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Libri: “Tutto il Toro del Mondo”. Intervista all’autore Beppe Gandolfo

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto e intervistato Beppe Gandolfoautore del libro “Tutto il Toro del Mondo”, edito da Priuli & Verlucca.

Beppe Gandolfo è un giornalista torinese e torinista, comincia l’attività giornalistica negli anni Settanta nelle televisioni private, poi per dieci anni è all’Ansa di Torino dove segue nel 1992 la cavalcata granata in Coppa Uefa fino alla finale di Amsterdam e, nel medesimo anno, le Olimpiadi di Barcellona. Dal 1998 è corrispondente dal Piemonte e dalla Valle d’Aosta per le reti Mediaset: dal giallo di Cogne alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, dalle vicende Fiat alle inchieste Eternit e Thyssen, senza però mai perdere una partita del Toro.

Nel libro racconta la storia di un giovane che si fece espellere per poter andare a vedere un concerto dei Rolling Stones, di un calciatore che esordisce in serie A nel Torino con un gol che significa vittoria ma che poi si perde per poca voglia di sacrificarsi per il pallone: forse, proprio per questo, diventa un allenatore vincente, perché ha saputo coniugare i piedi con la testa, ma soprattutto ha saputo usare quell’arma formidabile che è il cuore. Insomma si racconta un calciatore, un allenatore, ma soprattutto un uomo.

Un racconto appassionato e una lettura coinvolgente.

Un triplo appuntamento per noi: oggi l’intervista all’autore e nelle prossime settimane due estratti del libro.

Si ringrazia la casa editrice Priuli & Verlucca per l’opportunità.

Buona lettura.

Il team de GliEroidelCalcio.com

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Beppe … il Toro e Mondonico … in alcuni momenti sembrano la stessa cosa …

Beh, in effetti è proprio così. Mondonico è uno dei personaggi che hanno segnato la gloriosa storia della società granata. Prima come calciatore perché viene acquistato per sostituire Gigi Meroni, la farfalla granata, morto tragicamente nel 1967. Ha le sue stesse caratteristiche fisiche, caratteriali, calcistiche: ma, in quel caso, sarà un semi fallimento. Mondonico non riuscirà mai a esplodere nel Toro. Poi sarà l’allenatore che regala l’indimenticabile cavalcata granata nella Coppa Uefa del 1992 fino alla finale di Amsterdam, quella della famosa sedia alzata al cielo. L’ anno successivo, nel 1993, regala ai tifosi granata l’ultima vera gioia, l’ultimo trofeo vinto: la Coppa Italia battendo la Roma nella rocambolesca doppia finale. Per questo Mondonico entra di diritto nell’ olimpo degli idoli granata, alla pari degli Invincibili del Grande Torino, di Meroni, e dei Campioni dello Scudetto del 1976

Cosa trova il lettore in questo libro …

Ho cercato di raccontare il calciatore, l’allenatore, ma soprattutto l’uomo. Il Mondonico del calcio pane e salame, così legato alle sue origini, alla sua terra in riva all’ Adda. Ma anche il suo rapporto con i calciatori che ancora oggi lo amano, lo considerano un secondo papà. Una biografia scandita dalle sue passioni, a cominciare dall’ amore per i Rolling Stones

Un quadro storico … come si inserisce la storia di Mondonico nella storia del Torino … chi influenza chi …

Difficile dirlo. Certo Mondonico è impregnato di granatismo. Vive i derby con la Juve come gli Indiani nell’ eterna lotta con i cowboy. Ma è anche vero che proprio le vittorie e i successi dei ragazzi del Mondo regalano all’ universo granata una dignità, una voglia di alzare il capo, di lottare sempre contro tutti e tutti

Foto per gentile concessione AssociazioneMondonico.it

Quale il metodo utilizzato per la narrazione…

Un metodo modificato proprio all’ ultimo. All’inizio questo doveva essere un libro scritto a due mani, una sorta di intervista, il resoconto di una serie di colloqui con Mondonico. La sua quasi improvvisa dipartita mi ha costretto a rivoluzionare il racconto. A lavorare sui ricordi personali e su quelli delle tante persone che hanno vissuto e operato al suo fianco. Più che ricerca si è trattato di un’opera di setaccio. Raccogliere il meglio dai tanti ricordi, dai tanti aneddoti rivelati da parenti, amici, collaboratori, calciatori che hanno avuto modo di vivere al fianco di Mondonico nel suo percorso terreno. Uscire dagli stereotipi per descrivere Mondonico nel quotidiano. Dai campi di allenamento ai grandi stadi, dall’ osteria in riva all’ Adda dove è cresciuto alla sua cascina dove si rifugiava appena finite le partite domenicali, dalla sua attività di volontariato con i ragazzi che fanno più fatica al calvario della malattia.

Insomma, nessuna pretesa di scoop. Ma solo la ferma volontà di raccontare un uomo, un amico, un calciatore, un mister, un padre. Non soltanto la parte pubblica ma anche il dietro le quinte. Un allenatore che appena vinta la Coppa Italia si chiude nello spogliatoio dell’Olimpico di Roma a piangere, da solo, per scaricare le mille tensioni accumulate per vincere un trofeo, a dispetto di tutti.

Che “Cosa” è questo libro per te, cosa rappresenta…

Un pezzo della mia vita. Prima come tifoso granata, poi come cronista dell’Ansa. Nella stagione 1991-92 sono stato incaricato di seguire il cammino del Toro in Coppa Uefa. Dalla prima trasferta in Islanda fino alla finale di Amsterdam. Era un calcio di altri tempi quando si viaggiava con la squadra, si cenava con i calciatori e con il mister. C’era un rapporto diretto ma sempre rispettoso. E quindi in quell’ anno nacque quella che oggi posso definire un’amicizia, una confidenza che andava al di là dai ruoli predefiniti.

Perché andrebbe letto…

Per ritrovare quel calcio in cui la maglia contava di più dei contratti, i rapporti fra calciatori, allenatori e tifosi aveva più valore che non l’ingaggio o la padronanza dei procuratori. Ai funerali di Mondonico, a Rivolta d’ Adda, c’ erano schierati fianco a fianco – come in una curva dello stadio – i sostenitori dell’Atalanta, del Toro, della Fiorentina, dell’Albinoleffe, del Novara, della Cremonese… insomma di tutte le squadre dove il Mondo ha militato. Il segno che ha lasciato, davvero, qualcosa nel cuore di ognuno.

Grazie Beppe.

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GliEroidelCalcio e L’Associazione Mondonico insieme

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