GLIEROIDELCALCIO.COM (Antonio Capotosto) – Nei primi anni d’oro della commedia all’italiana arrivava un regista iberico che diede lustro alle pellicole nerazzurre: Suarez, che nel 1961 veniva acquistato dal Barcellona per 280 milioni di lire. Era lui l’uomo cardine che doveva riportare la Beneamata al tricolore. Anzi, indirizzarla verso traguardi europei. Il primo campionato italiano dello spagnolo si concluse con il Biscione sulla piazza d’onore: il secondo posto consecutivo con Helenio Herrera in panchina. In sette anni il presidente Angelo Moratti aveva già versato nelle casse nerazzurre quasi un miliardo e mezzo di lire, restando sempre a bocca asciutta e nel torneo antecedente il Mondiale cileno rassegnò le dimissioni. Ma poi tornò. Il resto è storia d’Italia, d’Europa e del mondo, con il regista spagnolo che divenne il fulcro della squadra del ‘Mago’. In occasione del libro della Gazzetta dello Sport dedicato ai 110 anni dell’Inter, Sandro Mazzola ha dichiarato: “Potevamo sfruttare la grande abilità di Suarez nei lanci da quaranta metri e lo scatto mio e di Jair. Quindi quando andavamo in vantaggio la squadra arretrava per lasciare campo alle punte che Luisito azionava”. Lasciata l’Inter nel 1970, l’iberico si ritirò dal calcio giocato dopo tre stagioni alla Sampdoria. Con la sua Nazionale Suarez ha festeggiato l’Europeo di cinquantasei anni fa e da commissario tecnico della Nazionale Under 21 il titolo di categoria del 1986. Da calciatore ha conquistato sei titoli con il Barcellona. È nato il 2 maggio 1935: feliz cumpleanos, senor Luisito.