RIVISTACONTRASTI.IT (Diego Mariottini) – […] un calciatore qualsiasi che comunica in conferenza stampa il proprio ritiro, il discorso può passare inosservato. Ma se si tratta di Marco Van Basten, allora quello si trasforma nel testamento spirituale del più grande giocatore della sua epoca, Maradona permettendo. C’è molto di drammatico in quelle frasi scarne, essenziali, in apparenza dirette e risolute. Dette da uno che ha sempre preferito i fatti alla dialettica verbosa, la giocata alla recriminazione. Difficile stabilire se quel potere di sintesi celi timidezza, ritrosia o una soave forma di distacco rispetto alla platea.
[…] Van Basten è stato un artista e come tutti gli artisti veri ha in dote qualcosa di raro: far apparire semplice la complicatezza, stilizzato il gesto irripetibile, composto il debordante. Sottili equilibri, di cui cercare di leggere il senso fra le righe. Quando qualcuno definì l’asso olandese come «il più raffinato ed elegante centravanti del calcio moderno, l’unico che sapesse danzare sulle punte di un fisico ciclopico», venne riassunto l’assoluto in 20 parole. Un Fred Astaire del pallone senza indulgere a inutili piroette, un angelo sterminatore senza (quasi) mai accessi di arroganza. Un attaccante, certo, ma limitarne l’estro riducendolo a “semplice” macchina da gol sarebbe fuorviante.
Eppure Marcel Van Basten, Utrecht 31 ottobre 1964, una macchina da gol lo è davvero, perché 301 reti in carriera fra Ajax, Milan e Nazionale oranje non si segnano per sbaglio. Ma può essere anche uno straordinario rifinitore nelle giornate di scarsa vena realizzativa. Oppure un trequartista ante litteram, in anni in cui giocare fra centrocampo e attacco significa quasi sempre essere classificati “né carne né pesce”. Baggio veniva considerato un “nove e mezzo” e la cosa non suonava mai come un complimento incondizionato.
È ancora minorenne Marco Van Basten quando il 3 aprile del 1982 esordisce nella Eredivisie. Johan Cruijff ha messo da tempo gli occhi su quel gigante e riconosce in lui le stimmate del campione. Il suo endorsement è una sentenza in pieno stile Cruijff. Forse ha percepito aspetti personali destinati a rimanere mistero per il resto del mondo. La partita in questione è Ajax-NEC Njimegen. Il giovane Marco entra nella ripresa al posto dello Johan nazionale e va subito in gol.
“È nata una stella” sentenzia la critica di casa. “E io che cosa vi avevo detto?” ribatte proprio Cruijff […]
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