Tappa conclusiva del tour della Puglia, almeno per ora, si spera. Rimaniamo anche questa settimana nel capoluogo della Daunia per presentare un’altra iconica maglia del Foggia nella stagione 1986-87, in mio possesso da diversi anni ma che non ho mai presentato a dovere.
Caratteristiche della maglia: la produzione Ennedue
Questa è la classica maglia “home” con gli iconici colori rossoneri. E’ una maglia in lanetta a fasce larghe rosse e nere, con banda nera centrale e colletto anch’esso di colore nero. La maglia è stata prodotta da Ennedue, il brand che Nicola Raccuglia, fondatore della più famosa Ennerre, aveva creato dopo l’uscita dalla Ennerre che rimase in attività in mano agli altri soci rimasti.
Retro maglia con il numero 1 con la forma arrotondata simile ai numeri Umbro
La qualità della maglia rimane sempre la stessa rispetto a quelle classiche prodotte da Ennerre: il tessuto è praticamente identico, cambiano solamente, il logo Ennedue, di colore bianco, rosso e verde, per richiamare il tricolore italiano, sulla parte sinistra della maglia e la forma dei numeri, con il numero 1 che vediamo qui in una forma più arrotondata e meno squadrata rispetto ai consueti numeri delle maglie Ennerre.
Fronte maglia
Lo sponsor commericale: la Banca Popolare di Pescopagano
Lo sponsor commerciale in quella stagione e fino a quella del 1992-93 (con la sola eccezione del 1989-90) fu la Banca Popolare Cooperativa di Pescopagano, stampato in vernicetta al centro della maglia. Pescopagano è un piccolo paese in provincia di Potenza al confine con l’Irpinia: qui il 2 settembre 1882, fu fondato l’istituto bancario che cominciò ad operare sotto la direzione dell’avv. Fabrizio Laviano il quale, grazie alle sue capacità tecniche ed amministrative fece crescere il numero di azionisti.
La Banca ebbe sede nel palazzo nobiliare Rubini, nel piccolo centro lucano. Nel 1992 la Banca di Pescopagano diventò Banca Mediterranea e nella stagione 1992-93 fu sulle maglie rossonere con questa nuova denominazione. Oggi l’istituto è confluito nella Banca Popolare di Bari, tuttora attiva. La stessa banca fu anche sponsor del Potenza nei primi anni 80.
Due formazioni rossonere con questo modello di maglia
Chi ha indossato la maglia del Foggia numero 16 nella stagione 1986-87
La maglia reca cucito sul retro il numero 16 in pannetto. Vari sono stati i calciatori che lo hanno indossato e non la si può attribuire con certezza ad uno solo di essi. Addirittura, nel derby col Barletta del 7 dicembre 1986, fu indossato da Rosario Compagno e anche di solito, dall’attaccante ex Brindisi Marco Silvestri. Di quella squadra ricordiamo anche la bandiera rossonera Delio Rossi, l’ex aquilotto Roberto Pidone, il fortissimo Fabio Fratena, l’ala Carlo Ricchetti che esplose più tardi a Salerno e il portiere Vincenzo Cangelosi, poi fedele preparatore dei portieri del tecnico boemo.
La stagione: gli albori di Zemanlandia
Nella stagione 1986-87, il Foggia gettò i semi per quella che fu una delle più romantiche epopee del calcio italiano dei primi anni Novanta. A Foggia arrivarono Pasquale Casillo, imprenditore campano di San Giuseppe Vesuviano (NA), molto attivo nel settore del commercio dei cereali, soprannominato il “re del grano”, che vantava molte attività in Capitanata.
Casillo assunse l’ex centrocampista e capitano della Cavese Peppino Pavone, nel ruolo di direttore sportivo e l’emergente e rivoluzionario tecnico boemo ma trapiantato da anni in Italia, Zdeněk Zeman. Il tecnico, che si ispirava al calcio totale dell’Olanda degli anni 70 ma anche a quello danubiano dell’Est Europa, fu artefice del miracolo Licata, che portò nel 1985 in serie C1.
Condusse un campionato abbastanza altalenante, fatto di alti e bassi, come la vittoria contro il Brindisi per 4-0 e il rovescio a Cosenza (0-5) che poi gli costò la panchina alla ventisettesima giornata e, stranamente, anche di periodi con un attacco che segnava col contagocce (addirittura un solo gol fatto in sei partite da dicembre 1986 ad inizio febbraio 1987). Il suo vice Roberto Balestri lo sostituì sulla panchina dei Satanelli e il Foggia concluse la stagione con un anonimo ottavo posto.
“Zdengo”, che nel frattempo aveva fatto bene nelle piazze di Parma e Messina, fu poi richiamato dal patron Casillo per la stagione 1989-90 con la squadra promossa in B. In quell’annata diede vita “Foggia dei Miracoli” e la cosiddetta Zemanlandia, con uno spregiudicato 4-3-3 e un gioco spumeggiante, che vedeva il proprio terminale offensivo nel trio delle meraviglie Rambaudi-Signori-Baiano.
Il giovane Zeman alla sua prima esperienza foggiana