Pennants Museum, sempre meticoloso nella ricerca storica, realizza un articolo dedicato all’Olympique Marsiglia e a quel gagliardetto “sbagliato” risalente al 2012.
[…] “Droit au but” ovvero “Dritto in porta”. Questo è l’iconico motto che dalla fondazione accompagna le gesta sportive dell’Olympique Marsiglia. Una squadra che s’incarna totalmente nello spirito del capoluogo della Provenza, una città multietnica fatta di persone che badano al sodo proprio come il motto della squadra per cui tifano. Possiamo dire che più dello stemma, un monogramma con le lettere O e M intrecciate, è il motto il simbolo per antonomasia del club marsigliese. L’O.M. nasce nel 1899 ad opera di René Dufaure de Montmirail un giovane appassionato di calcio che, dopo un soggiorno per motivi di studio in Inghilterra, decise di dare linfa a tale passione creando una squadra a Marsiglia. Il nome associato indicava, oltre che un esplicito riferimento ai Giochi Olimpici, anche la caratteristica di vera e propria polisportiva dell’O.M..I colori invece, condivisi con quelli cittadini, rendono lustro ai fondatori di Marsiglia, un gruppo di esuli greci provenienti da Focea, cittadina oggi situata in Turchia ad una sessantina di chilometri da Smirne. A ricordo di tali origini ancora oggi i cittadini di Marsiglia sono chiamati i “focesi”.L’ O.M. è una tra le più vittoriose squadre francesi, l’unica ad essersi aggiudicata la Coppa dei Campioni.A questo trofeo vanno aggiunti i vari titoli nazionali (Campionato, Coppa di Francia, Coppa di Lega e Supercoppa) che, tuttavia, mancano all’albo d’oro dei bianco – celesti dalla stagione 2009 – 2010.Il gagliardetto presentato oggi venne realizzato in occasione dell’incontro di Champions League contro l’Inter il classico gagliardetto con il duplice stemma e i dettagli dell’incontro che l’O.M. utilizzava in quel periodo. Questo riporta una singolare “perla” causata da un imperdonabile errore nella parola Meazza che per gli ignavi nonché ingrati produttori francesi diventa Mezza. Un errore che però è presente, in maniera davvero singolare; anche in almeno un paio di gagliardetti interisti prodotti sia negli anni cinquanta che nel duemila. Viene, pertanto, proprio spontaneo fare ricorso al classico “Mal comune mezzo gaudio”.
Vai all’articolo originale
(PENNANTSMUSEUM.COM di Marco Cianfanelli)