è presente un’allusione alle possibili prospettive in animo agli stessi organizzatori. Quindi, chi aspira a poter spaziare in un quadro ampio di argomenti, accontentandosi di un taglio giornalistico, è servito. A chi, viceversa o in aggiunta, cerca la poesia e il canto della gioiosa bellezza, come estrapolata da un fatto di cronaca sportiva, personalmente suggerisco l’ormai più che trentennale, classico libro di Mario Soldati “Ah, Il Mundial”.
Infine, mi si permetta di ribadire la dedica a mio nipote Davide, cui va la prima copia che ho avuto in mano. Un grazie all’amico ex calciatore Paolo Dal Fiume, il quale gentilmente mi ha onorato di quella che ritengo una pregevole prefazione, che mi ha colpito per la sua concisione, chiarezza ed essenzialità, che definirei di stile “atticista”, senza fronzoli inutili e immediatamente capace di centrare il bersaglio della sostanza. Essenziale, dunque, come lo era da calciatore. Penso che Paolo, se lo volesse, per la conoscenza di persone e cose intorno all’argomento potrebbe scrivere libri di ampi ventagli relativamente al calcio degli anni ’70 e ’80. Vorrei spendere una parola riguardo alla “seconda parte” del titolo del libro: Il Mundial di Bearzot: senza la Sua persona, il Suo magistero, le Sue conoscenze in fatto di football, la Sua attitudine da pater familias e la Sua severa, onesta moralità, non ci sarebbe stata alcuna vittoria. Un grazie anche a Gianluca Iuorio.