Da un po’ di giorni penso continuamente a quanto è avvenuto con la decisione di Massimo di ospitare Wilson il capitano nella cappella della sua famiglia: I Maestrelli. Non ho mai capito se Tommaso avesse un credo superiore, non siamo mai entrati in tale argomento, profondo e personale ma certamente credeva nella famiglia. Sentiva così tanto l’importanza della famiglia che lo portava a vigilare con attenzione ma con grande discrezione su quella di ognuno dei suoi ragazzi. Lo faceva in punta di piedi. Avevo allora ventiquattro anni due figli e la famiglia che si era sciolta. La Roma di allora, quella di Fellini era un richiamo troppo forte per me ed io rifarei tutto. Roma non puoi viverla a metà altrimenti ti rifiuta. Lo scudetto sul petto appena vinto, Il Jackie ‘o che aveva l’amico Pietro Delise, grande laziale, come direttore era una attrazione troppa forte per essere ignorata.
Il Maestro sapeva tutto. Ricordo non senza commozione il suo modo di portarmi sull’ argomento per sapere dei miei figli. Era di loro che si preoccupava: “Marti cerca di passare più tempo possibile con loro, è solo di questo che hanno bisogno. “Era il mondo di parlare, era il tono della sua voce, calda e rassicurante, non era un monito ma una riflessione: stare con loro lo devi fare, è un dovere per te ed io so che tu lo farai. Era questo che scatenava nella mente il parlare con lui. Tommaso teneva così tanto alla sua famiglia da non staccarsi mai da loro, Massimo e Maurizio talmente uguali da confonderli non perdevano un allenamento e il venerdì prima di ogni partita stavano con noi in ritiro. Wilson, uno dei più superstiziosi li voleva sempre vicino. Ora capisco a pieno il significato di quella cappella, stare tutti insieme perché c’è una vita oltre la vita. Sono sicuro che questo era il pensiero del Grande Maestro e questo mi dà una risposta sul suo credo. Ed è allora che quello che è spontaneamente avvenuto con Chinaglia prima e Wilson poi ospitati da Massimo nella cappella di famiglia è un avvenimento unico ed irripetibile. È qualcosa di talmente speciale che merita una grande riflessione. Con Giorgio e Pino così vicino Tommaso ha con sé la Lazio che lui considerava famiglia. Sto facendo di tutto perché uno scrittore professionista scriva un libro su questa favola, la favola di un uomo che aveva previsto ciò che non era prevedibile: Rendere speciali un gruppo di uomini senza regole e farlo dopo la sua morte dando continuità alla sua vita Io che non credo ho dato disposizioni ai miei figli di andare, dopo la fine direttamente a trasformare quello che rimane in cenere e poi lasciare che il tutto prenda il volo in mare. :” Mi raccomando ragazzi fatelo mettendovi sotto vento in modo che io non ritorni indietro” Ma lo so che non si sbaglieranno, sono cresciuti bene perché io ho passato del tempo con loro Si si ho passato il tempo con loro!! Grazie al maestro”.