GLIEROIDELCALCIO.COM – Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto e intervistato Beppe Gandolfo, autore del libro “Tutto il Toro del Mondo”, edito da Priuli & Verlucca.
Beppe Gandolfo è un giornalista torinese e torinista, comincia l’attività giornalistica negli anni Settanta nelle televisioni private, poi per dieci anni è all’Ansa di Torino dove segue nel 1992 la cavalcata granata in Coppa Uefa fino alla finale di Amsterdam e, nel medesimo anno, le Olimpiadi di Barcellona. Dal 1998 è corrispondente dal Piemonte e dalla Valle d’Aosta per le reti Mediaset: dal giallo di Cogne alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, dalle vicende Fiat alle inchieste Eternit e Thyssen, senza però mai perdere una partita del Toro.
Nel libro si racconta la storia di un calciatore, un allenatore, ma soprattutto un uomo: Emiliano Mondonico.
Un racconto appassionato e una lettura coinvolgente.
Un triplo appuntamento per noi, l’intervista all’autore e due estratti: oggi l’ultimo appuntamento.
Si ringrazia la casa editrice Priuli & Verlucca per l’opportunità.
Buona lettura.
Il team de GliEroidelCalcio.com
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L’acquisto di Martín Vázquez
«Mondonico era il papà di tutti, un fratello maggiore che ci dava tutto e noi cercavamo di ripagarlo sul campo». Questa la definizione di Luca Fusi, un beniamino dei tifosi del Toro, eroe di Amsterdam. Di rincalzo il compagno di squadra Roberto Mussi: «Spesso quando entravamo sul pullman io ero al primo posto davanti a sinistra, il mister su quello a destra: a volte non ci salutavamo nemmeno e magari neanche ci guardavamo perché mi aveva sgridato durante la partita, ma lui era eccezionale: bastava una battuta, un sorriso che si smorzava tutta la tensione e tornava il sereno».
Le strane vicende della vita. Il Mondonico calciatore ribelle che diventa allenatore saggio, paterno, una guida per i suoi giocatori. Ha proprio ragione Ligabue quando canta:
Dicono che tutto sia comunque scritto
Quindi tanto vale che non sudi
Nasci da incendiario
E muori da pompiere…
«L’accordo lo facemmo quasi subito: un primo abboccamento arrivò a settembre dopo una vittoria in casa per 7 a 0 del Toro sul Pescara, ma non si poteva assolutamente rendere pubblico, pena la squalifica mia e di Borsano», ricorda Mondonico.
«Continuammo a sentirci e a costruire la squadra per l’anno successivo. Qualche giorno prima di Natale mi telefonò il presidente e mi disse di avermi fatto un regalo: io pensavo a un orologio oppure a una cassa di vino, e invece Borsano mi annunciò: “le ho preso Martín Vázquez dal Real Madrid”».
Un acquisto clamoroso. La notizia ufficiale arriverà solo nell’estate del 1990, sempre per non incorrere in sanzioni e squalifiche. Il centrocampista spagnolo del 1965, cresciuto nel Castilla, squadra-satellite del Real Madrid, esordì nel 1983 tra i professionisti in Segunda División; passò nel dicembre dello stesso anno al Real Madrid, diventando famoso in seguito come uno dei cinque calciatori della cosiddetta Quinta del Buitre la «Coorte dell’Avvoltoio», cioè la generazione di calciatori madridisti cresciuti nelle giovanili del Real assieme al fuoriclasse Emilio Butragueño.
Vázquez resta a Madrid fino al 1990, quando si trasferisce in Italia per giocare nel Torino, che lo acquista per 2,6 miliardi di lire e gli paga un ingaggio di 8 miliardi per tre anni. Così, in estate, a 43 anni, il Mondo ripercorre quell’autostrada dei Vini, stavolta al contrario. Dalla natia e amata Rivolta d’Adda torna a Torino per quello che sarà, quasi certamente, il percorso più fulgido della sua carriera di allenatore.