GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto e intervistato Michele Grilli, autore del libro “Un Capitano, c’è solo un Capitano”, edito da URBONE Publishing.
Michele Grilli, classe 1974 di Jesi, è un grande appassionato di sport, calcio in particolare, e ha collaborato con Il Messaggero” di Ancona ed il mensile “Sport Marche News”. Ha scritto 2 volumi sulla storia della “Jesina Calcio” in occasione degli 80 anni e dei 90 anni di storia della società, dal titolo “80 Anni da Leoncelli” e “90 anni da Leoncelli”, ha collaborato con il giornalino della Jesina “11 Leoni” e ha curato la rubrica “La Voce dei Leoncelli” sul sito ufficiale della società. È stato inoltre uno degli organizzatori della mostra per i 90 anni di storia della Jesina Calcio nel 2017 ed autore dei testi della storia della società, stampati nei pannelli ora esposti in via permanente allo stadio “Carotti” di Jesi. Ha organizzato e promosso infine, le mostre di collezionismo calcistico con “Football Collection Italy” nel 2019 e “Goal Dream” 2020 svolte entrambe a Jesi. Attualmente, collabora con il portale di notizie “CentroPagina”.
Michele Grilli con uno dei protagonisti del volume, Massimo Palanca, bandiera del Catanzaro
Nel libro 20 storie di 20 capitani, con almeno 200 presenze con la stessa maglia, non tutti ugualmente noti al grande pubblico, ma ognuno simbolo e mito nella squadra e nella città in cui ha militato. Storie belle, alcune in crescendo con vere e proprie apoteosi, altre tristi e malinconiche con addii improvvisi, senza alcuna riconoscenza da parte delle società di appartenenza, ed altre infine, accomunate da tragici destini. Una maglia che non è stata solo indossata, ma che col passare del tempo si è “appiccicata” sulla pelle, rimanendone tatuata anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo. Attraverso la loro storia, fatta anche di aneddoti, statistiche e curiosità, ho ripercorso il cammino che ha reso i “nostri” capitani così grandi ed indimenticati dopo tanti, tanti anni. Personaggi simbolo di un calcio che non c’è più.
Un triplo appuntamento per noi: oggi l’intervista all’autore e nelle prossime settimane due estratti del libro.
Michele, “Un Capitano, c’è solo un capitano”, come nasce l’idea di un libro come questo …
L’idea del libro nasce dalla voglia di raccontare delle storie di grandissimi campioni e bandiere di squadre di calcio degli Anni ’80, periodo della mia infanzia in cui, come tanti miei coetanei, ci siamo innamorati di questo sport. La scintilla da cui ha preso il via tutto il mio progetto, è stata la canzone “Tradimento e Perdono”, che il cantante Antonello Venditti ha dedicato all’ex capitano della “sua” Roma, Agostino Di Bartolomei. Ascoltandola, ho sentito la voglia di raccontare la sua storia e quella di altre grandi bandiere di quel periodo, ripercorrendo le loro carriere, tutte incredibili. Inizialmente, avevo pensato di inserire solo 10 giocatori, ma la scelta sarebbe di certo ricaduta solo su quelli maggiormente conosciuti al grande pubblico. Così, ho deciso di allargare la platea dei protagonisti a 20 giocatori, anche di Serie B, personaggi ugualmente simbolo nei Club in cui hanno militato per tanti anni, diventati grandissimi capitani e bandiere.
Cosa è un Capitano nell’immaginario collettivo …
Il capitano, almeno allora, era davvero l’uomo simbolo della squadra e della società. Non era solo un giocatore con la fascia al braccio, ma era l’allenatore in campo, l’uomo di fiducia del tecnico ed un vero trade union fra squadra e società. Il capitano era colui che si faceva carico dei problemi della squadra, che metteva la faccia quando qualcosa non andava, che si occupava per primo dell’inserimento nel gruppo dei giovani o dei nuovi arrivati e soprattutto, colui che andava a trattare i premi, da quelli partita sino quelli salvezza o promozione, allora importantissimi visti gli stipendi, seppur importanti, di certo non dello stesso divello di quelli attuali. Se poi il capitano non avesse svolto fino in fondo questo ruolo, avrebbe corso il rischio di essere delegittimato. Oggi, pur essendo un uomo simbolo, il capitano ha perso gran parte di quelle peculiarità, visto che molti di essi giocano nei rispettivi Club solo per pochi anni.
