GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto e intervistato Andrea Bacci, autore del libro “Tutta colpa del Mundialito: Silvio Berlusconi, la tv, il calcio, la politica e l’ombra della P2″, edito da Bradipolibri.
La Copa de Oro, o “Mundialito” è stato un torneo calcistico inventato in Uruguay per celebrare il cinquantesimo anniversario del primo mondiale di calcio. L’idea era di far partecipare in un mini campionato tra dicembre 1980 e i primi giorni del 1981 le sei nazioni che fino a quel momento di erano aggiudicate almeno un’edizione della Coppa del Mondo, con l’Olanda, finalista delle ultime due manifestazioni, a sostituire l’Inghilterra rinunciataria. Ma alle spalle del Mundialito apparvero interessi forti, i diritti televisivi e quelli di immagine che, almeno in Italia, provocarono addirittura una guerra tra la Rai e la neonata emittente privata Canale 5.
Oggi l’ultimo appuntamento con un estratto.
Si ringrazia la casa editrice BradipoLibri per l’opportunità.
Buona lettura
Il team de GliEroidelCalcio.com
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Successo vero?
A favore del successo della manifestazione, e non poteva essere altrimenti visti i fiumi di parole che ha speso a proposito nelle ultime settimane, il giorno prima di Raschi si è schierato Lodovico Maradei della Gazzetta, anche a costo di esagerare. Se in Uruguay non si è fatta ovviamente nessuna distinzione tra questo torneo celebrativo e un Mondiale vero e proprio, a maggior ragione dopo il successo finale, è da vedere quale è stato il richiamo internazionale di una Copa de Oro che ha visto il successo senza se e senza ma del calcio sudamericano rispetto a quello europeo. Un’analisi che però non tiene conto della provvisorietà e del pressapochismo che ha connotato la partecipazione di Italia, Germania e Olanda. Scrive Maradei: “Venendo alle nostre sensazioni, dobbiamo riconoscere che il successo della manifestazione è andato al di là delle aspettative. Siamo giunti qui con un certo scetticismo, lo confessiamo. Pensavamo di trovare solo il calore e la partecipazione del pubblico locale. Sull’impegno delle altre squadre e quindi sull’esito tecnico del Mundialito avevamo grossi dubbi”. In effetti sarebbero mancate molte star delle squadre, una lista impressionante che recitava Zoff, Schuster, Causio, Zico, Krol e altri.
Dopo l’esordio in sordina con Uruguay-Olanda, la manifestazione è invece salita di tono con Argentina-Germania, “una delle partite più complete, tecniche, spettacolari che si siano viste da molti anni a questa parte”. Quindi, “a questo punto il Mundialito è decollato. Anche se con qualche scivolata che purtroppo coinvolge la nostra nazionale, si è assistito in questi giorni a Montevideo a una certa rassegna di calcio che ha sfiorato spesso l’antologia”. E’ stata vincente la scelta di concentrare tutte le partite in un solo stadio, cosa che ha facilitato il numeroso afflusso di pubblico, sono stati visti all’opera nuovi talenti, primo fra tutti Maradona, alla fine Maradei sottolinea che ci sarebbe solo da correggere la formula degli incontri, facendo giocare la seconda partita alla squadra che ha perso la prima, in modo da evitare gare inutili e senza interesse come è stata Italia-Olanda. Per il resto, “il Mundialito può andare e, scegliendo bene le date, divenire un appuntamento importante per il calcio internazionale”. E’ un’analisi che certamente va considerata all’interno di uno sforzo mediatico che ha coinvolto una testata come La Gazzetta dello Sport, ovviamente interessata per motivazioni di vendite, a far passare una manifestazione improvvisata e di dubbia validità storica come un grande torneo certamente da ripetere anche in futuro, magari con migliore partecipazione da parte nostra.