GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
1181. Un numero che potrebbe non dire nulla ma che ha segnato un record che difficilmente verrà battuto negli anni a venire. Quel numero rappresenta i giorni senza sconfitte in campionato di una squadra leggendaria, capace di stravincere in un Paese dilaniato dalla dittatura e di confermarsi anche in Europa, davanti allo strapotere occidentale degli anni ’80.
Lo Steaua Bucarest che si presenta ai nastri di partenza della Divizia A 1986/87, è una formazione piena di buonissimi giocatori. Il 7 Maggio e la vittoria in Coppa dei Campioni sono passati da poco e la gloria dei vincitori è ancora viva. Non c’è Helmut Duckadam, eroe di Siviglia e rimasto all’angolo per cause entrate poi nella leggenda. C’è però il blocco formato da altri giocatori tosti e carismatici come Marius Lăcătuș o il capitano Stefan Iovan. C’è anche un difensore silenzioso, con un cognome che è un mix tra rumeno e jugoslavo e con un talento senza eguali. Si chiama Miodrag Belodedici ed è secondo soltanto a Franco Baresi a livello mondiale.
L’Arges Pitesti è la prima squadra della Divizia A che cade sotto i colpi della corazzata Steaua: è il 17 Agosto del 1986. In quella stagione seguiranno 28 vittorie e 4 pareggi, con la parentesi della Supercoppa Europea vinta sulla Dinamo Kiev di Lobanosky, grazie al “prestito” Hagi, fenomeno che poi verrà trattenuto a Bucarest.
Sarà un triennio di trionfi. La compagine del presidente Nicolae Gavrilă vincerà il campionato sia nel 1988 che nel 1989, senza mai perdere una partita, nemmeno contro gli acerrimi rivali della Dinamo. Una striscia di 104 partite di campionato, più altre 15 di coppa nazionale.
Ma tutto, si sa, ha una fine. Quella fine che arriverà il 9 Settembre del 1989, quando la rivincita dei ragazzi guidati da Mircea Lucescu metterà fine ad uno strapotere durato un triennio e rimasto negli annali calcistici.
Foto STEAUAFC.COM