20 storie diverse, c’è una caratteristica personale in comune tra questi calciatori …
Sì, certo. In tutti i protagonisti, sia in quelli che ho sentito personalmente che in quelli seguiti tramite interviste e video, è emersa una fortissima personalità ed un grandissimo attaccamento alla maglia. In tutti poi, ho riscontrato altissimi valori quali l’onestà, l’umiltà, la saggezza, la correttezza e la voglia di fare anche l’impossibile per il proprio Club. In quei tempi, la parola data ed una stretta di mano valeva su tutto. La firma sul contratto veniva sempre dopo. Gli accordi si raggiungevano spesso annualmente, e capitani che militavano già da tempo con la stessa squadra, erano costretti a dimostrare continuamente di valere quel Club, non come oggi in cui si arriva subito a chiedere contratti lunghi ed onerosi, senza aver ancora messo un piede in campo. In tutti infine, ho riscontrato una grandissima disponibilità nei confronti del mio progetto e tantissima riconoscenza per averli ricordati a distanza di tanti anni, con una maglia che sentono ancora loro e che fa battere ancora forte il cuore.
Quale il metodo utilizzato per la narrazione…
Per fare una scrematura, ho scelto 20 protagonisti che vantano almeno 200 presenze ufficiali, consecutive o non, con la squadra in cui sono diventati capitani e bandiere. Sono riuscito ad intervistare, telefonicamente, la maggior parte dei protagonisti visto che, sia per l’emergenza Covid, sia per la lontananza, non era stato possibile incontrarli personalmente. Tutti si sono aperti piano piano, raccontando anche i segreti più intimi dello spogliatoio. Oltre ai racconti, interviste e aneddoti, ho ripercorso passo dopo passo le rispettive carriere, con foto, tabellini e statistiche, essenziali, perché solo attraverso i numeri, pressoché irraggiungibili, si può capire fino in fondo la grandezza dei personaggi trattati. Un ringraziamento particolare infine, lo vorrei rivolgere a Luca Pellegrini, ex capitano della Sampdoria dello Scudetto ed a Stefano Tacconi, autori rispettivamente di Prefazione ed Introduzione, che hanno sicuramente impreziosito ancor di più il volume.
Michele con uno dei protagonisti del volume, Domenico Neri, bandiera dell’Arezzo
Quanta ricerca c’è in un libro come questo …
Il lavoro di ricerca è stato davvero grande. Ho iniziato a scrivere le prime pagine nell’aprile del 2020, proprio all’inizio del lockdown, in cui per forza di cose siamo dovuti restare chiusi in casa, e proseguito nei ritagli di tempo sino a finire il volume nell’agosto 2021. Raccontare storie di personaggi così importanti inoltre, è stata anche una grandissima responsabilità, quindi ho fatto di tutto per arrivare, o almeno cercare di avvicinarmi, alla perfezione. Lo devo per forza a loro, che mi hanno sostenuto durante il percorso e dato sempre fiducia.
Quali misteri svela il libro…
Nel volume ci sono tanti segreti ed aneddoti che io stesso ho scoperto durante il percorso. Pur ritenendomi un grandissimo appassionato di calcio, diciamo anche “malato” perché no, ho scoperto tantissime chicche e curiosità che non conoscevo e che penso siano di sicuro interesse per gli appassionati. Naturalmente, questi particolari saranno svelati solamente durante la lettura del libro…
Che “Cosa” è questo libro per te, cosa rappresenta…
La realizzazione del volume, oltre a rappresentare una grandissima soddisfazione personale, vuol essere una sorta di atto di riconoscenza verso questi Campioni che ci hanno fatto sognare ed entusiasmare, accompagnandoci nel corso degli anni con le loro gesta, trasmettendoci altissimi valori da far conoscere assolutamente anche ai nostri giovani.
Perché andrebbe letto…
Credo che il libro andrebbe letto sia per conoscere più a fondo i campioni già conosciuti, sia per scoprire quelli meno noti al grande pubblico, sicuramente sentiti nominare o attaccati in qualche album di figurine, ma non trattati così a fondo dalle maggiori testate sportive. Infine, vorrei segnalare che parte del ricavato sarà devoluta all’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). È una piccola goccia in mezzo al mare ma, acquistando il volume, si potrà comunque aiutare l’associazione nella ricerca e nelle attività che svolge, fondamentali per chi, purtroppo, conosce direttamente o indirettamente questa malattia.